Seconda parola: Metodo
Scopri il tuo metodo unico di organizzazione e trasforma la tua vita
5min
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Episodi di Le parole dell'organizzazione
La parola a cui si ispira questo episodio è METODO.
Quanti metodi organizzativi conosci?
Quanto metodi organizzativi esistono?
Ma ancora più interessante… Quanti metodi organizzativi funzionano davvero?
Ti lascio un secondo per riflettere….
Forse hai risposto “nessuno”. Negli anni ne hai studiati e testati tantissimi ma nonostante questo non hai trovato quello che fa al caso tuo. E hai ripreso a fare le cose come hai sempre fatto. O quasi.
Oppure magari hai risposto “facile, il mio” perché ti consideri una persona organizzata, riesci sempre (o quasi sempre) a completare i tuoi task senza mancare una scadenza.
Sai che c’è?
Per come la vedo io sono vere entrambe le risposte.
E adesso ti spiego il perché.
Aprendo un motore di ricerca qualsiasi i metodi di produttività e i consigli dei “guru” si sprecano.
Te ne cito solo alcuni, tra i più famosi.
Il metodo GTD che sta per Getting Things Done di David Allen.
La tecnica del pomodoro, ideata da Francesco Cirillo.
La Morning Routine, diventata famosa con il libro The Miracle Morning di Hal Elrod.
O ancora il bullet journal, metodo che si fa strumento, nell’ideazione di Ryder Carroll.
Si tratta di metodi più o meno complessi. Più o meno articolati. Più o meno legati a strumenti concreti piuttosto che ad abitudini e processi di pensiero.
Diciamocelo chiaramente.
Non è che questi metodi non funzionino, anzi.
Penso che tutti partano da ottime premesse e suggeriscano stimoli interessanti che, a seconda dei casi, possono rivelarsi molto utili, a volte persino risolutivi.
Però penso anche che non esista IL metodo.
Una forma di organizzarsi che sia migliore o più efficace di altre.
Tutti i metodi organizzativi che puoi incontrare lungo il tuo percorso professionale e di vita, semplicemente, non sono stati progettati tenendo in considerazione il contesto in cui vivi tu.
Ecco come la vedo io.
L’organizzazione personale fa parte delle cosiddette soft skills, competenze trasversali, come il problem solving e la leadership, e queste sono competenze e abilità personali.
Ogni individuo infatti ne dispone in misura più o meno maggiore e con una padronanza più o meno allenata a seconda del contesto in cui è nato e cresciuto, personalmente e professionalmente.
Ogni persona è unica. La sua storia è unica.
Certo, esistono dei meccanismi a cui ogni essere umano risponde.
Penso ad esempio al funzionamento del nostro cervello, che ci contraddistingue come specie.
Tuttavia non possiamo pensare che una competenza tanto pratica e operativa quanto l’organizzazione personale sia applicabile nello stesso modo da tutti e da tutte.
Per questo motivo credo che un’organizzazione efficace debba essere sempre personalizzata.
Sulla persona, sulle sue caratteristiche individuali e sul contesto in cui è chiamata a operare.
Persone diverse avranno organizzazione differenti.
Lavori diversi richiedono metodi a volte persino opposti per poter funzionare.
Pensa per esempio all’enorme differenza tra un lavoro di relazione con un cliente (come la reception di un hotel o la gestione di una chat per l’assistenza clienti) a uno di creazione come l’artigiano o la sviluppatrice di codice per app.
E va bene che sia così.
Perché il secondo mito che vorrei sfatare, oltre all’idea che esista un’organizzazione che funziona per tutti e tutte allo stesso modo, è quello che l’organizzazione sia una cosa rigida. Sempre la stessa. Immutabile nel tempo.
Ma per approfondire questo concetto, mi farò aiutare da un’altra parola dell’organizzazione.
Una parola che sicuramente conosci e che hai nominato, forse appena ieri o nell’ultima settimana.
Si tratta di IMPREVISTO.
E sarà il titolo del prossimo episodio.
Prima di lasciarti però ecco un consiglio di lettura e un esercizio di riflessione su questa puntata ispirata alla parola “metodo”.
Prendi carta e penna (o anche una nota del cellulare da cui stai ascoltando questo podcast).
Fai un elenco dei metodi di produttività e organizzazione che conosci e prova per ognuno a indicare, se li hai sperimentati, qualcosa che ha funzionato per te e qualcosa che hai trovato inefficace nella tua personale situazione.
Se ti va, puoi condividerli con me scrivendo una mail o attraverso un messaggio diretto sui social. Mi trovi sempre come Chiara Battaglioni.
Il libro che ti consiglio, se però desideri comunque partire dallo studio di un metodo, è Getting Things Done di David Allen, uno di quelli che ho citato a inizio episodio.
Perché questo e non altri?
Perché penso che il metodo GTD sia il più completo e quello che più di tutti risponde all’esigenza di riprendere il controllo del proprio tempo e delle proprie attività, soprattutto in un contesto come quello in cui viviamo in cui siamo continuamente bombardati da stimoli, input e informazioni.
Al prossimo episodio!