Mindfulness: tutto quello che devi sapere per iniziare
Comprendere il significato della mindfulness: l'arte di essere pienamente presenti con la propria mente
7min
Comprendere il significato della mindfulness: l'arte di essere pienamente presenti con la propria mente
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Episodi di Pillole di Mindfulness
Ciao! Benvenuto nel primo episodio del podcast “Pillole di mindfulness”. Qui puoi imparare la mindfulness con insegnamenti semplici, esercizi pratici e consigli di lettura. In questo primo episodio cerchiamo di capire innanzitutto il significato del termine, la sua origine e le sue implicazioni.
Partiamo!
Da qualche anno il termine “mindfulness” è sempre più presente nelle nostre vite. Lo troviamo sui libri, nei video su internet e persino in televisione. A volte lo troviamo accostato al concetto di meditazione, altre volte a quello di consapevolezza, altre volte all’atto di essere concentrati, altre ancora al godersi il momento presente, e si potrebbe andare avanti ancora per molto. Ma a cosa si riferisce di preciso?
Quello della mindfulness è un tema che ha molte sfaccettature, si presta a molte definizioni, e può essere quindi travisato facilmente. Per prima cosa, cerchiamo quindi di comprendere bene cosa si intende per Mindfulness.
Iniziamo osservando bene la parola: mind-ful-ness. Nella lingua inglese, il suffisso “ness” ci indica generalmente un sostantivo che riguarda uno stato d’animo. Così come happiness è “l’atto di essere happy”, cioè felici, mindfulness è “l’atto di essere mindful”.
Ma cosa significa mindful? Anche qui, dividiamo la parola in due: mind-ful. Il suffisso -ful indica una condizione di pienezza, essere “pieni” di qualcosa. Così come beautiful significa essere “pieni di beauty”, quindi pieni di bellezza e quindi belli, mindful significa essere “pieni di mind”, cioè “pieni di mente”.
Volendo articolare meglio, la parola mindfulness indica “l’atto di essere pienamente presenti con la propria mente”. La parola italiana più vicina a questo concetto è “Consapevolezza”, anche se traducendo in questo modo ci perdiamo parte del significato.
Facciamo degli esempi per comprendere meglio.
Quando stai guidando e intanto pensi se troverai parcheggio, non sei mindful. Quando stai sistemando casa e pensi al weekend al mare, non sei mindful. Quando sei fuori a cena e pensi al lavoro, non sei mindful.
La mindfulness ha quindi a che fare con la piena presenza nel qui e ora.
Torniamo all’esempio della guida. Trovarsi in uno stato di mindfulness mentre si guida significa essere presenti al 100% all’atto di guidare. Non c’è spazio per altri pensieri o azioni, solo per la guida: la mindfulness richiede una completa centratura nel qui e ora.
Pensi sia facile? Non lo è affatto.
Ricordi il maestro Miyagi di Karate Kid? Una delle scene più famose del film è quella in cui dice a Daniel la frase “Metti la cera, togli la cera”.
Immaginiamo di dover dare la cera a un’auto. Si tratta di un compito ripetitivo e non appena i gesti diventano automatici, la nostra mente inizia a vagare per conto suo. Questo è il primo grande ostacolo alla mindfulness.
In generale questo ci accade spesso. Durante le nostre giornate, molte attività sono portate avanti col “pilota automatico”, senza pensare troppo a ciò che facciamo. Quando ci laviamo i denti, quando mangiamo, quando facciamo la doccia. Siamo sempre altrove con la nostra mente, non è vero?
Ecco perché il maestro Miyagi ripeteva sempre “Metti la cera, togli la cera”: per abituare Daniel ad essere presente al 100% a ciò che stava facendo.
L’atto di essere pienamente presenti alla nostra vita non è scontato. In primo luogo perché richiede una completa accettazione del presente. Non possiamo essere davvero presenti se non accogliamo tutto ciò che ci accade. La mindfulness, a suo modo, è spietata. Non c’è spazio per i vari “Cosa sarebbe successo se...”, “Vorrei essere in vacanza”, “Questa situazione non ha alcun senso”. Attenzione però: la mindfulness non ci insegna a gettare la spugna, l’esatto opposto: ci invita a radicarci nel presente e prendercene la responsabilità, con lo scopo di comprenderlo, affrontarlo e utilizzarlo a nostro favore.
Supponiamo ad esempio di aver subìto un torto da un nostro amico. In una situazione del genere è facile cadere nel giudizio e nella reattività. Praticare la mindfulness in questo contesto significa invece accettare il torto subìto e prendersi parte della responsabilità. In questo modo potremo comprendere a fondo le ragioni che hanno generato tale situazione.
Quando ci succede qualcosa di sconveniente, spesso cadiamo nella trappola della lamentazione, che ci fa rimanere sulla superficie delle cose e non ci permette di entrare in uno stato di comprensione profonda.
Non è un caso se prima abbiamo tirato in ballo l’Oriente, seppure con un personaggio inventato come il maestro Miyagi. La mindfulness è un concetto presente in tutte le tradizioni orientali, dal buddhismo all’induismo, perché è in stretta relazione con lo yoga. Le moderne tecniche di mindfulness traggono infatti ispirazione dalle antiche pratiche di yoga, si basano entrambe sulla meditazione, sul respiro, sulla consapevolezza del momento presente, sulla presenza nel qui e ora, sul non-giudizio. Alcune fonti considerano persino la parola inglese "mindfulness" come una semplice traduzione del concetto buddhista di Sati.
La grande differenza sta nel modo in cui noi occidentali percepiamo e pratichiamo la mindfulness, ovvero limitatamente all’aspetto psicologico, senza toccare l’aspetto mistico e trascendente. In estrema sintesi, potremmo quindi vedere la mindfulness come l’adattamento moderno occidentale delle antiche pratiche spirituali.
Prima di passare all’esercizio occorre sottolineare una cosa. La mindfulness non è un interruttore on/off, una cosa che si ha o che non si ha, è piuttosto un percorso, una scala che va percorsa con determinazione. È necessario praticare la mindfulness se si vuole imparare e migliorare, non basta studiare.
L’esercizio che ti proponiamo in questo episodio è molto semplice, perfetto per iniziare. Ogni giorno prenditi 3 minuti per sederti e respirare profondamente. Inizia con 3 minuti, non strafare. Non è necessario chiudere gli occhi, né mettersi nella posizione del loto. Puoi farlo anche steso sul letto o seduto sul divano, come preferisci. L’importante è che in questi 3 minuti la tua attenzione rimanga fissa sul tuo respiro. Mentre respiri, ascolta anche i movimenti del tuo corpo, che si riempie durante l’inspirazione e si svuota durante l’espirazione. Se la tua mente inizia a vagare, non preoccuparti: è del tutto normale. Riportala con gentilezza sul tuo respiro. Puoi anche aiutarti ripetendo mentalmente “inspiro” mentre stai inspirando ed “espiro” mentre stai espirando, un po’ come faceva il maestro Miyagi con la cera.
Il primo libro che ti consigliamo di leggere in questo percorso è “The Miracle of Mindfulness”, del monaco vietnamita Thich Nhat Hanh, lo trovi anche qui su 4books. In questo testo troverai tanti spunti per comprendere il significato di mindfulness e per praticarla quotidianamente.
Per questo episodio è tutto! Nel prossimo vedremo perché è fondamentale praticare la mindfulness nella società attuale e ti daremo altri spunti per portarla nella tua vita.
Al prossimo episodio e … stay mindful!