Come raggiungo i miei obiettivi?
In questo episodio scopriremo insieme come fissare e raggiungere i propri obiettivi
10min
In questo episodio scopriremo insieme come fissare e raggiungere i propri obiettivi
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Episodi di Domande per Crescere
Quello degli obiettivi è un argomento che stiamo sfiorando dall’inizio di questo podcast. Il perché è abbastanza ovvio: gli obiettivi sono strettamente legati al tema della crescita.
Che si tratti di crescita personale, professionale o aziendale, gli obiettivi sono un elemento importante e onnipresente.
Anche senza essere esperti del tema, ci confrontiamo quotidianamento con gli obiettivi. Se mi iscrivo in palestra e ricevo una scheda di allenamento ho degli obiettivi. Se inizio una nuova alimentazione il nutrizionista mi darà degli obiettivi. Se mi unisco a un team di lavoro una delle prime cose che mi comunicheranno sono gli obiettivi. Se decido di lanciare un mio progetto per capire come sta andando dovrò definire degli obiettivi.
Come vedi, gli obiettivi sono nella nostra vita anche quando non ce ne rendiamo conto.
In casi come questi, quando un argomento è sdoganato e fa parte della nostra quotidianità, il rischio è che lo si sottovaluti. Convinto di sapere tutto sugli obiettivi non ci do grande peso perché… in fin dei conti… cosa c’è da sapere sugli obiettivi.
Beh, come scopriremo in questo episodio c’è molto da sapere sugli obiettivi e conoscerli appieno può fare la differenza nel raggiungerli o meno.
Mi sono imbattuto in questo argomento per la prima volta quando mi sono iscritto all’università. Sono sempre andato molto bene a scuola, ma non studiavo tanto e l’università non era assolutamente nei miei piani. Diciamo che me la cavavo facendo il minimo sforzo per ottenere il massimo risultato. Il famoso 80-20 di Pareto.
All’università è cambiato tutto. Ero autonomo nello studio. Dovevo definire io i tempi e i modi con cui studiare le materie e affrontare i relativi esami. Quella è stata la prima volta che mi sono scontrato con la mia incapacità di definire bene degli obiettivi. E infatti in almeno due occasioni avevo pensato di buttare la spugna e ritirarmi dagli studi.
Proprio in quegli anni, in contemporanea, iniziava la mia avventura imprenditoriale. Non mi entusiasmava l’idea di fare il dipendente di qualcuno e non volevo assolutamente gravare sulla mia famiglia e quindi iniziai a fare impresa fin da subito, per pagarmi l’università.
Certo, fare impresa è un parolone, facevo siti web insieme a degli amici. Ma a quell’età mi sembrava di vivere il sogno della Silicon Valley.
Ben presto, anche su quest’altro versante, ho capito che gli obiettivi erano fondamentali.
Non avevo nessuna esperienza imprenditoriale, non avevo mai letto un libro sul tema e all’università non studiavo business, ero iscritto a informatica e l’imprenditoria era la cosa più lontana che ci fosse sulla faccia della terra dal mio percorso di studi.
Pensavo di cavarmela in maniera intuitiva. Nella mia testa era tutto molto facile: mi procuro i clienti, gli faccio un preventivo, io gli realizzo il lavoro e loro me lo pagano.
C’è voluto molto poco per capire che mi sbagliavo di grosso! Che in entrambi i mondi del me ventenne (quello da studente e quello da imprenditore) c’era qualcosa di importante che mancava: gli obiettivi.
Da lettore vorace ho fatto la cosa che faccio sempre in questi casi: fiondarmi sui libri per capirne di più.
In questo caso i libri in questione erano di due tipi: biografie di grandi imprenditori del passato e libri tecnici sul fare impresa. Se possibile, libri americani.
Non potevo immaginare di aver scoperchiato il vaso di Pandora.
Sugli obiettivi c’è di tutto. Letteralmente di tutto.
Tante scuole di pensiero, approcci, strumenti e tecniche. Ovviamente ognuno ne parla dal suo punto di vista e prova a portare acqua al suo mulino.
Lo sportivo ti racconterà cose diverse dall’imprenditore. La grande azienda presenterà un approccio completamente diverso dalla giovane startup. L’esperto di oggi condividerà strumenti e tecniche lontanissime da quello degli anni 80. E così via.
Queste sono le situazioni in cui si aggiunge complessità su complessità. Non solo non conoscevo l’argomento, ma più lo approfondivo e più mi arrivavano messaggi contrastanti.
O almeno così pensavo all’inizio. In fin dei conti siamo spaventati dalle cose che non comprendiamo e quindi immergermi nella lettura di un argomento così nuovo per me mi faceva sentire con la testa in una campana.
E ogni volta che mi sono trovato in scenari del genere ho sempre provato a tirare fuori un distillato di tutto ciò che imparavo. Sarà forse per la mia formazione o per un’attitudine innata, ma in questi casi mi viene naturale provare a trovare dei pattern comuni. A unire puntini alla ricerca di dettagli su cui sono tutti d’accordo.
Inoltre negli anni crescendo, oltre a dover occuparmi della mia azienda, venivo sempre più spesso chiamato per fare formazione e consulenza in aziende di terzi.
Questo mi ha spinto ancora di più a unificare e semplificare l’argomento. E, attenzione, per me semplificare non significa banalizzare. Il ruolo della semplificazione è quello di rendere accessibile una conoscenza, e rispondere alle aspettative di chi si mette in ascolto con fiducia.
Un po’ come stai facendo tu ora ascoltando questo podcast.
E così ho accumulato letture e appunti, ricerche scientifiche, strumenti, tattiche e tanto altro materiale utile sul tema degli obiettivi. Materiale che poi riversavo nei miei workshop e nelle mie lezioni.
Fino a che qualche anno fa ho deciso di metterlo nero su bianco all’interno di un libro. Quando nel 2021 ho pubblicato L’arte della pazienza ho dedicato un capitolo intero al tema degli obiettivi. Cercando di riassumere, semplificare e schematizzare ciò che per me era importante su questo argomento. L’arte della pazienza lo trovi anche qui su 4books.
Il rischio in questi casi è sempre quello di lasciare fuori qualcosa, ma per chi si avvicina all’argomento per la prima volta ci sono 4 elementi importanti da considerare sugli obiettivi:
Andiamo nel dettaglio di ogni punto.
Potrà sembrare banale, ma la prima cosa per poter raggiungere i propri obiettivi è saperli definire bene.
Ci sono tantissime tecniche di definizione degli obiettivi che negli anni sono nate. Alcune specifiche per un settore o un contesto, altre legate a una moda del momento. Ma una che trovo sempre valida, anche col passare degli anni, sono gli obiettivi SMART.
SMART è un acronimo che sta per: specific, measurable, achievable, relevant, time based.
Significa che un buon obiettivo deve avere queste 5 caratteristiche: essere specifico e non generico, avere un dato misurabile in maniera oggettiva, essere concretamente raggiungibile, deve essere importante per te, deve avere una chiara scadenza temporale.
Ad esempio, un pessimo obiettivo è “voglio mettermi in forma”. Lo stesso obiettivo definito in maniera SMART potrebbe essere “Voglio perdere 5 kili nei prossimi 3 mesi per arrivare in forma al giorno del mio matrimonio e indossare quella camicia che adoro”.
O, se vogliamo fare un esempio più business, un pessimo obiettivo è “voglio più clienti”. Lo stesso obiettivo definito in maniera SMART potrebbe essere “voglio avere almeno 2 clienti in più al mese, per i prossimi 6 mesi in modo da aver raddoppiato il fatturato per fine anno e poter assumere quella figura che ci manca”.
Per fare un buon lavoro di definizione bisogna sapere distinguere obiettivi a breve periodo da quelli a lungo periodo. E siamo al punto 2.
Ci sono persone visionarie che sono bravissime sul lungo periodo, ma poi si perdono in un bicchiere d’acqua nel breve periodo. Sanno dove vogliono essere tra 5 o 10 anni, ma non hanno pianificato cosa fare domani e la settimana prossima.
Al lato opposto ci sono le persone super pragmatiche, sempre organizzate nell’immediato, ma hanno perso di vista la visione. Hanno il calendario pieno per i prossimi 3 mesi, ma non sanno dove stanno andando.
Io credo che il bilanciamento tra questi due elementi sia fondamentale. Il lungo periodo è la visione. Il breve periodo è la concretezza. Da un lato la pazienza di guardare lontano e dall’altro la costanza di arrivarci passo dopo passo.
E una volta che abbiamo definito bene i nostri obiettivi, uno step importante da fare (il numero tre) è condividerli con qualcuno!
Potrebbe sembrare controintuitivo, ma questo è un passaggio importante. Nel 2019 il professor Howard J. Klein ha mostrato come la condivisione degli obiettivi abbia un enorme impatto sia sull’impegno che mettiamo verso l’obiettivo che sulle performance che abbiamo rispetto a esso.
Dalla ricerca emerge però che l’effetto positivo si ottiene solo quando condividiamo gli obiettivi con qualcuno che ha uno status superiore al nostro come un manager, un mentore, un caro amico, un genitore.
Secondo Klein, se non ci importa niente dell’opinione della persona cui lo stiamo dicendo, questo non influirà sul nostro desiderio di persistere fino a raggiungere l’obiettivo. Mentre siamo portati a essere dedicati e persistenti quando abbiamo condiviso il nostro obiettivo con qualcuno che per noi rappresenta un modello, un’autorità o un punto di riferimento.
Il quarto e ultimo punto è secondo me il più importante.
Non basta definire degli obiettivi, dobbiamo anche avere un piano per raggiungerli. Quelli che prima ho definito dei processi.
Se ci pensi ha molto senso. Definire gli obiettivi è facile (voglio mettermi in forma, voglio imparare una lingua, voglio viaggiare, voglio cambiare lavoro), la parte difficile è capire cosa fare di concreto per raggiungerli.
Questo si lega strettamente al bilanciamento tra obiettivi a lungo termine e a breve termine. Devo avere la visione e la lungimiranza di guardare lontano, ma mi serve anche la concretezza di fare i passi per arrivarci.
C’è sì una bellissima meta a cui abbiamo puntato, ma dobbiamo mettere i mattoncini sul percorso che ci porterà a quella meta.
È quello che provocatoriamente lo scrittore e fumettista Scott Adams ha riassunto con “I perdenti hanno solo obiettivi, i vincenti hanno sistemi”.
Hai ascoltato un episodio di Domande per crescere. Io sono Raffaele Gaito, fondatore del Growth Program, l'academy che ti aiuta a far crescere il tuo business e il tuo mindset. Ti do appuntamento nel prossimo episodio nel quale parleremo di competenze e scelte di vita. Ma è vero che dobbiamo specializzarci per forza? Che succede se abbiamo tante passioni diverse?. Metti in play l’episodio 4 se ti sei posto questa domanda almeno una volta.