
Emozioni
Capire le emozioni per capire meglio te stesso davvero
10min

Capire le emozioni per capire meglio te stesso davvero
10min
Episodi di Meccanica della Mente
Se sai come funzioni, sai come agire. E se sai cosa stai facendo, beh, comprendi ciò che ti accade. Benvenuto e benvenuta, sono Giovanni Gibiino, il founder di Meccaniche della Mente. Il progetto di divulgazione che mira a dare chiarezza e una consapevolezza pragmatica. In questo percorso formativo esploreremo insieme i primi capitoli del manuale di istruzione della nostra mente, spiegato con parole semplici, di facile comprensione e utilizzo. Questo nuovo appuntamento del percorso formativo è dedicato a chi vuole riscoprire e usare consapevolmente le emozioni. Che emozione registrare questa puntata! O dovrei dire, che emozioni? Ormai mi conosci e sai che inizio con una serie di domande. A proposito, hai mai provato a mettere in pausa e a rispondere alle singole domande? È un modo nuovo e utile di utilizzare questo corso e ti invito a riascoltare le puntate, a trovare le domande e a provare a rispondere, mettendo pausa qui e lì. Tornando a noi, ecco le domande di oggi.Che cos'è un'emozione? Come funziona? A che serve? Come posso usarla per me stesso o per me stessa? Che significa la parola emozione? Esattamente, che vuol dire? Ne provo una per volta o tante insieme? Sono buone o cattive? Positive o negative? Quante domande per le emozioni! Partiamo dalla base. Si parla tanto di educazione emotiva e quindi partiamo ancora prima. Educazione deriva da educere ed educere significa tirar fuori. E se lo hanno fatto con le migliori intenzioni, hanno tirato fuori il peggio di noi. Ovviamente mi riferisco alle istituzioni e alla formazione sull'intelligenza emotiva. Ci hanno insegnato che le emozioni si controllano, che vengono una per volta, che sono positive o negative, e non ci hanno mai spiegato perché si chiamano così, a che serve sapere il loro significato e come possiamo utilizzarle. Et voilà, la frittata è fatta! Bene, allora parto proprio dall'etimologia, dal significato intimo di questa parola. È più muovere. È sta per sintetizzare ciò che siamo, il nostro essere, è muovere per identificare un qualcosa che ci smuove da dentro. Quindi di fatto le emozioni sono delle parole con cui noi identifichiamo particolari stati d'animo e fisici che ci portano a muoverci verso qualcosa o allontanarci da qualcosa, a muoverci verso qualcosa di positivo, di utile, ed allontanarci da qualcosa di pericoloso, fastidioso, inutile o negativo. Ricordi tendere verso qualcosa che ci spinge verso, ci allontana da qualcosa? Ricordi la puntata, l'appuntamento sulle tensioni? È un modo anche per andarla a riascoltare con una visione differente. Le emozioni si manifestano con specifici pattern di azioni e con modificazioni corporee e generando in noi dei pensieri. In più le emozioni possono manifestarsi in modo contemporaneo più di una emozione contemporaneamente. Sì, a un funerale siamo tristi, ma mentre siamo tristi possiamo provare anche altre emozioni, come la rabbia, come la gioia o altre emozioni più complesse. Tutte le emozioni sono funzionali, nascono per un determinato motivo, hanno un determinato significato e una loro funzione, non sono negative o positive. In più le parole fanno la differenza, sia nel nostro modo di comunicare, generalmente nella vita di tutti i giorni, sia e soprattutto con le emozioni. Pensaci, se ti dicessi passami il coso che devo fare le cose come le cose per poter poi fare le cose e chiudere la cosa. Cosa capisci? Nulla, e neanche io a dirti la verità. Più parole abbiamo più riusciamo a descrivere meglio la realtà e più riusciamo a descrivere meglio la realtà più ci sentiamo capiti, abbiamo più facilità nel elaborare un pensiero e abbiamo più probabilità di essere compresi. Lo stesso vale con le emozioni. Possedere più parole per poter identificare diverse emozioni si chiama granularità emotiva. A chi devo questa conoscenza agli studi che ho fatto in questi anni e in particolar modo ho un'esperienza che ho fatto sempre con lui, con Luca Mazzucchelli, che l'avrò citato credo questa è la terza volta, che mi ha mostrato la ruota di Robert Plutchik, non sono sicuro si pronunci in questa maniera, non è qui, non è questo il luogo per comprendere bene la pronuncia. Di fatto più parole abbiamo e più riusciamo a descrivere la realtà e minori tensioni generiamo in noi e negli altri perché riesce a comprenderti meglio e a farti comprendere. Ok? E con tutto questo che ce ne facciamo? Le emozioni sono parole come valori, una volta identificate, una volta riconosciute e definite vanno intervistate. È come si intervistano le emozioni con le domande e qui si chiude il cerchio tra tensioni, valori ed emozioni. E quindi che fare? Fermati, osserva la tua vita, quella che hai vissuto e scrivi gli eventi, i primi eventi che ti sovvengono alla mente, quelli che hanno avuto significato, perché se hanno avuto significato hanno toccato o violato un valore e se hanno toccato o violato un valore ti hanno emozionato e se ti hanno emozionato te le ricorderai. Una volta che hai identificato questi eventi chiediti quali valori sono stati toccati o violati e una volta che hai identificato i valori hai un po' più di lucidità per iniziare a identificare le emozioni che hai provato. E una volta che hai identificato le emozioni intervistale. Come? Con alcune domande strategiche. A me piace condividere quelle che definisco le 4c e ti invito a identificare quale delle quattro è descritta con un errore. Vado con le 4c e sono come questa emozione si è manifestata? Cosa l'ha fatta manifestare? Chi l'ha generata o ha contribuito a questa manifestazione? E infine piccolo suggerimento 4c quando questa emozione si è manifestata? Una volta che hai intervistato le emozioni e nota bene mai mai mai evitalo come la peste utilizzare il perché. Il perché è la domanda del cognitivo, è la domanda delle conseguenze, il caso effetto, è la domanda con cui sviluppiamo la nostra comprensione del mondo su piano cognitivo ma mai intervistare una persona o chiedere a una persona emozionata il perché. Usa prima le 4c. A questo punto non ti resta che sperimentare perché se ci sono le emozioni sovvengono e le identifichi non puoi altro che esplorarle e puoi anche divertirti se vuoi aggiungere un po' di creatività, di scoperta utilizzando il dubbio. In che senso? Una volta che hai identificato l'emozione chiediti se conosci l'etimologia, cioè il significato intimo di quella parola. Scoprilo, chiediti se conosci e se comprendi veramente il significato di quella parola che stai utilizzando per identificare la tua emozione perché spesso confondiamo le emozioni. Un esempio classico che porto spesso nei corsi è la differenza tra vergogna e imbarazzo. Tutti lo sappiamo ma non sempre riusciamo a chiarire e a spiegare bene qual è la differenza fra vergogna e imbarazzo e non sempre utilizziamo in maniera corretta l'uno e l'altro termine. E quindi una volta che sai e sei certo certa di aver utilizzato il termine giusto, sai qual è l'etimologia, il significato e soprattutto a cosa serve, qual è la sua funzione e come utilizzarla, beh una volta che sai a cosa serve e come funziona sai come agire. Bene siamo quasi alla fine di questo corso, sai come funzioni e hai riscoperto te stesso e te stessa e sai come utilizzare queste informazioni di scoperta. Non ti resta che imparare ad esplorare l'altro e l'altra, ad esplorare le altre persone e il primo passo è proprio quello di riattivare un'abilità innata, l'empatia. Sì, l'abilità è innata, l'abbiamo tutti e possiamo allenarla con sè probabilmente e con metodo. Ci vediamo, anzi ci sentiamo al prossimo appuntamento.