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Paternità
La seconda di due lezioni sulla genitorialità, per renderla davvero un diritto condiviso
8min
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La seconda di due lezioni sulla genitorialità, per renderla davvero un diritto condiviso
8min
Eccoci qui per una nuova lezione del corso in formato podcast Inclusione a parole, il luogo dove il linguaggio si trasforma per abbracciare ogni voce. Sono Marcella Loporchio e anche oggi in questo episodio, che si collega a quello precedente, cercherò di sensibilizzare su delle tematiche che ho voluto mettere insieme e che forse non avete mai pensato. Da un lato abbiamo già parlato di quella che è la maternità, ma avete mai pensato alla maternità? Anche no! E dall'altra parte è quello che può essere un desiderio di paternità. Al di là di quelle che sono le cose naturali per cui il parto di una donna e l'uomo a livello paterno può non solo prendersi cura dopo che nascono i bambini e le bambine, però dobbiamo anche vedere che c'è un'importanza, un'importanza di esperienze che vanno ad influenzare una vita lavorativa e una vita personale.
Spesso noi sentiamo parlare di donne che desiderano diventare madri come se fosse l'unico obiettivo della loro vita. Per carità, rispettabilissimo tutto questo, se è una libertà di scelta e se non è un dovere accontentare qualcuno o l'ambiente nel quale viviamo o perché ci si pensa che, mi raccomando, a una certa età ti devi sposare e avere dei figli perché poi ahimè noi donne abbiamo anche l'orologio biologico. Questo andando a mandare a quel paese tutte quelle che possono essere le aspirazioni, i desideri, le ambizioni, il pensare eccetera eccetera. Ma cosa succede quando una donna decide di non volere figli? Le reazioni comuni possono variare da quella che è un'incomprensione, giudizi come non capisci quale sia la bellezza di essere una madre. Beh, io non sono una madre e non importa il motivo per cui non sono madre, ma mi son sentita dire per tutta una vita tu non puoi capire perché non sei madre e se le parole hanno un senso, hanno un peso, hanno un significato immaginate quanto questo abbia potuto farmi male e quanto questo può far male nella vita di ognuna di noi.
Però è importante anche andare a riconoscere il fatto che non tutte le donne attribuiscono lo stesso valore alla maternità, alcune possono nei loro progetti di vita non includere un figlio nei loro piani futuri, oppure una visione negativa di quelle che sono le problematiche, le problematiche globali può portare anche ad una scelta di non voler mettere al mondo un figlio, il fatto di aver vissuto magari delle situazioni a livello familiare che sono state di mancanza di affetto da parte dei genitori, piuttosto il fatto di sentirsi inadeguate a ricoprire il ruolo di madre, nonostante tutti intorno dicano sei la migliore del mondo e sarai la madre migliore del mondo. E poi gli aspetti economici, perché mantenere un figlio non è proprio la cosa più semplice del mondo, considerando poi anche quella che è l'aumento della nostra inflazione, l'aumento dei prezzi e così via, oltre il fatto che il cambiamento fisico è inevitabile e non tutte le donne sono disposte ad accettarlo. Però la questione è se io scelgo senza giudizio, io sono libera di decidere cosa sia meglio per me, quindi tutto questo se diventare madre o meno, il padre lo diventa di conseguenza e il ruolo del padre tradizionalmente era stato visto come secondario ed era stato visto come colui che si deve prendere cura della famiglia portando fondamentalmente i soldi. Stiamo sradicando tutto questo, stiamo cercando di andare a coinvolgere sempre di più l'uomo attivamente in una vita familiare e devo dire che i padri desiderano essere sempre più coinvolti nella vita dei loro figli e della loro figlia, per cui il congedo di paternità rappresenta un passo importante in questa direzione. Il congedo di paternità obbligatorio dura solo 10 giorni, un periodo che risulta un po' miserino considerando anche quello che succede all'estero in cui hanno quasi una parità di quelli che sono i permessi o comunque una facilità anche di alternanza di prendersene con i loro compagni o le loro mogli. Il desiderio di estendere questo congedo è molto alto, però diciamo che tutto questo non è sempre facile. Non tutte le aziende sono pronte e quindi il rischio di avere delle ripercussioni professionali spesso frena anche i padri da richiedere il congedo. Sappiate che il congedo obbligatorio è una delle tematiche sulle quali si cerca sempre di lavorare, ma dobbiamo anche considerare che se per noi potrebbe risultare la cosa più agevole del mondo dire facciamo cinque mesi di congedo obbligatorio per i padri, questi comunque comportano dei costi che le aziende o comunque anche lo Stato se dovesse sopportare non sono assolutamente gestibili con quello che noi stiamo affrontando, ma nello stesso tempo però la cosa importante è andare a comprendere che da un lato sì ok favoriamo quelli che sono i congedi parentali, ma dall'altro lato non andiamo a far subire penalizzazioni magari alle donne lì dove partoriscono e diventano madri.
In tutto questo il fatto che i padri a volte nelle aziende manifestino, alcuni con grande piacere, altri con resistenza, una necessità di dare un maggiore supporto potrebbe voler dire non tanto che io non voglio essere padre, ma che forse c'è un ambiente che non mi permette di sentirmi libero di poter dire che vado a prendere mio figlio per andare a danza perché magari c'è il sotteso della battutina e tua moglie che cosa fa? Bisogna promuovere quella che è una cultura della genitorialità condivisa perché questo aiuta a normalizzare la partecipazione attiva dei padri nella cura dei figli e delle figlie, oltre che le aziende dovrebbero offrire orari flessibili, opzioni di lavoro agile per consentire quindi a entrambi i genitori di bilanciare meglio il lavoro e la vita familiare, accettare le decisioni di ciascun genitore riguardo la maternità, la paternità senza alcun tipo di giudizi e inoltre pensiamo questo, sono entrambi la maternità e la paternità delle esperienze ricche, complesse, meritano rispetto, comprensione, accettare le scelte individuali riguardo a questa tematica è fondamentale, solo così si può parlare di equità e di inclusività e allo stesso tempo anche accettare e non colpevolizzare chi per qualsiasi motivo non rientra in questo paradigma. I padri sono sempre più presenti, le figure importanti al di là di essere un padre o una madre devono essere le figure che si prendono cura del figlio o della figlia. Ricordate sempre che insieme possiamo fare la differenza.