
Obiettivi
Trasforma i tuoi buoni propositi in piani d’azione concreti
9min

Trasforma i tuoi buoni propositi in piani d’azione concreti
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Episodi di Il mito della motivazione
Due settimane. È questa, in media, la durata della maggior parte dei buoni propositi di inizio anno. E non è solo un’impressione, esiste proprio il “giorno dei rinunciatari” il “quitter’s day”, ed è il secondo venerdì di Gennaio… Nel migliore dei casi, qualcuno resiste un paio di mesi… ma la verità è che la maggior parte dei buoni propositi resta lì, a prendere la polvere sul fondo di un taccuino o di un’app… Ma perché va a finire così? Perché così tanti partono pieni di entusiasmo e motivazione… e così pochi arrivano poi fino in fondo? In questa seconda lezione parliamo di obiettivi. Uno strumento che, se usato bene, è potentissimo: ci permette di incanalare energie e risorse nella giusta direzione, e raggiungere risultati altrimenti impossibili. Uno strumento che, se usato male, è pericoloso: può paralizzarci, demotivarci, farci tornare indietro. Un obiettivo infatti funziona solo se sappiamo come usarlo e soprattutto se riusciamo ad adattarlo a noi stessi, e la verità… è che siamo tutti diversi: c’è chi è più analitico, chi ha una mente più creativa, chi è spronato dalla sfida, chi invece è frenato dallo stress… Il giusto obiettivo però, può diventare la nostra bacchetta magica — e ogni mago ha la sua. Il giusto obiettivo può essere la nostra tavola da surf, per cavalcare l’onda della motivazione. A prescindere dalla nostra indole, a breve vedremo alcuni principi base che ci consentono di formulare un buon obiettivo e di raggiungerlo. Ma prima, lasciatemi fare una premessa… una importante. Non bisogna trovare l’obiettivo perfetto, perché a volte è proprio questa ricerca a bloccarci: troppa pianificazione, troppe aspettative… rischiamo di mollare ancor prima di iniziare o di lasciarlo lì a prendere la polvere poco dopo. Almeno all’inizio, la nostra dev’essere una lotta contro il perfezionismo. L’unica cosa che conta è trovare l’obiettivo che funziona, ossia che ci spinga ad agire e che ci semplifichi il cammino, stop: questo è un buon obiettivo. Dimentichiamoci quindi di sigle o acronimi assurdi… e andiamo a fare insieme un lavoro di immaginazione. Siamo i capitani di una barca e se vogliamo arrivare a destinazione avremo bisogno di percorrere questi 3 step: Primo: impostare la bussola. Ponendoci questa semplice domanda: “Cosa mi emozionerebbe davvero festeggiare?” Magari un traguardo lavorativo o sportivo, l’acquisto di qualcosa per noi importante, organizzare il viaggio dei nostri sogni… ma anche un obiettivo legato allo stile di vita che si vuole avere, senza complicare troppo. Molti pensano che un buon obiettivo debba essere: Specifico, Misurabile, Raggiungibile, Rilevante, Temporizzabile… evitando qualsiasi tipo di ambiguità. Certo, da una parte più ci riusciamo meglio è ma a patto che non diventi un freno… In realtà, anche “voglio vivere una vita più serena” o “voglio passare più tempo con la mia famiglia” sono obiettivi più che validi e auspicabili… purché vengano seguiti poi da un piano d’azione concreto ma lo vedremo tra poco. In questa prima fase l’importante è descrivere lo scenario che ci emozionerebbe vivere, il risultato che vorremmo celebrare: qualcosa che per noi abbia un significato particolare, descrivendolo nel modo più vivido possibile. E a questo punto: scriverlo. Tutti gli studi sono molto chiari a riguardo: chi scrive i propri obiettivi ha molta più probabilità di realizzarli. Non importa il formato: può essere un quaderno, una nota, un documento sul pc… mi raccomando, scegliamo quello che ci risulta essere più pratico e comodo nel quotidiano, il perché lo capiremo tra poco. Quindi, ricordiamoci: gli obiettivi sono la bussola che ci dà la direzione in cui andare… Il come arrivarci, lo vediamo nel secondo step. Guidare la nave. Da bravi capitani, dobbiamo adesso andare a capire e decidere quali saranno le manovre da compiere per portare la nave a meta… E qui entra in gioco il sistema: un insieme di azioni giornaliere, settimanali o mensili che si ripetono e ci consentono di navigare nella giusta direzione. Vi faccio qualche esempio: Il mio obiettivo è correre una maratona? Un sistema, semplificato, potrebbe essere: “allenarmi 3 volte a settimana” Certo, ci sarà da scegliere un coach, impostare gli allenamenti, acquistare il materiale, prenotare la gara ecc… ma il sistema, la base da garantirci per arrivare a destinazione… sarà questo. Voglio realizzare un progetto personale? Anche qui, tante attività… ma il sistema alla base potrebbe essere: “lavorare 3 ore a settimana sul mio progetto.” Sto facendo degli esempi molto basilari, giusto per comprendere il meccanismo… L’importante è che queste attività siano misurabili e che dipendano solo da noi. Per intenderci: “Ottenere 5 clienti questa settimana” potrebbe non essere del tutto sotto il nostro controllo. “Contattare 5 potenziali clienti” invece lo è. Ad ogni modo, per il nostro sistema possiamo scegliere 2 tipologie di attività: Attività di input, legate solo al tempo che viene dedicato e perfette soprattutto all’inizio, quando non abbiamo ancora dei parametri di riferimento: leggere per tot minuti, studiare per tot ore… E attività di output, legate invece al risultato ottenuto: leggere tot pagine, allenarsi tot volte, pubblicare tot articoli… Ovviamente tutte queste attività possono avere diversi vincoli: giornalieri (es. allenarmi ogni giorno), settimanali (es. allenarmi tot volte a settimana) o anche mensili… Chiaramente meno ci vincoliamo giornalmente e più flessibilità ci diamo per riuscire… sperimentiamo pure per trovare ciò che funziona di più per noi. Una volta impostato il nostro sistema possiamo scriverlo sotto al nostro obiettivo insieme (mi raccomando è importantissimo) a un segnapunti, una tabella dove tener traccia dei nostri progressi che andremo a riempire di settimana in settimana nel terzo ed ultimo step, il più importante. Correggere la rotta (celebrando i piccoli traguardi). Spesso partiamo con entusiasmo… ma ci perdiamo subito dopo essere usciti dal porto. Questo perché non rivediamo la bussola, e non teniamo conto delle mansioni compiute sulla nave. La fisica ci insegna che il disordine tende sempre ad aumentare e lo stesso vale per noi, per le nostre vite, per i nostri impegni… Per questo, da bravi capitani, dobbiamo prevedere nel nostro sistema la mansione più importante di tutte: la revisione settimanale. Bastano 15 minuti, nel weekend o a inizio settimana, per fare il punto della situazione: Festeggiare i nostri risultati. Annotare le nostre riflessioni. Organizzare la settimana a venire. Questo è il momento più importante della settimana perché: Ci permette di tornare in carreggiata. Ci rende consapevoli di cosa sta funzionando e cosa no. Ci permette di aggiustare e migliorare di settimana in settimana il nostro sistema. E tutti gli studi lo confermano: monitorare i progressi aumenta di molto la probabilità di successo. Lo avrete sicuramente notato… quando teniamo a mente qualcosa, il cervello inizia a cogliere opportunità, segnali e risorse legate a quel pensiero come il famoso “effetto Fiat 500”: quando pensiamo di voler comprare una macchina, eccola improvvisamente apparire ovunque ci giriamo. Lo stesso funziona per i nostri obiettivi. Paradossalmente quindi, più revisioni riusciamo a fare meglio è. Nel nostro sistema può essere presente quindi Una revisione settimanale. Una Revisione Trimestrale (ogni 3 mesi). E, per chi ha voglia spingersi oltre, una revisione giornaliera, di mattina o sera in cui rivedere velocemente i nostri obiettivi. Vi lascio quindi un piccolo esercizio pratico, da cui poter partire e iniziare a sperimentare… Quello che abbiamo imparato nella lezione precedente sulla motivazione, è valido anche e soprattutto qui: possiamo usare gli obiettivi per generare la motivazione che stiamo cercando e cavalcare l’onda. Ecco l’esercizio: lo possiamo chiamare “l’obiettivo impossibile da fallire”. Scrivi qualcosa che ti emozionerebbe festeggiare da qui a 3 mesi, sul supporto che usi di più nel quotidiano. Scrivi quindi un sistema per la prima settimana che sia impossibile da fallire… talmente piccolo da sembrare ridicolo (questo è fondamentale) e crea un piccolo segnapunti. Blocca 15 min nel weekend per rivedere come sta andando: fai il punto della situazione, riempi il segnapunti, descrivi com’è andata, e programma il sistema per la settimana successiva. Stop. Il segreto non è partire in grande per poi fermarsi… il segreto è partire in piccolo e correggere mano a mano la rotta. L’obiettivo sarà la nostra tavola da surf per cavalcare l’onda della motivazione. Ti aspetto nella prossima lezione.