Mi metto nei panni degli altri - #JustTransition
Scopri perché non esiste una sola e unica soluzione alla crisi climatica
15min
Scopri perché non esiste una sola e unica soluzione alla crisi climatica
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Episodi di Guida all’eco-crisi
C’è un TED talk, se siete su 4books sapete cos’è un Ted talks - dicevo - in cui un signore quasi novantenne afferma che una imprescindibile soluzione contro la crisi climatica sia la pastorizia. Fatta in un certo modo.
Il signore quasi novantenne è un affermato biologo. Divenne famoso già all’inizio della sua carriera per una vicenda che lo porterà a tenere un Ted talk visualizzato 9 milioni di volte.
Allan Savory è il suo nome, nasce in Africa, grande passione per la natura, soprattutto per la savana tanto al punto che riuscì a farne il suo lavoro. Divenne infatti consigliere tecnico per alcuni parchi nazionali della Rodesia, oggi Zimbawe per capirci è uno degli stati a nord del sud africa. Il suo incarico non semplice era capire la ragione e magari la soluzione alla desertificazione dilagante nei parchi di quella regione
A dire il vero lui notò una correlazione: le zone che più rapidamente si stavano inaridendo erano quelle in cui vivevano più animali selvatici, in particolare con maggior presenza di elefanti. A quel punto fu chiara la causa e quindi la cura. Una medicina amara. Lui consigliò e riuscì a convincere il governo locale ad abbattere gli elefanti che erano di troppo. Risultato? 40 mila elefanti vennero uccisi a colpi di fucilate e la situazione della siccità peggiorò. Non erano loro la causa della desertificazione. "correlation does not imply causation"
Facciamo un salto temporale e arriviamo ad oggi, sul palco di TED international Allan Savory racconta la sua storia e ci dice che quello fu l’errore più grande della sua carriera che si porterà per sempre i sensi di colpa nella tomba.
Poi passa alla sua nuova soluzione è esattamente l’opposto di quella di quando era giovane: gli animali erbivori sono la soluzione. Secondo lui per combattere la desertificazione ovunque nel mondo dovremmo utilizzare gli animali erbivori che rendono i terreni fertili, che quindi fanno crescere le piante che a loro volta trattengono l’umidità e sequestrano la CO2. Possiamo continuare a mangiare carne. Evviva!Adesso io non voglio giudicare questa proposta, non ne ho le competenze. Io vi dico andatevi a guardare quel ted talk sapendo che le sue teorie sono piuttosto controverse nell’ambiente scientifico.
Il fatto è che esiste un certo 'ambientalismo' che promuove le soluzioni univoche e “facili”. Mentre la scienza condivisa non dà mai soluzioni assolute e sa che qualsiasi approccio si porta delle controindicazioni
Risolvere la crisi ambientale è difficilissimo, non esistono soluzioni univoche, quelle esistono solo nelle nostre teste che fanno fatica a tenere assieme tutto. Allora, nel mio stile, passo in rassegna le soluzioni alla crisi climatica e i motivi per cui non riusciamo ad adottarle.
Uno studio del 2023 ha calcolato che il 10% degli americani più ricchi generano il 40% delle emissioni negli Stati Uniti. I lavori legati alle maggiori emissioni sono: investitori, settore immobiliaree assicurativo. Ci si fa i soldi in questi settori, vero?
In breve più tu guadagni più aumenta il tuo impatto ambientale. As simple as that.
Ma. Tornare all’età medievale, quando la nostra impronta carbonica era praticamente zero, non è un’opzione perché quasi nessuno l’accetterebbe. E una soluzione impossibile da far accettare alla maggior parte degli esseri umani non è una soluzione.
Allora potremmo almeno limitarla questa crescita, no? Convincere le persone a bruciare meno fossili, tipo usare meno l’auto, etc… Cosa potrebbe andare storto? L’esempio più tipico di errore politico in questo senso è la protesta dei gilet gialli in Francia nel novembre 2018. Ci fu un aumento delle tasse sui carburanti per disincentivare il trasporto su gomma e investire in modalità pulite, ma gli scioperi rapidamente assunsero una dimensione più ampia, con altre rivendicazioni sociali e la Francia per un po’ fu fuori controllo. Faceva rabbia l’atteggiamento percepito delle élite che cercano di addossare verso i lavoratori costi della transizione: cioè una carbon taxche andava a colpire le classi già in difficoltà.
Quindi anche se tutta una parte del movimento ecologista vorrebbe uno stop all’uso degli idrocarburi ora, subito, adesso. E anche se da un punto di vista scientifico sarebbe la cosa più logica da fare, i politici al potere difficilmente sarebbero in grado di attuarla. Perché i lavoratori sono già tartassati e in difficoltà per altre questioni, una tassa che cala dall’alto perché loro si sacrifichino mentre i ricchi volano con il jet privato li fa sbottare. E c'hanno pure ragione!
Su quell’esperienza, sempre in Francia è nato uno strumento di democrazia innovativo che si affianca al sistema della democrazia rappresentativa che conosciamo. Le assemblee cittadine. Come funzionano: viene estratto a sorte un campione di cittadini/e, magari cercando di rappresentare le varie fasce d’età e categorie, quindi persone a caso fra la popolazione, come le giurie in America. Chi accetta inizia un percorso di formazione sulla crisi climatica. Viene pagato per farlo così si evita di avere solo figli di papà. Infine l’assemblea lavora su una serie di misure che il governo dovrebbe, secondo loro, implementare.
Ora le assemblee cittadine non sono la soluzione, ma ci fanno capire come le democrazie vengono messe in difficoltà dalle multi-crisi che stiamo vivendo, di cui quella ambientale è una, non l'unica. E quindi non è che le democrazie hanno smesso di funzionare e quindi buttiamole. No! Dobbiamo impegnarci a farle funzionare in modi alternativi e anche se più faticosi.
Prendiamo sempre l’esempio delle auto perché è proprio emblematico. Nel mondo ci sono quasi 1 miliardo e mezzo di auto, è impossibile averle tutte elettriche, assieme all’elettrificazione degli altri consumi.
La Banca Mondiale prevede che la domanda globale per le materie prime della transizione aumenterà del 500% al 2025. La maggior parte avverrà per la transizione green.
Ma dove sono queste materie prime, questi metalli? I giacimenti più grandi sono: litio in Cile e Australia. Cobalto in DRC. Nickel in Indonesia e Filippine. Tutti questi metalli vengono processati in Cina ed è la Cina che poi rifornisce le aziende produttrici di elettronica nel mondo. Non solo, la Cina domina l’estrazione e il processamento delle terre rare.
Invece l’Europa dipende per il 98% dalle terre rare che provengono dalla cina.
Quindi, parentesi geo politica: la Cina si è assicurata il dominio delle risorse minerarie. America ed Europa si impegnano oggi a fare accordi con altri paesi, auguri, il Giappone si è dato all’estrazione nei fondali oceanici.
Non tutti sanno che Europa e Ucraina avevano sottoscritto un patto nel 2021 per l'approvvigionamento delle materie prime e dopo soli 8 mesi c’è stata l’invasione russa.
E qual è la regione del continente europeo più ricca di alcune di queste materie prime? La parte est dell’Ucraina. Esatto, quella occupata da un paese il cui export è per il 60% energia. Questo paese che si chiama Russia lo sa che il mondo va verso l’elettrificazione e che rischia restare senza export perché tutto legato a gas e petrolio.
Ovviamente questa corsa sconsiderata alle materie prime, ovunque siano, anche in fondo al mar è una tragedia per gli ecosistemi. Guarda il paradosso: in nome della transizione green che dovrebbe conservare la biosfera la stiamo distruggendo.
La risposta a una nuova era di conflitti per accaparrarsi le materie prime in modo caotico e quindi distruttivo per gli ecosistemi può essere solamente una gestione mondiale delle risorse. In cui la scienza cerca di capire quali risorse possiamo grattare dal fondo del pianeta causando danni limitati e che siano quanto meno gestibili. E dividendoci equamente queste risorse perché tutti hanno diritto a un tetto confortevole e del cibo sano. Nel frattempo la tecnologia fa passi da gigante e migliora l’efficienza, la produzione di energia, il riciclo e così via.
Se sei arrivato o arrivata a questo punto del podcast io ti ringrazio. Ho scritto questo podcast con il cuore e con l’impegno a spiegare le cose nel modo più chiaro e sincero che io possa. Sono convinto che alle persone e ai bambini le cose vadano spiegate con realtà.
Adesso puoi ascoltare l’ultima puntata, ma quello che volevo dire l’ho detto.
Per favore, non fare che smetti questo podcast e poi continui la tua vita di sempre. Dedica del tempo e delle energie alla transizione ambientale, informati, metti in discussione tutto quello che ho spiegato io in questo podcast, basta che ti dai da fare.