
Non ho tempo
Imparare a dare priorità è il modo più efficace per creare tempo
13min

Imparare a dare priorità è il modo più efficace per creare tempo
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Episodi di Ritrova il tuo tempo
Quante volte durante l'arco della nostra giornata ci troviamo a dire non ho tempo, ma è vero? O è solo una bugia comoda che ci raccontiamo per non scegliere davvero? Ciao amici, sono Giuseppe Castagna e bentornati nel mio corso di formazione in formato podcast. Fin da bambini veniamo abituati a sentire questa frase, non ho tempo, ed è una frase che da piccoli non riusciamo a capire, perché in realtà finché si è bambini si trova il tempo per tutto, si trova il tempo per giocare, si trova il tempo per disegnare, si trova il tempo per rincorrere le lucertole, accarezzare il cane e scrivere sui muri di casa, si trova il tempo per guardare i cartoni animati, insomma si trova il tempo per tutto. E quindi vedere gli adulti che ti dicono non ho tempo, perché devo andare a lavorare, perché devo fare le faccende domestiche o devo fare qualcos'altro, è una cosa che non riusciamo a capire. Il primo momento nel quale iniziamo a capire come il tempo sia una risorsa limitata è quando non troviamo tempo per studiare, perché, per quanto riguarda me almeno, potevo trovare il tempo per tutto da bambino e da ragazzino, tranne che per studiare, perché quella è la prima cosa che dobbiamo fare, è la prima attività che dobbiamo veramente svolgere. E poi crescendo, da adolescenti prima e da adulti poi, questa del non ho tempo diventa quasi una litania, una cosa che continuiamo a ripetere sia gli altri che a noi stessi, almeno 5-6 volte al giorno. Ma perché lo facciamo? Lo facciamo perché veramente non abbiamo tempo, oppure soltanto una scusa? Ok, e questa frase, in realtà, nasconde un problema più complesso, ovvero quello della allocazione delle risorse. È una questione che a qualche rudimento di economia sicuramente sente familiare. Il vero problema è che il tempo è una risorsa limitata, anzi è l'unica risorsa veramente limitata nel mondo, perché possiamo fare un'infinita quantità di soldi, ma non possiamo creare un secondo in più di tempo. E tendenzialmente noi esseri umani non siamo proprio bravissimi a livello logico a distribuire le nostre risorse. Così come quando spendiamo troppo rispetto a quello che guadagniamo. Molte volte allochiamo, o possiamo anche dire spendiamo in maniera non propriamente performante il nostro tempo. Quindi, visto dal lato del problema dell'allocazione della risorsa tempo, il discorso diventa, a mio parere, molto più interessante. E per capire se stiamo allocando bene il nostro tempo o se stiamo usando il discorso del tempo come una scusa, dobbiamo distinguere due modalità di allocazione del tempo. Il primo riguarda i cosiddetti fattori esterni, ovvero quelle attività che noi non possiamo togliere dalla nostra vita. Quindi prendiamo queste 24 ore e iniziamo a tirare una riga e a dire ok, la cosa fondamentale è dormire. Quindi non posso non dormire o non posso ridurre a due le ore di sonno che faccio ogni giorno perché altrimenti penso che avrei dei problemi di salute molto seri. Quindi il primo blocco di tempo che dobbiamo per forza allocare a un'attività che non dipende da noi ed è un fattore esterno, dura tra le 6 e le 8 ore ed è il sonno. Poi ognuno dorme la quantità di ore che sono necessarie, non è standard. A questo punto dal nostro tesoretto di 24 ore andiamo a tirar via circa due ore tra mangiare, lavarsi, andare in bagno che è fondamentale soprattutto la mattina e quindi almeno nel mio caso siamo a nove ore che sono già per forza allocate. E poi andiamo a inserire tutte quelle altre attività che siamo costretti a svolgere per vivere e passiamo alle otto ore tipiche di lavoro. E in totale siamo già a 17. Andiamo poi ad aggiungere un'ora per gli spostamenti se siamo molto fortunati e siamo a 18. E questo vuol dire che ipoteticamente nell'arco di una giornata salvo imprevisti abbiamo a disposizione circa 6 ore per scegliere cosa fare della nostra vita. E qui siamo già a un primo punto. In questo caso dire non ho tempo da una parte è vero perché ci sono un sacco di cose che noi siamo costretti a fare o che dobbiamo fare semplicemente per vivere e dalle quali almeno in una certa fase della nostra vita non ci possiamo assolutamente sganciare. E poi rimangono quelle 6 ore. E quindi qui subentra il secondo tema dell'allocazione del tempo. Perché in queste 6 ore in cui siamo relativamente liberi dipende poi dall'aver figli, non averli, da avere interessi, hobby, andare in palestra o quant'altro, lì subentra la motivazione, lì subentra la voglia, lì subentra l'utilizzo della frase non ho tempo in una maniera sbagliata. Perché quando ad esempio dobbiamo andare a lavorare, quando nel mio caso devo andare a fare quell'udienza perché il mio lavoro è un impegno che ho preso, in quel caso non ho veramente tempo di fare altre cose. Ma in quel tesoretto di ore che ho a disposizione durante la mia giornata, lì dire non ho tempo mi sta in una certa misura programmando in quella dimensione. Sto dicendo al mio cervello ah no tranquillo non lo fai perché non hai tempo. In realtà quello che ti invito a fare è cambiare questa frase. Quanto meno nelle ore che hai a disposizione. Iniziare a dirti, magari non agli altri perché forse suona un po' strano all'inizio effettivamente, non è una priorità. Perché, pensaci un attimo, dire non ho tempo ti toglie potere, ti fa subire qualcosa. Dire non è una priorità invece il potere te lo restituisce, ti rende padrone del tuo tempo, per quanto poco che sia magari in quel momento. E questo piccolo cambio, almeno nel dialogo interiore inizialmente, va ad eliminare automaticamente un altro modo di dire, ovvero devo trovare il tempo di fare quella cosa. Perché il tempo non si trova, perché nessuno ci regala le ore, nessuno inciampa in un chilo di tempo, nessuno si trova in tasca una manciata di minuti. Le ore, i minuti e i secondi si scelgono, si difendono e si proteggono dagli attacchi esterni o dagli attacchi interni che facciamo noi stessi. Insomma il tempo non si trova, si crea. E per quanto mi riguarda una delle attività che ho tolto e con la quale ho creato più tempo in assoluto, ha riguardato il tempo che sprecavo a pensare a cosa fare o a come fare. E nella pratica il primo esatto momento in cui ho smesso di buttare una quantità enorme di tempo è stato la mattina a letto. Sette del mattino mi suona la sveglia, apro gli occhi e penso cazzo sono già le sette del mattino e mi devo alzare. Iniziavo a ripercorrere mentalmente tutto quello che avrei dovuto fare in quella giornata. Ma dall'alzarmi, andare a lavarmi i denti, fare curazione, andare in bagno, quel tempo lì è fondamentale, non lo posso veramente risparmiare, mi spiace. All'andare a lavoro, all'andare in palestra e a pensare a quale esercizio avrei avuto quel giorno che avevo guardato la sera prima. E incredibilmente mi sparivano 5, 10, 15 minuti così a rigirarmi nel letto, semplicemente a crogiolarmi nella sofferenza della giornata che stava per iniziare o nel piacere se c'era qualche attività divertente da fare. E quindi nonostante avessi programmato al millisecondo la mia giornata mi trovavo già in ritardo di 20 minuti, così pronti via, neanche iniziata, subito in ritardo. E a un certo punto ho iniziato a fare una cosa diversa. Avevo letto questo trucco su un libro famosissimo di Mel Robbins. La mattina suona la sveglia, so che mi voglio alzare e non stare lì a pensare a chissà che cosa, e quindi faccio un conto alla rovescia. 5, 4, 3, 2, 1 e mi alzo, qualsiasi cosa succeda. Ho oggettivamente la faccia in mano per i primi 20 minuti della mia mattinata, però in quei 20 minuti riesco a lavarmi, fare colazione, andare in bagno e quindi mi trovo in orario. E ho iniziato ad utilizzare la stessa tecnica e in generale a evitare di perdermi a pensare, come fare, programmare, studiare, organizzare praticamente per tutto oramai. E questo mi ha portato a colmare quel gap dell'esecuzione che tutti noi abbiamo. Ovvero stare a pensare un sacco di volte a fare qualcosa invece che utilizzare quel tempo per farla veramente, per iniziare, per provare. Perché tutti noi siamo abituati a pensare al tempo in blocchi, in blocchi grandi. Almeno un'ora ci hanno insegnato. E più o meno funziona così. Per fare quell'attività devo trovare due ore. Per iniziare a studiare quella lingua ho bisogno di almeno un'ora di tempo. Ah, per preparare quella relazione mi devo mettere tranquillo una mattina. E questo porta a due conseguenze. La prima è ovviamente che non iniziamo mai, perché quando cavolo troviamo una mattinata per fare quel progetto? La seconda è che se noi troviamo davvero tutto quel tempo per fare quella cosa, quell'attività della quale abbiamo sicuramente sopravvalutato la durata molte volte, occupa tutto il tempo che noi le abbiamo dato. Si chiama legge di Parkinson. Quindi se per scrivere quell'atto o creare quel report ci metteremo due ore, se noi gli diamo tutta la mattinata è matematico che ci metteremo tutta la mattinata. E la conseguenza di tutto questo è che concentrandoci soltanto su questi blocchi enormi sottovalutiamo le micro decisioni che si traducono in un macro consumo di tempo. Perché il tempo non si perde soltanto in blocchi enormi. Va a perdersi anche nei piccoli momenti nei quali facciamo qualcosa che non è allineato con i nostri obiettivi, che non è intenzionale. E parlo di tutte quelle micro-attività che distruggono di fatto non solo il nostro tempo ma la nostra concentrazione. E la regina di queste attività è lo scrollare i social network. Ok, no, non sono impazzito. Ho un canale YouTube e anche io creo contenuti per i social. E non credo che quindi i social siano il diavolo dai quali fuggire da cancellare dalle nostre vite. Anzi, credo che i social network siano una delle più grandi invenzioni della storia dell'umanità. Hanno democratizzato la comunicazione. Non dipendiamo più da qualcuno ma possiamo parlare con persone da tutto il mondo e imparare da persone da tutto il mondo in maniera praticamente gratuita e immediata. Il problema però è che di gratis in realtà non c'è niente. Perché chi ha creato i social sicuramente non l'ha fatto per beneficenza o per migliorare la condizione dell'umanità ma l'ha fatto per avere un profitto. E quindi solitamente quando non paghi qualcosa il prodotto sei tuo. E il prodotto che vendono i social network alle aziende è la nostra attenzione. Quindi queste app, queste piattaforme sono diventate molto brave a tenerci incollati. E noi siamo diventati molto bravi a trasformarlo in un'abitudine. Guardati intorno in metro o in treno. Guardati intorno per strada. Guardati intorno in attesa davanti ad un'udienza. Mi capita spesso. Siamo tutti con il cellulare in mano. Siamo tutti lì a sfruttare quei 30 secondi, quei 2 minuti, quei 10 minuti scrollando inconsapevolmente con la feed. Perché siamo automaticamente portati a pensare ma sì, 5 minuti. Cosa vuoi fare in 5 minuti? 2 minuti? Ma dai, vabbè. Do un'occhiata a Instagram. 10 minuti? Apro quel video su YouTube. Se il video è il mio apritelo è ovviamente. A parte gli scherzi pensiamo che quei 5, 10, 15 minuti non abbiano valore. Ma ragioniamo un attimo insieme. Prendiamo quei 5 minuti spesi 4 volte al giorno per un totale di 20 minuti che passiamo su una feed di Instagram che è fin troppo oggettivamente. E lo moltiplichiamo per 7 giorni alla settimana. Abbiamo appena creato o liberato 2 ore e 20 minuti del nostro tempo. E se quei 20 minuti li moltiplichiamo per 30 giorni arriviamo a 10 ore del nostro tempo. Più di una giornata intera. Quasi 2 giornate da 6 ore intere. E se poi proseguiamo il mio ragionamento e moltiplichiamo quei 20 minuti per 365 giorni abbiamo appena creato 121 ore che equivalgono a 5 giornate da 24 ore che poi sono 10 giorni da 12 ore in cui possiamo stare svegli e fare tutto quello che cavolo ci pare. E tutte queste microinterruzioni questi micro sprechi di tempo che noi abbiamo nell'arco di una giornata non sono soltanto quei 20 minuti passati sui social ma può essere il tempo che sprechiamo per muoverci da un posto all'altro o per andare a fare benzina in un posto dove costa 3 centesimi in meno e ci mettiamo 25 minuti. Ecco, tutte queste microinterruzioni e queste micro quantità di tempo creano i giorni che non tornano. Ci porta alla fine giornata a dire ma dove cavolo ho sprecato il mio tempo? Ma dove è finita la mia giornata? Perché non ho tempo? Quindi quando dici non ho tempo stai dando la colpa a qualcosa che è fuori di te. Quando dici non ho scelto di farlo hai almeno il potere di cambiare. E tutte queste ore che abbiamo magicamente creato possono davvero esserci utili per finire quel libro iniziare quel corso di lingue mandare quel curriculum per cambiare posto di lavoro cercare la casa dove ci sposteremo o spendere del tempo per qualcosa che per noi è veramente significativo che ci porta avanti o che semplicemente ci fa dire alla fine oggi ho passato veramente una bella giornata. Perché così diventa una questione di responsabilità. Ci porta a essere responsabili della nostra vita che poi è il nostro tempo in realtà. Perché quando dici non ho tempo stai dando la colpa a qualcosa che è fuori di te. Se invece dici non ho scelto di farlo ti stai dando almeno il potere di cambiarlo. Quindi prova per una settimana a sostituire non ho tempo con non è una priorità per me adesso. E guarda cosa succede.