
Il coraggio di dire basta
Supera la paura del fallimento e del vuoto imparando a lasciare andare
7min

Supera la paura del fallimento e del vuoto imparando a lasciare andare
7min
A volte, il tempo si libera non quando aggiungiamo, ma quando smettiamo. E smettere è difficile, ma spesso è l'unico modo per tornare a vivere. E oggi parliamo del coraggio di dire basta. Ciao amici, sono Giuseppe Castagna e bentornati nel mio corso di formazione in formato podcast. Tutti noi nella vita abbiamo portato avanti qualcosa che non era più nostro, a zavorra, a palla al piede, può essere un progetto, un lavoro, una relazione, insomma tutte quelle cose che portiamo avanti per inerzia o per paura di cambiare, di mollarle e non per passione. E nella mia vita, anzi nelle mie tante vite, perché ho avuto veramente tante vite fino a oggi, mi è successo un sacco di volte quel lavoro che hai paura di lasciare o che porti avanti per senso del dovere, quel rapporto che va avanti perché... perché va avanti e perché hai paura di far soffrire l'altra persona e di sentirti una merda, diciamo la verità. Tutte quelle abitudini che non ci rappresentano più o quelle tradizioni o quelle cose che facciamo, quel pranzo di Natale con quella famiglia che però in realtà non esiste perché si vede soltanto pranzo di Natale, ma che dobbiamo fare perché è il pranzo di Natale. In generale, tutte quelle relazioni o quei ruoli che ci consumano invece che nutrirci. Ti chiedo di fermarti un secondo e di pensarci. Prova a fare un elenco di almeno tre cose che hai portato avanti per inerzia, di cose che non erano più tue ma che sentivi il dovere di dover continuare e pensa come quelle tre cose hanno influito sulla tua vita, su quanto ti hanno fatto star male o su quante altre occasioni hai perso perché non hai voluto mollarle. Perché il problema dell'inerzia è che consume energia senza dare energia. Ci fa avere una vita che non è nostra e ci fa star male e troppe volte fa star male anche gli altri. Ma perché ci incastriamo in queste cose? Per quanto mi riguarda, tutte le volte che ho procrastinato, che ho portato avanti, che ho trascinato qualche situazione c'era la paura del fallimento. La paura di dire ho fallito in questa relazione, ho fallito in questa attività, ho fallito in questo lavoro, mi costringeva a portarla avanti. E il fratello, che va a braccetto, gemello della paura del fallimento, è la paura dei costi sommersi. Questa è una cosa tipicamente economica. Pensiamo a tutto il tempo che abbiamo speso in quella relazione, in quell'attività, tutti quegli anni che abbiamo in un certo senso investito, per utilizzare un termine economico e pensiamo che sarebbero sprecati se mollassimo proprio in quel momento. Ma questo è un bias cognitivo, questo è un difetto di ragionamento del nostro cervello, perché noi stiamo ipotecando i successivi anni per la paura di sprecare quelli che abbiamo passato. Quindi stiamo di fatto barattando il nostro futuro, che ancora non è arrivato e che è davanti a noi, o il nostro presente che stiamo vivendo in quell'istante, con un qualcosa che non tornerà più, che di fatto non esiste più, il nostro passato. E poi devi per forza arrivare a un punto nella vita, a me è capitato sei o sette anni fa, in cui capisci che mollare non è fallire, mollare significa scegliere, mollare significa trovare la forza che serve per andare contro le aspettative proprie e anche degli altri molte volte. Perché ogni volta che diciamo no apriamo uno spazio nuovo nella nostra vita, ogni volta che diciamo no rendiamo più importante e proteggiamo un sì che ha davvero valore per noi. Perché noi non possiamo dire sì a tutto senza automaticamente svuotare il significato di ogni sì che diciamo nella nostra vita. E lasciare andare certe situazioni non è solo una questione filosofica di bella vita o di buona vita, meglio ancora, lasciare andare è anche strategico, perché di fatto alleggerisce. Lasciare andare un progetto che in quel momento non possiamo portare avanti perché non abbiamo oggettivamente le risorse per farlo, di tempo o di denaro, lascia spazio ad altri progetti che invece possiamo concludere. Le cose inutili o le cose non utili in quel momento occupano uno spazio mentale ed emotivo che ci consuma inutilmente, invece quando le lasciamo andare generiamo una specie di effetto domino, perché una cosa in meno libera automaticamente energia per tutto il resto. E l'altra ragione è perché portiamo avanti situazioni che in realtà sono esaurite e non le molliamo e rimangono attaccate, è la paura del tempo vuoto. Conosco un sacco di persone che saltano da una relazione all'altra, io la chiamo la sindrome della ruota di scorta, non mollano una relazione se non ne hanno già un'altra subito pronta. E oltre a creare un casino pazzesco nella relazione precedente, perché è ovvio che se te ne cerchi una nuova non sarai la persona più fedele nel mondo in quella precedente, questo porta a non poter mai vedere il tempo libero come lo spazio delle possibilità, lo spazio del potenziale, che porta semplicemente a vedere la vita come un buco da riempire a tutti i costi con qualcosa, che sia una relazione, un lavoro, un'attività e così via. Ma l'unico modo per poter iniziare davvero è smettere, perché ogni fine consapevole realmente è scelta, è l'inizio di un qualcosa di più vero. Liberare spazio e soprattutto lasciarlo per un attimo libero, senza tutta questa fretta di doverlo in qualche maniera riempire, permette a cose nuove di nascere, a cose inaspettate, permette a quel futuro bellissimo che in realtà aspetta tutti noi di arrivare davvero. È un po' come quando vengono potate le piante e questo permette la crescita di nuovi rami, di nuovi fiori, le rende molto più forti. Ed è il paradosso della sottrazione, meno cose ci danno più vita, meno impegni ci danno più presenza negli impegni che abbiamo, meno rumore significa più ascolto. La sottrazione diventa un modo per moltiplicare quello che c'è di bello nella nostra vita. Cosa puoi lasciare andare oggi per fare spazio a ciò che conta davvero per te? Non serve una rivoluzione, basta una cosa, anche piccola, purché sia onesta. Il primo passo del lasciare andare è riconoscere che stiamo veramente trattenendo. Ci sentiamo nella prossima puntata.