Episodi di Vince chi impara
01. Una breve introduzione
Ora che abbiamo gettato le basi di che cosa significhi imparare e di quali siano i pilastri fondamentali che le neuroscienze ci regalano per un apprendimento efficace, possiamo cominciare a calare tutto questo nei contesti specifici in cui davvero, ogni giorno, impariamo. Quello che faremo nelle prossime quattro puntate del podcast sarà esplorare aree diverse dell’istruzione e dell’apprendimento, individuando consigli pratici per sfruttarle al meglio e applicare le strategie di cui abbiamo parlato precedentemente.
Oggi in particolare parleremo di apprendimento a scuola, vedremo ciò che potrai mettere in atto in prima persona nel caso tu sia uno studente o una studentessa delle medie o delle superiori.
Non solo, gli argomenti che tratterò potranno anche essere estremamente utili per insegnanti e genitori, che avranno strumenti in più per aiutare i ragazzi ad aumentare la propria efficienza nello studio e ottenere risultati migliori in generale.
Dopodiché, nelle puntate successive, passeremo all’università, al lavoro e alla formazione personale, in modo da coprire tutte le maggiori aree in cui entra in gioco l’apprendimento.
02. La scuola
Partiamo col chiederci effettivamente che cosa sia la scuola, scomponiamola nelle sue varie parti e cerchiamo di analizzarla per capire come funzioni a livello di apprendimento e studio così da ottimizzare ciascuno dei suoi aspetti di base. Potremmo dire che, fondamentalmente, ha una natura triplice:
- un primo aspetto, quello più ovvio, è che è composta da una serie di lezioni giornaliere, 5 o 6 giorni a settimana, nella prima metà della giornata. Inoltre, rispetto per esempio all’università, il numero di materie è maggiore e nella stessa giornata si può arrivare ad avere anche 4/5 materie diverse, il che va tenuto in considerazione se si vuole avere uno studio efficace durante l’anno.
- Un secondo elemento è il lavoro da svolgere a casa con compiti, libri da studiare, esercitazioni, lavori di gruppo, tutto ciò che uno studente deve fare al di fuori dell’orario scolastico e va conciliato con i vari impegni, passioni e hobby che possono essere coltivati.
- Il terzo elemento è la preparazione di verifiche e interrogazioni, che troppo spesso viene visto come l’unico veramente centrale dagli studenti, che rischiano così di far passare in secondo piano l’apprendimento vero e proprio e si limitano a giudicare il proprio livello di competenza su un argomento in base al voto ottenuto; questo atteggiamento va decisamente contro i principi che ti ho spiegato nelle scorse puntate: il voto ha un’importanza limitata, questo è bene ricordarlo, ciò che conta è la propria preparazione.
Quindi, ricapitolando, abbiamo didattica, studio autogestito e superamento di prove di valutazione. Questi sono i tre elementi da prendere in considerazione se il nostro obiettivo è rendere lo studio scolastico il più efficiente possibile e imparare al meglio. Adesso però affrontiamoli uno per volta e troviamo dei consigli pratici da poter adottare.
03. Didattica e lezioni
Tenere alta l’attenzione è un requisito essenziale per l’apprendimento, abbiamo già spiegato nelle scorse puntate quanto sia fondamentale proprio dal punto di vista “fisico” per la produzione di certi neurotrasmettitori senza i quali i ricordi non possono essere mantenuti nella memoria a lungo termine.
Quindi la capacità di non distrarsi e rimanere focalizzati su ciò che si sta facendo o studiando va allenata per essere il più efficaci possibile nell’assorbire le informazioni che ci vengono presentate, approfondiremo ancora di più questo aspetto nella decima puntata, in cui tratteremo della relazione tra attenzione e ascolto.
Senza contare poi che rimanendo concentrati a dovere durante le spiegazioni degli insegnanti alleggeriremo gli altri due elementi, ovvero i compiti per casa e la preparazione di verifiche e interrogazioni.
Quando un concetto è solido nella propria mente ci sarà un minor bisogno di andare a rileggere le fonti e gli esercizi serviranno semplicemente a rinforzare ancora di più i percorsi neurali relativi a un certo argomento.
Nelle scorse puntate abbiamo già parlato di spacing e di proattività, due “pilastri dell’apprendimento efficace” che costituiscono le basi di un ascolto altrettanto efficace; se poi l’insegnante che ti trovi davanti è bravo nel proprio lavoro gli aspetti della curiosità e dell’intrattenimento verranno quasi da sé, altrimenti le lezioni saranno una lotta contro la noia, che però va combattuta con ogni arma a tua disposizione.
Ecco 3 consigli pratici da tenere a mente:
- Prima di tutto devi produrre degli appunti efficaci, che siano frutto di comprensione e rielaborazione personale, non il semplice riportare le parole dell’insegnante. Puoi sfruttare il cosiddetto KWL, acronimo che sta per “What I Know” (cosa conosco già), “”What I Want to Know” (cosa voglio sapere) e “What I Learned” (cosa ho imparato). In breve bisogna completare una tabella in cui si risponde a queste tre domande, scrivendo prima tutte le conoscenze pregresse su un argomento, poi gli obiettivi di apprendimento per definire cosa è davvero importante e infine si fa una sintesi di tutte le informazioni acquisite – ovviamente dopo la lettura o l’ascolto della lezione. Un altro metodo efficace per prendere appunti è il “Cornell”, che consiste fondamentalmente nel dividere il foglio in tre parti: un’area principale, sulla destra, dove si scrivono gli appunti veri e propri, un’area in basso, in cui a fine lezione si fa un breve riassunto degli argomenti trattati, e una colonna sulla sinistra dove vanno inserite annotazioni o domande particolari.
- Il secondo consiglio è quello di curare il rapporto con l’insegnate. Non nel senso che tu debba diventare un maestro nel lecchinaggio, ma piuttosto mostrarti attivo nel processo di apprendimento, impegnarti nel comprendere il punto di vista dell’insegnante e segnarti delle indicazioni che possano guidarti nello studio e successivamente nella prova finale come una bussola per capire a cosa dare maggiore importanza.
- Infine, sfrutta i momenti morti. Se viene interrogato un tuo compagno non startene con le mani in mano, ma segnati le domande fatte e ripassa mentalmente per vedere se saresti in grado di dare una risposta adeguata, per esempio. Ho usato spesso la metafora dell’investigazione nell’apprendimento, ed è così che va intesa anche l’esperienza scolastica: lo scopo è assorbire ogni indizio che possa facilitare tutto il resto del percorso.
04. Studio a casa
Per quanto si possa rimanere attenti durante le lezioni, però, il lavoro va fatto anche a casa. Un metodo di studio davvero efficace tiene conto anche di questo, come quello che insegno nei miei videocorsi (scusate, ma una marchetta ogni tanto va fatta) – ad ogni modo ci sono dei principi che fanno tutta la differenza del mondo, vediamone due.
- Innanzitutto sarebbe ideale svolgere i compiti di una materia il giorno stesso in cui vengono assegnati, quando la spiegazione è ancora fresca nella memoria. Questo vale a prescindere da quanto a fondo si sia capito l’argomento, perché se un dato non viene utilizzato, ripreso o applicato in qualche modo per essere consolidato il suo ricordo finirà inevitabilmente per indebolirsi, è un concetto che ho menzionato spesso nel corso del podcast. Quindi, oltre a fare dei ripassi programmati (di cui ho parlato nella seconda puntata), organizzati in modo da fare nel pomeriggio il lavoro relativo alla mattina stessa, per quanto possibile.
- Un altro principio che ritengo essenziale è la pianificazione, che si traduce in quello strumento meraviglioso che è il “masterplan”. Che cos’è? Beh, sostanzialmente si tratta di una tabella in cui devi scrivere tutte le attività della settimana, mezz’ora per mezz’ora, da compilare la domenica per la settimana successiva. E non mi sto riferendo solo agli impegni scolastici, ma anche gli spostamenti in treno, gli allenamenti se fai sport, il tempo dedicato agli hobby, TUTTO. Può sembrare qualcosa di rigido e limitante, ma in realtà è uno strumento potentissimo per diventare padroni del proprio tempo, che si raffina con l’utilizzo e – anche se può sembrare strano all’inizio – aumenta la capacità di essere flessibili e gestire gli imprevisti.
È anche un grande aiuto nello stabilire i propri obiettivi, che devono essere chiari e precisi, non generici. Quando pianifichi la tua settimana di studio non limitarti a scrivere il nome della materia, ma scendi nel dettaglio: quante pagine, quali argomenti, come verificare di aver effettivamente assorbito le informazioni, e quando fare tutto ciò … non lasciare spazio al caso! Inoltre devi analizzare la situazione con occhio critico: sii onesto con te stesso e poniti dei traguardi che “puoi” raggiungere, non che “speri” di raggiungere. Ovviamente migliorerai nella tua capacità di pianificazione nel tempo, non aspettarti che tutto vada come previsto fin da subito, ci saranno sempre degli aggiustamenti da fare.
05. Preparazione a verifiche e test
L’ultimo aspetto da considerare è la preparazione a verifiche e test, che va fatta a 360 gradi:
- È assolutamente fondamentale gestire il voto nel modo corretto: ricordati che non è un giudizio definitivo, ma solo una valutazione della tua performance. Gioire di un buon voto e disperarsi per uno negativo sono entrambi atteggiamenti poco utili, perché il vero obiettivo è l’apprendimento, questo non va dimenticato. La cosa più intelligente da fare, in caso di un voto negativo, è trasformarlo in un’occasione di miglioramento, analizzando le ragioni dietro a quel risultato e sforzandosi di capire come fare meglio la volta successiva. Trattarlo quindi come un mezzo, non un fine: non deve diventare un’ossessione o un motivo per sentirsi superiori o inferiori agli altri, serve solo a determinare quanto padroneggiamo uno specifico argomento.
- Ciò non significa che la performance non vada curata, tutt’altro. Ho già sottolineato l’importanza del testing nella terza puntata, che ti consiglio di andare a riascoltare, e oltre ad essere utile per consolidare le informazioni durante il processo di apprendimento è anche un ottimo modo per simulare le condizioni della prova finale vera e propria. A prescindere che si tratti di un compito in classe o il test d’ingresso ad una facoltà universitaria, ricreare le stesse condizioni del momento della performance aiuta ad acquisire sicurezza e vivere una verifica quasi come una qualsiasi altra occasione di “testing”.
- Infine, qualcosa che troppo spesso viene sottovalutato è curare il proprio stato psicofisico. Ottenere una performance ottimale dormendo poco e male è impensabile, infatti il sonno è il singolo elemento a cui prestare più attenzione, ma ci sono molti modi per tenere a bada il proprio livello di stress. Coltivare le proprie passioni, curare l’alimentazione o inserire una pratica meditativa nella propria quotidianità, per esempio; ognuno deve trovare la combinazione che più gli si addice e capire come mantenere un certo grado di benessere, solo così si può limitare l’ansia da prestazione che può derivare da una verifica o un’interrogazione.
06. Conclusione
La scuola italiana di problemi ne ha tanti, così come ha anche tanti pregi che non vengono menzionati altrettanto di frequente.
Spesso mi ritrovo a parlarne, a dare le mie opinioni e a pensare a come potrebbe evolvere e migliorare in futuro, ma una cosa è certa: bisogna partire da chi la scuola la vive ogni giorno: insegnanti e studenti.
Gli studenti devono fare tutto quello che possono per imparare a studiare meglio, a gestire il carico di lavoro dato dalla scuola (che a volte sembra quasi un esercizio di giocoleria visto il numero di materie) e gli insegnanti devono comprendere le necessità dei ragazzi che si ritrovano davanti, coordinarsi di più per non sommergere di compiti in classe gli studenti e aprirsi a nuovi stimoli nel mondo didattico.
Bisogna lavorare insieme per rendere il processo di apprendimento il più efficiente possibile e per certi versi magari anche piacevole … chiamatemi sognatore, che vi devo dire! Noi ci sentiamo nella prossima puntata!
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