Bentornati a The Bull for 4books! Rieccoci qua nel nostro breve ma intenso deep dive nel mondo della finanza personale. Se non ti sei perso per strada nei quattro capitoli precedenti, avrai capito che sta cosa del fare i soldi è tutta una questione di risparmio, inteso come aumento del reddito e ottimizzazione delle spese, e di pazienza, per permettere ai nostri investimenti di crescere grazie all'interesse composto. Abbiamo inoltre capito che in qualche modo si tratta di prendere questo risparmio e metterlo dentro ad un portafoglio fatto di strumenti che contengono azioni, obbligazioni, eventualmente materie prime, e insomma adesso si tratta di capire come fare in concreto a realizzare questa cosa.
Però prima partiamo da come puoi impostare la tua pianificazione finanziaria, e quindi la corrispondente strategia di investimento, dividendo idealmente la tua vita in tre parti, che in maniera assolutamente originale chiameremo il breve termine, il medio-lungo termine, e infine, rullo di tamburi, il lunghissimo termine. A queste tre fasi corrispondono altrettanti blocchi del nostro patrimonio, che andremo a costruire esattamente con l'obiettivo che ciascuno di essi possa soddisfare le nostre esigenze specifiche di ogni singola fase. In particolare ci occuperemo di come impostare nel modo più sensato il fondo di emergenza, per il breve termine, il portafoglio di investimento, per il medio-lungo termine, e infine il fondo pensione, per il lunghissimo termine. Al primo di questi è dedicato quest'episodio. Come ti sarà sempre più chiaro nel corso del podcast, la scelta di un determinato investimento al posto di un altro è legata, tra i vari fattori, all'orizzonte temporale entro il quale avrai bisogno dei tuoi soldi, che in qualche modo ha a che fare con il livello di rischio che sei disposto a tollerare. In finanza la relazione fondamentale alla base di tutto quanto è quella tra rischio e rendimento. Generalmente maggiore il rischio che mi assumo, maggiore sarà il rendimento atteso, e viceversa. Ora, investire in maniera diversificata, e sottolineo diversificata, in liquidità, obbligazioni, azioni e materie prime, ha fondamentalmente un rendimento atteso positivo. Cioè, in linea generale, se investo in una di queste cose, posso aspettarmi un rendimento più o meno alto, ma positivo, nel tempo. Però nel caso della liquidità avrò rischio quasi zero, e ovviamente un rendimento molto basso. Con le obbligazioni, rischio via via superiore a seconda della durata e del livello di affidabilità dell'emittente e corrispondenti rendimenti. Infine con le azioni avrò rischio ancora superiore e rendimenti attesi maggiori. Le materie prime fanno un po' storia a sé, quindi lasciamole un attimo in pace e poi le riprenderemo.
Se il rendimento atteso è positivo per tutte, perché dovrei investire in liquidità o in obbligazioni, potreste chiedermi, se le azioni sono quelle che rendono di più? Bellissima domanda, grazie per averla posta. La risposta riguarda il fatto che in finanza il rischio è spesso identificato con la volatilità, ossia con quanto oscilla il valore del mio investimento. Nel caso di un conto deposito di un fondo monetario, praticamente non oscilla, e ho nel breve termine la certezza del valore del mio investimento che posso sempre liquidare quando mi pare. Con le obbligazioni oscilla un po' di più, come abbiamo visto nel capitolo precedente parlando dei tassi di interesse. E ovviamente oscilla di più, tanto più in là sarà la scadenza dell'obbligazione. Con le azioni, invece, le oscillazioni sono altissime. In media il mercato azionario dei paesi sviluppati ha reso circa l'8% all'anno, ma questa è una media tra anni in cui ha fatto più 20% e anni in cui ha fatto anche meno 40%. In linea generale, se ho tanto tempo a disposizione, posso permettermi più rischio, perché nel lungo termine il rendimento atteso del mercato azionario è positivo. Molto positivo, tra l'altro. Se invece ho bisogno di soldi nel breve, allora non posso investire in azioni. O meglio, non posso investire tutti i miei soldi in azioni, perché se quando mi servono capita proprio un anno sfigato, come il 2002, il 2008 o il 2022, in cui il mercato azionario ha preso delle belle tranvate, e rischio in quel caso di dover liquidare il mio investimento in perdita. Se hai capito questo, avrai anche capito che non esistono buoni o cattivi investimenti in senso assoluto, ma un investimento diventa buono o cattivo in base a come è inserito nel più ampio contesto della nostra pianificazione finanziaria e dei nostri obiettivi. Facciamo alcuni esempi. Un investimento di 10.000 euro in un BTP decennale che rende il 4% all'anno, in sé per sé non è né un buon investimento né un cattivo investimento, ma diventa sicuramente un cattivo investimento se dovesse aver bisogno di quei 10.000 euro prima della scadenza e in quel momento il BTP, per i motivi spiegati nell'episodio precedente, dovesse avere un prezzo inferiore a quando l'ho acquistato, e quindi causarmi una perdita se dovesse essere costretto a venderlo. Un investimento di 10.000 euro invece in un BTP con un rendimento atteso del 7-8% all'anno, in sé per sé non è né un buon investimento né un cattivo investimento, ma diventa sicuramente un cattivo investimento se dovessi aver bisogno di quei 10.000 euro prima dei prossimi 10-15 anni, orizzonte oltre il quale la probabilità che l'investimento azionario dia un rendimento positivo sono quasi del 100%.
Come faccio quindi a impostare un portafoglio di investimento che tendenzialmente avrà bisogno di un certo orizzonte temporale per esercitare i suoi effetti positivi sul mio patrimonio, minimizzando i rischi, se non so se da qui ai prossimi mesi o anni avrò improvvisamente bisogno di soldi? Molte grazie anche per questa intelligentissima domanda. La risposta lunga prevede una serie di considerazioni che vedremo più avanti parlando di asset allocation e di come coordinare il livello di rischio-rendimento del mio portafoglio con le esigenze della mia vita. La risposta breve potrebbe invece essere crea il fondo di emergenza. Come certamente ricorderai, tenere sotto controllo le spese e avere un'idea di budget mensile è fondamentale per gestire al meglio le tue finanze. Se ad esempio tu e il tuo nucleo familiare spendete mediamente 3.000 euro al mese, allora la regola d'oro sul fondo di emergenza sarebbe quella di mettere da parte l'equivalente di circa 6 mesi di spese future, in questo caso circa 18.000 euro. L'idea è che qualunque cosa accada, e prima di mettere mano al mio portafoglio di investimento, potrò sempre far ricorso al fondo di emergenza senza vedermi costretto a liquidare i miei investimenti in un momento magari sfavorevole. Tipiche situazioni che possono richiedere ricorso al fondo di emergenza sono l'improvvisa perdita del lavoro, incidenti stradali o in generale attività di manutenzione straordinaria dell'auto, danni all'abitazione, spese sanitarie improvvise che non possono essere coperte con il servizio sanitario, una simpatica raccomandata dell'agenzia delle entrate che ci informa che non abbiamo pagato abbastanza tasse e che ne vorrebbe ancora un po', e così via. Insomma la vita è piena di incertezze e quindi avere questo jolly da giocarci ogni volta che si presenta un imprevisto economico è la prima importante assicurazione sulla nostra serenità finanziaria. Prima anche solo di pensare a investire il tuo primo euro, fai in modo di mettere da parte un fondo di emergenza che meglio rispecchi la tua situazione e che ti faccia sentire ragionevolmente sereno. Una volta che le tue esigenze finanziarie di breve termine sono quindi al sicuro, puoi cominciare a dedicarti ai tuoi investimenti. Prima di parlare di questo però, dobbiamo capire dove mettere questo fondo di emergenza. Ti sconsiglio caldamente di tenere questi soldi sul tuo conto corrente per due motivi. Il primo è che quasi certamente confonderai quei soldi in mezzo al resto e sarai portato a spenderli per fini diversi da quelli a cui sono destinati. Il secondo è che sul conto corrente non maturano praticamente nessun rendimento significativo. Le due soluzioni più semplici che mi sentirei di consigliare per il fondo di emergenza sono invece le seguenti. Opzione 1. Un conto deposito svincolabile. Come abbiamo visto in precedenza, un conto deposito è del tutto analogo ad un conto corrente, con la differenza che prevede un vincolo temporale a fronte del riconoscimento di un certo tasso di interesse. Di solito si trovano conti deposito che prevedono scadenze tra 6 mesi e 5 anni, con un tasso di interesse pagato dalla banca proporzionale alla durata del vincolo. Da evitare per il fondo di emergenza i conti deposito vincolati, ossia quelli che non permettono di ritirare i soldi prima della scadenza naturale del contratto. Anche se generalmente pagano interessi più alti, chiaramente violano il requisito fondamentale del fondo di emergenza, cioè che i tuoi soldi possano essere immediatamente disponibili nel momento in cui ti servono. I conti deposito svincolabili sono invece una buona soluzione perché permettono al tuo capitale di ricevere un interesse annuo, generalmente liquidato tutto alla fine, e allo stesso tempo di ritirare i tuoi soldi, o parte di essi, ogni volta che desideri alla sola condizione di perdere eventualmente gli interessi maturati fino a quel momento. Certo, in caso di utilizzo anticipato verrebbe meno il rendimento previsto dal deposito, ma quando si presenta un'emergenza è molto più importante avere accesso al proprio denaro che non tutelare il modesto interesse che un conto deposito offre. Gli interessi pagati dai conti deposito, come da qualunque altra forma di credito, sono legati ai tassi di interesse definiti dalla banca centrale europea. Pertanto avremo rendimenti sui depositi più alti a fronte di un contesto di tassi di interessi più alti, e viceversa. Però nel momento in cui attivassi un conto deposito che offre un interesse, ad esempio, del 3,5% per 4 anni, puoi essere certo che per i prossimi 4 anni percepirai esattamente quell'interesse, a prescindere dalle variazioni dei tassi della BCE. Questa cosa chiaramente si trasforma in una scommessa vinta, se i tassi dovessero scendere nel corso dei successivi 4 anni, o in una scommessa persa, se dovesse accadere il contrario. In definitiva il conto deposito svincolabile ha un pro e un contro. Il pro consiste nel fatto che ho fin dal principio la certezza del rendimento che andrò a conseguire alla scadenza del deposito. Il contro invece è legato al fatto che se ritiro prima del tempo i miei soldi, niente interessi.
A questo punto vediamo l'alternativa al conto deposito, che presenta esattamente un'inversione di pro e contro. Questa alternativa è l'ETF monetario, che è un prodotto finanziario quotato in borsa che replica l'andamento dei tassi interbancari overnight, ossia quel tasso di interesse che le banche applicano per prestarsi i soldi tra di loro di notte. Sembra una cosa strana, ma in effetti una componente vitale del funzionamento del sistema bancario è rappresentato da questo meccanismo di prestiti notturni tra le varie banche, che permette loro di gestire in maniera efficiente le proprie riserve di liquidità. I tassi interbancari sono direttamente definiti dalla banca centrale europea, e un ETF monetario non fa altro che copiare questo tasso di interesse e applicarlo al denaro che riceve dall'investitore. Per effetto di questo meccanismo il tuo denaro investito in un ETF monetario percepisce quindi un piccolissimo interesse giornaliero costante. Rispetto ad un conto deposito, come dicevamo, hai dei pro e dei contro che sono esattamente invertiti. Il pro riguarda il fatto che in qualunque momento posso ritirare i soldi che vi ho investito senza perdere gli interessi accumulati fino a quel momento. Il contro consiste invece nel fatto che i tassi overnight sono legati ai tassi di interesse, pertanto non posso avere alcuna certezza su quale sarà il tasso di rendimento da qui ai prossimi anni, mentre con un conto deposito ho la certezza che fino alla fine del vincolo percepirò un certo interesse annuale, qualunque cosa succeda ai tassi di mercato. In generale questi due strumenti hanno invece in comune il fatto di avere un rischio di perdita del capitale pressoché nullo, di garantire un rendimento mediamente in linea con i tassi di mercato e con l'inflazione corrente, e di permettere un accesso pressoché immediato ai propri soldi, ogni volta che si vuole.
La preferenza per l'uno o per l'altra soluzione è piuttosto soggettiva e non implica differenze particolarmente significative sulla propria pianificazione finanziaria generale, oltre al fatto che, oh, nessuno vieta di dividere a metà il fondo in emergenza tra i due strumenti, metti che uno è indeciso. L'unica cosa realmente fondamentale, comunque, è avere un fondo in emergenza, sempre adeguato alla propria situazione personale, parcheggiato in uno tra questi strumenti, per essere pronta a far fronte a qualunque imprevisto che la vita ci possa presentare. A questo punto siamo quasi pronti per passare alla parte più importante del podcast, ossia come si costruisce un portafoglio di investimento a medio-lungo termine. Se mi garantisci di avere circa l'equivalente di un paio di mesi di spese sul conto corrente, e soprattutto circa l'equivalente di 6 mesi di spese future in un conto deposito in un ETF monetario, allora puoi passare ad ascoltare il prossimo episodio in cui inizieremo a parlare degli investimenti per il medio-lungo termine. A tra poco!