Terra piatta e complotti
Impara a distinguere il vero dal falso nel mondo della post-verità
11min
Impara a distinguere il vero dal falso nel mondo della post-verità
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Ti ricordi del film La Spada nella Roccia? Sicuramente il famosissimo Classico Disney ti riporterà alla memoria alcune scene iconiche come quella del duello con Maga Magò, o quella in cui Mago Merlino fugge a Honolulu. Però oggi vorrei partire da un brevissimo dialogo che passa di sfuggita nel film ma che rappresenta un ottimo punto di partenza per il nostro discorso. Ascoltiamolo assieme.
[Contributo audio]
Bene, Merlino sta insegnando a Semola che la Terra non è piatta come lui crede, essa è appunto tonda, e questa verità verrà scoperta nel 1492 con il famoso viaggio di Colombo nelle Americhe. Ma in realtà i medievali sapevano benissimo che la Terra è sferica, ed è un’invenzione dell’immaginario romantico quella di un passato inconsapevole e ignaro delle basi dell’astronomia. Pensate che già Archimede in epoca ellenistica aveva dimostrato la sfericità degli oceani, e quindi anche del globo terrestre, e che gli antichi romani facevano riferimento alla rotondità della Terra come un qualcosa di totalmente naturale e di dato per certo.
Eppure i terrapiattisti non sono totalmente un’invenzione dei film d'animazione. Perché ancora oggi nell’era delle grandi stazioni spaziali internazionali e delle missioni astronomiche ci sono alcuni sparuti gruppi di persone convinti che quella della Terra tonda sia tutta una menzogna. Una grande macchinazione messa in scena non si sa bene da chi né perché per tenerci nascosta la Verità, ovvero che la Terra è ed è sempre stata piatta, come una tavola.
Ora, il terrapiattismo è solo un esempio che ho scelto per parlare di una serie di argomenti nei quali la voce del serpente diventa predominante rispetto l’utilizzo della ragione. Parlo ovviamente dei complottismi, che nel tempo delle fake news e della cosidddetta post-verità, stanno diventando un serio problema per chi si occupa di comunicazione e informazione. Anzitutto, dunque, che cos’è un complottista? Mah, potremmo dire che una persona che di fronte a prove scientifiche, a studi documentati, di fronte ai dati che dimostrano le ragioni di una certa teoria, continua a sospettare che tutta questa teoria sia frutto di una cospirazione, di una trama occulta, senza poter però fornire alcuna prova tangibile e attendibile di questi sospetti. Sicuramente il fenomeno del complottismo ha a che fare con l’incapacità di interpretare i dati, con la disinformazione, e con la difficoltà nel verificare le fonti. Ma ha anche a fare con le fallacie argomentative, e oggi voglio parlarti proprio di questo.
Prima però credo sia importante fare una distinzione di cui in questo podcast ancora non abbiamo parlato. Dire qualcosa come “la Terra è piatta” è fallace? No, non è fallace, ma è falso. E può sembrare una sottigliezza lessicale ma credo sia importantissimo se vogliamo imparare ad orientarci nel dibattito saper distinguere tra un enunciato falso da un lato e un’argomentazione fallace dall’altro. Attenzione, la verità e falsità infatti hanno a che fare solo con enunciati, frasi, affermazioni che possono essere vere se rispecchiano i fatti, o false appunto se prescindono da essi. Mentre il concetto di validità, o al contrario di fallacia, ha a che fare solo con le argomentazioni, cioè con il modo in cui gli enunciati vengono spiegati, portati avanti, e dimostrati. Dunque, le frasi, gli enunciati sono veri o falsi, le argomentazioni invece sono valide o fallaci. Approfondiremo la grande importanza di questa distinzione nell’ultima puntata del podcast, per ora limitiamoci a questo. Dire che la Terra è piatta è falso, perché va contro la realtà dei fatti.
Ma allora com’è possibile che le persone ancora ci credano? ebbene, qui entra in campo il potere sibillino della retorica. Entrano in campo gli inganni argomentativi che sanno essere estremamente convincenti. Ed è proprio il nostro compito quello di portare alla luce questi inganni. In questa puntata parleremo di 3 errori argomentativi, ma iniziamo da un sunto, come spiega in maniera molto approfondita Daniel Kahneman nel suo testo Pensieri Lenti e Veloci, la nostra mente è una macchina essenzialmente molto pigra. Ragionare richiede una grande dose di fatica e il nostro cervello, anche per ragioni puramente biologiche ed evoluzionistiche, cerca di risparmiare più energia possibile. Questo però comporta un fatto, che tra una spiegazione facile da capire e apparentemente intuitiva e una spiegazione complessa, siamo naturalmente propensi a scegliere quella più facile. E questo è proprio un bias cognitivo. Se vediamo il sole muoversi in cielo, il nostro cervello pigro preferirà raccontarci che il Sole si sta spostando piuttosto che cercare di capire cosa significhi la legge secondo cui l’orbita descritta dal pianeta attorno al Sole è un'ellisse in cui il Sole occupa uno dei due fuochi e che quindi in realtà il moto della Terra a darci l’impressione che il sole si sposti, etc.etc.
È inevitabile: preferiamo le spiegazioni semplici. Però, a prescindere dalla nostra innata pigrizia mentale, dobbiamo riconoscere una cosa. Cioè che dire che una tesi è vera semplicemente perché è la più facile da spiegare è un’affermazione che manca di fondamento logico. È la cosiddetta fallacia di appello alla semplicità, e spesso è usata dai complottisti di ogni sorta, terrapiattisti compresi, che guardano all’evidenza dei nostri sensi e al fatto ad esempio che se guardiamo lontano la terra ci sembra piatta, per non dover affrontare la complessità che ogni scienza e che ogni spiegazione del mondo richiedono.
Spesso poi i complottismi non vengono mai da soli. E quindi chi crede nella teoria della Terra piatta, finisce per arricchire il racconto con tutta un’altra serie di elementi fantasiosi. Ad esempio: messi di fronte alle prove costituite dai video degli astronauti girati nello spazio che mostrano empiricamente la sfericità del pianeta, i terrapiattisti rispondono spesso con l’affermazione secondo cui tutte queste testimonianze, da quelle di Neil Armstrong, a qa quelle di Samantha Cristoforetti, non sarebbero altro che grandi inganni cinematografici, girati in qualche sala di posa e che se vogliamo negarlo - attenzione che qui sta lo sgambetto - dovremmo noi dimostrare il contrario. La dinamica è tipica di molte teorie di questo tipo. Un altro esempio celebre è quello che riguarda la vita extraterrestre. Gli alieni esistono di certo perché nessuno può dimostrare il contrario. Ecco, questo tipo di affermazioni, secondo cui una tesi è vera fintanto che qualcuno non dimostra il contrario, sono declinazioni di un altro errore argomentativo, noto come argomentum ad ignorantiam, che sfrutta l’ignoranza appunto che c’è attorno ad un determinato tema, o l’indimostrabilità di un qualche argomento. Ma chi utilizza l’argomentum ad ignorantiam non tiene conto di un principio fondamentale del dibattito, ovvero il fatto che l’onere della prova spetta sempre a chi avanza un’ipotesi, cioè sono io che affermo o nego qualcosa a doverlo dimostrare con le prove e con i ragionamenti, non sono invece gli altri a dover dimostrare il contrario.
Per capire l’importanza di ciò proviamo a pensare a quanto può essere grave questa fallacia se utilizzata ad esempio nell’ala di un tribunale. Pensate se dovessimo condannare un imputato senza alcuna prova della sua colpevolezza ma solo perché nessun’altro può provarne l'innocenza. Infine vorrei mettervi in guardia da un ultimo tranello usato spessissimo non solo nelle teorie del complotto ma in generale in tutto il dibattito pubblico. Fingiamo per un attimo, per quanto sia difficile, che le prove a sostegno del terrapiattismo siano valide. Ebbene, facendo una piccola ricerca online ci accorgiamo subito che se si riducono sempre alla stessa manciata di argomenti, contro decine e decine di altri argomenti che dimostrano invece che la Terra è sferica. Insomma succede che chi sostiene la teoria della Terra piatta, selezioni con cura i pochissimi argomenti che ha a disposizione ignorando tutte le altre prove che remano in direzione contraria. E questa strategia è nota come Cherry picking, e fa riferimento all’atteggiamento di chi coglie dal cesto soltanto le ciliegie più mature. Questo errore consiste appunto nel mettere in risalto soltanto i dati o le argomentazioni a sostegno della propria tesi anche quando queste sono circondate da valanghe di argomenti che dimostrano proprio il contrario. A molti potrà venire in mente l’atteggiamento dei negazionisti climatici, che rifiutano l’idea che ci sia un aumento antropico delle temperature, basandosi su pochi dati e facendo finta di non vedere l’enorme massa di prove che mostrano invece che il cambiamento climatico è purtroppo una realtà. In ogni caso la questione ambientale è una cosa così importante e complessa che ho deciso di parlarne ampiamente nel prossimo episodio, mostrando non solo le principali strategie retoriche utilizzate dai negazionisti, ma anche quelle utilizzate proprio dagli attivisti climatici. Se siete curiosi ci riascoltiamo prestissimo, nel frattempo spero che l’esplorazione di questo mondo della cattiva argomentazione non sia stata piatta appunto e che possa esservi stata invece utile per i vostri futuri dibattiti quotidiani.
A presto.