Mi muovo - Mobilità sostenibile
Scegli oggi una vita meno dipendente dall'auto per un domani più pulito e connesso
12min
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Episodi di Guida all’eco-crisi
C’era una volta un paese in cui la metà delle persone andava a lavoro in bicicletta. Andare in bici era sicuro, quindi era bello. Perché quando le strade son sicure, andare in bici è di certo un’esperienza piacevole. Ci basta osservare l’entusiasmo dei bambini alle prese con la loro prima biciclettina per capirlo.
Ma il paese di questa storia non era sempre stato così.
Nel dopoguerra l’industria automobilistica fiorì, tutti volevano un automobile e la pubblicità alimentava questa, come tante altre dipendenze. Le città dovettero perciò adeguarsi e lo spazio pubblico venne via via occupato dai veicoli a quattroruote. Così nel giro di una decina d’anni, fra il 1960 e il 1970 gli spostamenti in bicicletta diminuirono dell’80% rispetto ai viaggi totali, fino a poco più del 20%, le auto invece registrarono un +400%. In dieci anni.
Conseguentemente gli urbanisti si diedero da fare per dare ancora più spazio alle automobili: progetti per pavimentare i canali, ricoprirli di strade e tenerli sotto terra, nuove sopraelevate e revisioni di vecchi quartieri stravolsero le città.
Eppure non tutti erano d’accordo. C’erano ancora molte persone che preferivano andare in bici o perché no, a piedi. Nel contrasto fra queste modalità di uso dello spazio pubblico, pedoni e bici erano gli utenti vulnerabili e nel 1972 la mortalità nelle strade di quella città, di cui vi sto raccontando, raggiunse il picco di 3,260 decessi. Quella città è Amsterdam e fra quelle perdite ci furono dei bambini. Così un movimento molto combattivo iniziò a bloccare le strade più pericolose. E per combattivo intendo che ci sono immagini di auto rovesciate sotto sopra.
Poi avvenne un fatto inaspettato. La crisi petrolifera del 1973 spinse il governo a istituire una giornata al mese senza veicoli a motore. Quella fu l’occasione per le associazioni per mostrare ai loro concittadini che bella poteva essere la loro Amsterdam senza auto.
Il governo prese nota iniziò a chiudere alcune prime strade alle auto dando priorità a pedoni e bici, arrivarono cose come i wooner, le strade viventi.
Oggi è facile dire che Amsterdam sia diversa dalle strade italiane, ma sappi che non è sempre stato così. Oggi ¼ della popolazione olandese prende la bici tutti i giorni e i ¾ dei bambini ci vanno a scuola. Si osservò che più bici vi erano sulle strade, più viaggiare in bici diventava sicuro.
Serve un cambiamento culturale, evvabè si dice sempre ma come si fa?
Ci sono due bestie feroci che dobbiamo affrontare per instillare questo cambiamento. Una chiamata: “resistenza al cambiamento” che abbiamo tutti in un modo o nell’altro. In Italia abbiamo una dose doppia perché siamo un paese vecchio, lo sappiamo, ma va detto. Quando Elon Musk ha incontrato alcuni leader europei nel 2023 ha parlato di gigafactory, di progetti tecnologici, poi è giunto in Italia e la frase che finita sui giornale è se l’italia non s’impegna in politiche per la natalità gli italiani spariranno.
L’altra bestia feroce, con il fumo che esce dalle narici, sono gli interessi economici di chi guadagna dall’industria del trasporto, benzina, strade, autostrade, assicurazioni, bollo, multe, assistenza etcetera. Questa enorme spinta all’uso e consumo dell’automobile ormai fa parte della nostra cultura ed economia e neppure noi ci rendiamo conto di quanto ci siamo dentro.
Un esempio: secondo voi è normale che dopo il Tg2 nazionale mandino il TG2 Motori? Che altro non è che il product placement, dei marchi automobilistici e moto dentro la cornice del telegiornale nazionale, quello più moderato?
Intendiamoci io uso l’auto. Però non la posseggo. La noleggio quando davvero mi serve, per il resto bici, mezzi e piedi. Alcune persone per lavoro o per motivi geografici ha necessità di possedere l’auto, ma chi vive in città potrebbe quasi sempre farne a meno.
Di nuovo intendiamoci: prendere l’aereo, guidare, mangiare carne sono cose che adoro. Però, se hai a cuore un pianeta abitabile fai delle scelte che sembrano limitarti all'inizio ma che poi ti fanno scoprire altri mondi e altri piaceri.
Ho scoperto che le comunità dei ciclisti, come quelle dei camminatori in montagna o di chi predilige il treno sono spesso fatte di persone molto solidali, simpatiche, disposte ad aiutare gli altri. E checché se ne dica, questo discorso può suonare molto romantico e disilluso, ma con le multicrisi che ci sono negli ultimi anni ci rendiamo conto che avremo sempre più bisogno di una rete sociale forte. Affronteremo scarsità di risorse, conflitti, epidemi, clima fuori controllo. Quando ti troverai di fronte a questi problemi risolverai con un’app? Con un video tiktok? Con i selfie di te mentre eri a sharm el sheik?
C’è una vignetta in cui si vede un delegato in un convegno dell’ONU che dice: “Sfortunatamente la crisi ambientale ci ha colpito tutti duramente e noi siamo obbligati a misure draconiane per evitare l’estinzione di massa. Da oggi, con la morte nel cuore, imponiamo a tutti i cittadini e le cittadine di andare in bici e in bus, mangiare poca carne, isolare le proprie case così da abbassare la bolletta energetica e trasformare viali e parcheggi in aree verdi. Il governo sarà costretto a diminuire il traffico nelle città e a riforestare le aree attualmente destinate agli allevamenti intensivi.” Questa vignetta io l’ho disegnata nel 2019.
Se sei giunto o giunta a questa consapevolezza nella tua vita ti accadrà di avere la sensazione ci oltrepassare un varco e inizi a renderti davvero conto di come i nostri comportamenti lascino una traccia di inquinamento. Una sorta di rivelazione.
C’è un tizio che si chiama Jean Marc Jancovici, un ingegnere energetico e ambientale, nonché un consulente in materia di cambiamenti climatici e transizione energetica per il governo Francese. Ha scritto un fumetto bellissimo, disegnato da Christophe Blain chiamato Un mondo senza fine. Lui in buona sostanza dice: i fossili ci danno i super poteri come Iron Man.
I fossili sono un’estensione del nostro corpo e un potenziamento. I veicoli a motori ci fanno viaggiare a 100, 150 ma anche 200 km/h e ci sono molte persone che dopo essersi scontrate a quella velocità si salvano! Questi superpoteri non vengono però da una origine soprannaturale ma dall'estrarre e bruciare quell’energia che ci ha impiegato milioni di anni a formarsi. Milioni di anni e noi la bruciamo per forgiare l’acciaio o per andare a prendere le sigarette dietro l’angolo che non c’ho voglia di farmelo a piedi. Oppure per costruire un temperamatite elettrico di plastica con tutta una serie di circuiti elettronici e una batteria solo perché non ho voglia di girare la matita e poi più divertente!
E se l’auto è il mezzo in assoluto che più degli altri si è diffuso, qual è quello che porta i super poteri a livelli fantastici? L’aereo. Più il potere è potente e più fossili consumiamo, ed ecco perché uno dei comportamenti singoli più emissivi è volare. Ed ecco perché in Svezia, è nato un movimento che si chiama vergogna di volare, Flygskam.
Ancora con sta storia che questo, non è un podcast di tips e consigli ma alla fine ve ne sto dando un po’. Il Parlamento Europeo ha definito tre principi per fare la mobilità sostenibile: