
Intergenerazionalità
Perché lo scambio generazionale è una risorsa preziosa
8min

Perché lo scambio generazionale è una risorsa preziosa
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Eccoci nuovamente qui su Inclusioni a parole, il luogo dove il linguaggio si trasforma per abbracciare ogni voce. Sono sempre Marcella Loporchio e oggi vi porto su una giostra fantastica, un viaggio nel tempo e che però lo faremo non come nel film Ritorno al futuro con la DeLorean, ma con quello che è un shaker fantastico di conoscenza, di termini e di perché no, un minimo di curiosità. Sì, oggi parleremo della intergenerazionalità, un ponte tra passato e futuro. Io mi sento comunque molto attuale nonostante io rientri in quella che è una Gen X, ma non mi dispiace non essere Gen Z e ancora meno Gen Y, ma c'è un mix di tutti questi e soprattutto il fatto che molto spesso i giovani e le giovani dicono, o dicono mio nonno, mia nonna, le persone più grandi sono illuminate quelle vicino a me, oppure viviamo su due pianeti diversi. Mi è capitata un'esperienza proprio quest'estate in cui un ragazzo di 18 anni diceva: noi non siamo capiti, quindi forse l'unica soluzione è aspettare che le persone più grandi si estinguano. Io ho detto, beh, allora io a sto punto me ne vado, ma non mi voglio estinguere, voglio invece cercare di capire. Dobbiamo iniziare con lo sfatare alcuni miti. I giovani d'oggi non sanno lavorare duro. Questo è un classico, per cui si dice che i millennial, Gen Z, non sanno lavorare duro, si stancano, non sanno fare niente, si lamentano. Peccato che loro siano tra i primi ad arrivare in ufficio. L'unica cosa è, mannaggia, ma come si vestono questi ragazzi? Perché è un problema stare in jeans e t-shirt, invece che in completo, invece che mettere una camicia.
Generazione più grande, iniziate a riflettere, non iniziate a dire, no ma per me non ci sono assolutamente problemi, altrimenti nelle aziende non ci sarebbe tutto questo bel potpourri di criticità e non si dovrebbe parlare di diversity, equity ed inclusion perché saremmo tutti quanti pezzi unici e valorizzati. E poi un altro mito, gli anziani e le anziane non capiscono la tecnologia. Come mai poi magari trovate vostra nonna o tante donne, tanti uomini, anche coppie devo dire che hanno magari più follower di voi su Instagram. Quindi perché i giovani non iniziano ad aprirsi da questo punto di vista e forse, e forse, iniziare a creare all'interno di un contesto aziendale un touch buddy program in cui, come i programmi proprio di buddy, in cui ci si prende cura dei propri talenti. Beh in questo caso non si è uno scambio di saggezza e di competenza.
Un altro dei miti incredibile da superare proprio in questa questione dell'intergenerazionalità: non possiamo lavorare insieme, abbiamo valori diversi. Chissà perché davanti ad un buffet si va tutti quanti d'accordo e quindi anche il fatto di, in questo caso, andare a creare quello che può essere un qualcosa di tangibile di quelli che sono i valori, questo potrebbe anche fare la differenza. Ma perché noi dobbiamo fare tutto questo? Lo scambio generazionale è una necessità e un obbligo, ci serve o non ci serve? Allora, io vi dico che è sia una necessità che un obbligo, ma perché dobbiamo iniziare a capire una cosa, il mondo va avanti, ora abbiamo un'invasione massiva, molto forte di tutto quello che è l'intelligenza artificiale, che dobbiamo sempre però ricordarci di una cosa, viene alimentata da noi, quindi se noi diamo da mangiare schifezze a quest'intelligenza artificiale e magari l'alimentiamo di tutti quelli che sono i nostri pregiudizi nei quali andiamo a dire che i più giovani comunque sono debosciati o i più anziani non capiscono niente, beh noi avremo una tecnologia che è falsata in quello che può essere l'aiuto e il supporto che ci potrebbe dare e quindi non dimenticate mai che invece nell'interscambio è importante questo, creare un ponte generazionale che faccia sì che ogni persona metta da parte un pizzico di sé per andarla a mettere al servizio degli altri, perché l'esperienza quando incontra l'innovazione e la saggezza si sposa con l'entusiasmo, sono dei booster incredibili, meglio di una crema lifting o di un trattamento di quelli che va a promettere dieci anni in meno i miracoli che ti durano dalla sera alla mattina poi, all'interno di qualsiasi contesto.
Cercare di creare dei momenti all'interno dei quali poi non si parli solo unicamente di lavoro, ma si vadano a vivere le esperienze, è chiaro che da un lato dovrete comunque accettare voi più giovani che ci sia una persona che vi dica ai miei tempi no o che voi diciate vabbè ma queste cose sono proprio sballate. È un po' come sulla musica, magari ci potremmo tutti quanti ritrovare su un sano David Bowie d’annata che sfida tutte le età, tutti i contesti e tutte le generazioni, ma è molto importante anche una cosa che comunque si creino dei team intergenerazionali dove la collaborazione e il riconoscimento delle competenze uniche di ciascuna generazione vada ad assegnare dei compiti che ne sfruttino i punti di forza e qui andiamo nel concetto che è quello dell'equità, io ti devo rendere in base alle tue abilità in modo tale da avere le stesse tipologie, la stessa opportunità di esprimerti e poi andare a favorire quella che è una partecipazione che deve essere assolutamente facilitata da una comunicazione aperta e rispetto reciproco, nel caso in cui tutto questo non fosse possibile perché ci sono delle grandi resistenze o il linguaggio che può fare danni perché è peggio che puntare il dito, magari andare a creare dei programmi di mentoring dove i dipendenti più esperti possono andare a guidare i più giovani, ma senza alcun tipo di pregiudizio e riserve, dall'altro parte i più giovani non si devono sentire o le più giovani i poveri sfigati, ma invece andare a dare il loro contributo soprattutto sulle nuove tecnologie, i trend moderni, perché io posso essere contraria che ci sia una persona che agisca e si comporti in un determinato modo, ma se io voglio veramente andare in quella che è una società di tipo rispettosa, in una società nella quale anche io mi senta riconosciuta come persona, come donna, con tutte quante le mie identità e le mie dignità, beh forse devo iniziare ad ascoltare attivamente e a comprendere che non esiste una generazione migliore o una migliore, ai miei tempi era in un modo e ora ne sono in un altro. Noi dobbiamo vivere continuamente quello che è il cambiamento e ricordiamoci sempre che insieme noi facciamo la differenza, sempre.