Episodi di Ritrova il tuo tempo
Abbiamo sempre fretta di arrivare, di realizzare, di fare tutto subito, di raggiungere quel risultato, quell'obiettivo. Ma c'è una verità scomoda, i nostri tempi non sono i tempi del mondo. Ci sono cose le più importanti che hanno bisogno di tempo e basta. Ciao amici sono Giuseppe Castagna, bentornati o benvenuti in questo mio corso di formazione in formato podcast. Questo corso di formazione nasce da una sensazione che mi accompagna da sempre nella mia vita, la fretta. Ho sempre avuto fretta, avuto fretta di diplomarmi, di laurearmi, di aprire il mio studio, di abilitarmi, di comprare casa, di sistemarmi, sempre col fiatone. Come se il tempo mi stesse rincorrendo e io dovessi scappare. Pensate che sono addirittura nato di fretta, sono nato con due mesi di anticipo. E fino a qualche tempo fa pensavo che essere di fretta, affrettarmi, voler fare le cose immediatamente, subito, fosse un mio enorme pregio. Fosse la ragione dei risultati che stavo ottenendo. Risultati abbastanza buoni devo dire nel complesso. Poi però ciclicamente si scontravano la mia fretta e il mio voler tutto subito, farlo subito. Ho l'idea magari di quanti clienti dovessi avere, quanto pensassi fosse giusto che avessi in quel momento ma questo ve lo spiego tra poco un po' più contorto come ragionamento, e quella che era la realtà delle cose. E quindi le mie aspettative ciclicamente venivano smentite dalla realtà. E quindi dopo questa fase di sconcerto durata quasi dieci anni nella mia vita, i miei vent'anni, in cui dicevo ma cazzo io sono bravo, cioè io me lo merito di avere più clienti, sono il più bravo, sono il più preparato, ok sono giovane però cavolo sono veramente forte. Oppure cavolo ma io ho fatto tutto perché non si muovono a darmi quella risposta o a realizzare quella cosa che io ho commissionato. E quindi come vi dicevo ho superato questa fase in cui non trovavo corrispondenza tra quello che secondo me doveva essere e quello che invece era. Ho iniziato la fase della iper organizzazione e della iper produttività. E quindi ho pensato va bene non arriva tutto come dico io ma quindi se mi organizzo di più, divento più produttivo, riesco a infilare più cose nell'arco della mia giornata arriveranno quei risultati. E i risultati si sono arrivati. Peccato che insieme ai risultati mi è arrivata una botta di esaurimento e di burnout che mi ha lasciato completamente devastato. E questo era più o meno metà 2020, tempi covid. Perché in tutto questo avevo sviluppato questo simpatico meccanismo. Lavoro, lavoro, lavoro, lavoro, lavoro, faccio di più di più di più di più di più, poi crollo completamente quindi ho dei momenti di down profondissimi. E cosa faccio quando i momenti di down per scappare dalla paura della stanchezza? Riprendo a lavorare o aggiungo altri progetti. Perché? Perché quelli mi fanno scappare da quella sensazione negativa. E cosa succede? Sono ancora più stanco. Devo dire però che questo schema mentale oltre a essere estremamente disfunzionale mi ha dato qualcosa di buono. Mi ha costretto a confrontarmi sia sulle motivazioni di questa mia fretta, che si è rivelata essere una necessità di scappare da qualcosa, di scappare dal tempo, di scappare dalla paura che il tempo non fosse abbastanza o dalla latente consapevolezza che abbiamo tutti che prima o poi il tempo finirà. E mi ha portato alla consapevolezza che ci sono cose nella vita. La crescita personale, la competenza, le relazioni vere che non posso velocizzare. Posso avere tutta la fretta del mondo ma certe cose richiedono tempo. E quindi alla soglia dei 40 anni, solo adesso che ho vissuto determinate cose a livello personale, emotivo, anche a livello lavorativo e professionale, mi rendo conto di come non potessi avere le stesse consapevolezze o la stessa expertise, per chiamarla l'americana, che pretendevo di avere alla soglia dei 30. Mi rendo conto di come si possa studiare praticamente tutto, ve lo dice uno che nel metodo studia-applica ha fatto un caposaldo della propria esistenza, ma che alcune cose le capisci soltanto vivendole. Alcune cose le capisci soltanto dopo che le hai fatte o dopo che le hai sbagliate soprattutto. Perché proprio gli errori, insieme all'attesa e alla pazienza, sono parte del processo. Ok, dopo questo bellissimo discorso mi piacerebbe dirvi che tutto questo è diventato assolutamente perfetto e consapevole nella mia vita, ma la verità no, perché la mia impostazione mentale è diversa. Ma essere consapevole di questi meccanismi, sapere che esistono, mi ha aiutato a riconoscerli e oramai la maggior parte delle volte a evitarli. E mi ha portato poi ad un'ulteriore consapevolezza, che le richieste che ci arrivano dagli altri e le richieste che ci arrivano dalla vita stessa, perché la vita è un qualcosa che il 99% delle volte accade e non scegliamo, a volte vanno semplicemente metabolizzate. Una decisione importante, veramente importante intendo, non può essere presa entro sera. La scelta di passare o magari di creare una nuova vita con una persona non può essere presa entro sera. La scelta di cambiare città, la scelta di muovere la propria esistenza verso altre prospettive non è un qualcosa che si può fare schioccando le dita o perché abbiamo letto una frase su un social network, perché ci sono cose che hanno valore e il tempo serve a dare valore a quelle scelte e a quello che stiamo facendo o stiamo pensando di fare. E quindi accettare il tempo del mondo, accettare che alcune cose richiedono tempo e dare valore a quelle cose è una forma di rispetto, di rispetto per se stessi, di rispetto per i propri limiti, di rispetto per le fasi della vita. Non possiamo forzare una primavera in pieno inverno, ci dobbiamo per forza beccare prima tutto il freddo. Quindi se senti che sei indietro o che non sei ancora arrivato o che dovresti correre di più, forse sei soltanto fuori sincrono con te stesso. Rallenta, dai tempo al tempo perché il tempo è veramente galantuomo e ricorda che il mondo ha i suoi tempi e spesso sono molto migliori dei nostri.