Dove trovo lo scopo?
Lasciati ispirare da storie di grandi leader e impara a vivere in coerenza con il tuo scopo.
11min
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Episodi di Domande per Crescere
Picasso una volta disse che “il senso della vita è trovare il tuo dono, lo scopo della vita è di darlo via”
Non è bellissima questa frase? Focalizzare l’intera vita sul dare agli altri invece che sull’ottenere qualcosa.
Il messaggio di fondo rischia di essere frainteso, di passare per hippie, di sembrare quasi qualcosa pensato per acchiappare qualche like in più su instagram.
In realtà credo che ci sia qualcosa di molto profondo in quella citazione iniziale e infatti ho strutturato il mio lavoro, il mio modo di comunicare e, più in generale, il mio approccio alla vita, esattamente in questo modo.
Quello è il mio scopo. Quello che gli americani chiamano il purpose, il famoso e vitale purpose che ci fa andare avanti.
Ma prima di andare avanti, facciamo un attimo un passettino indietro.
Perché oggi per me viene facile parlare di scopo e condividere con te, in modo entusiasta e sicuro, quale sia il mio.
Ma non è sempre stato così. Anzi, ci ho messo un bel po’ per arrivare a capire quale fosse il mio e questa cosa mi ha portato a lungo frustrazione.
Se cercassimo una definizione di scopo online probabilmente ci troveremmo di fronte a qualcosa che dice che è l’obiettivo, il fine o la ragione che guida le nostre azioni, le decisioni e l’orientamento nella nostra vita.
Wow. Pesantuccia eh?
Lo scopo è ciò che da significato e direziona la vita di un individuo fornendo una base per le scelte e le priorità.
Se facciamo il ragionamento inverso, significa che finché non trovi uno scopo stai andando un po’ alla cieca. Fai delle scelte e definisci delle priorità, ma senza un significato profondo di base, senza un fine.
Ecco perché spesso lo scopo lo colleghiamo al senso di realizzazione, di soddisfazione e di significato personale.
Non deve essere per forza qualcosa di collegato alla ricchezza o alla carriera, ma può riguardare anche aspetti come la famiglia, il servizio agli altri, la cura di determinate passioni e interessi e tanto altro.
Conosco bene la sensazione dovuta alla mancanza di scopo. Per me è sempre stato un po’ come muoversi nella nebbia.
Metti le mani avanti, sperando di non andare a sbattere, ma difficilmente riesci a vedere più in là del prossimo passo. Non hai certezza sulla strada di fronte a te e di conseguenza non riesci a guardare molto in avanti.
E anche fuori dalla metafora questo è esattamente quello che succede. Non riesci a guardare molto in avanti.
La difficoltà nel guardare avanti è dovuta dal fatto che se guardiamo indietro vediamo poco. Ci manca una base solida sulla quale partire. Lo scopo non c’è o è poco chiaro.
Ci manca quello che Simon Sinek definisce il “perché”.
In effetti ci sono mille modi di chiamare questo concetto, ma sicuramente l’autore che l’ha reso famoso al grande pubblico è proprio Sinek, prima con un famoso TED talk che ha fatto milioni di visualizzazioni su youtube e poi con il bellissimo libro “Partire dal perché”.
Sinek si occupa da diversi decenni di ispirazione, motivazione e leadership. Fa consulenza e formazione ad aziende di ogni dimensione e i suoi talk e workshop sono stati portati alle principali conferenze internazionali sul tema.
Anche io, come immagino molte altre persone, mi sono imbattuto nel concetto del “perché” (o anche dello scopo, userò i due termini in maniera intercambiabile qui) proprio grazie al famoso TED talk che trovai illuminante.
Subito dopo averlo ascoltato mi fiondai a comprare il libro che in poco tempo divenne uno dei più importanti per la mia formazione e crescita. Sia dal punto di vista professionale che personale.
E ci tengo a sottolineare questa cosa, perché per me sono due lati di una stessa medaglia. Si cresce come professionisti se si cresce come persone.
E questo libro ha dato una bella spinta a entrambi gli aspetti della mia vita.
Il concetto di base del libro è estremamente semplice, ma come spesso succede in questi casi, semplice non significa facile e non significa ovvio.
Fino a quando qualcuno non te lo mette davanti agli occhi e te lo fa notare, difficilmente ci pensi.
Sinek afferma che nella vita siamo abituati a concentrarci molto sul cosa. Il “cosa facciamo” è il modo con il quale apriamo tutte le conversazioni.
Se apri un qualsiasi sito di un’azienda, come prima cosa c’è scritto cosa fanno: produciamo i migliori filtri per le macchinette del caffè; abbiamo creato il software di contabilità numero uno; i nostri motori battono tutti quelli della concorrenza.
Occhio però, perché la stessa pessima abitudine ce l’hanno anche le persone.
(E in fondo le aziende son fatte di persone)
Pensa all’ultima volta in cui eri a una cena, un aperitivo o una festa con persone che non conoscevi.
Scommetto qualsiasi cosa che molte delle conversazioni sono iniziate con te parlavi del tuo lavoro o l’interlocutore che ti chiedeva qualcosa tipo “e tu, Raffaele, di cosa ti occupi di bello?”
E quindi noi siamo pronti con le nostre risposte preconfezionate “Sono Laura e faccio la graphic designer”, “Mi chiamo Paolo e vendo case”, “Il mio nome è Francesca e sto facendo il tirocinio in un’azienda di automobili”
Ancora una volta, ci concentriamo sul cosa.
Qualcuno, molto raramente, si sposta anche sul come, ma in pochi, anzi pochissimi, parlano del perché.
E di nuovo, questo vale sia per le aziende che per le persone.
Eppure tutti i grandi leader e le grandi aziende, hanno ottenuto quello che hanno ottenuto proprio grazie ai loro perché. Sono riusciti a fare la differenza nel mondo o nel loro mercato perché si focalizzavano sullo scopo.
Lo scopo è quello che colpisce. Lo scopo è quello che attira. Lo scopo è ciò che ci tiene svegli di notte e ci dà la forza di alzarci la mattina.
Ovviamente non voglio mettermi qui a riassumere il libro, ti ricordo che lo puoi trovare qui su 4books, ma gli esempi che l’autore porta nel suo testo sono tanti e incredibili: da Apple a Martin Luther King, passando per Disney e Kennedy. Tutti loro hanno messo il loro perché al centro di ogni cosa. Lo scopo per cui facevano ciò che facevano era più forte del cosa e del come.
Anzi, ti posso dire per esperienza personale, che il cosa e il come cambiano nel tempo, ma il perché rimane lo stesso.
Ho condiviso pubblicamente il mio scopo in più di un’occasione: io vivo per il piacere della condivisione. È il mio perché. Ciò che mi guida in ogni cosa è la voglia di condividere le conoscenze con quante più persone possibili. Altrimenti non starei qui a fare podcast, a scrivere libri, a creare contenuti gratuiti da oltre un decennio.
Per me condividere ciò che so e che imparo è la cosa più bella dell’universo.
Negli anni è cambiato il come e il cosa. Ad esempio i podcast sono arrivati solo recentemente e io pensavo di avere una voce terribile. Ho iniziato a scrivere libri solo nel 2017 e mai avrei pensato di avere la capacità o l’autorità di poterlo fare.
Anche gli argomenti si sono evoluti molto. Sono passato dall’essere un profilo esclusivamente tecnico a parlare di crescita in modo olistico e trasversale.
Ma una cosa non è mai cambiata: il mio perché.
Lo scopo è sempre lo stesso e che si tratti dell’ultima novità nel mondo dell’intelligenza artificiale o di un bellissimo libro di psicologia che ho letto il mio primo pensiero è sempre quello: devo raccontarlo alla mia community, devo condividerlo con gli altri perché potrebbe essere utile anche a loro.
E qui potrebbe arrivare la domanda classica: Raffaele facile parlare per te che l’hai trovato, ma come si arriva a questa consapevolezza? Come trovo il mio se ancora non ne ho uno? E se penso di averlo individuato, come ne posso essere sicuro?
Fortunatamente “Partire dal perché” non ci offre solo tanti esempi interessanti, ma scende anche nel pratico con un po’ di consigli concreti su come lavorare sul nostro scopo.
Simon Sinek parte col dire che la ricerca è lunga e ci vuole pazienza. C’è chi lo trova molto presto e chi ci mette un bel po’ di anni.
Poi ci suggerisce di fare una doppia ricerca in contemporanea: interna ed esterna.
La ricerca interna consiste in una fase di introspezione nella quale ragionare sui propri valori, le proprie passioni, le convinzioni personali che ci accompagnano da anni. Chiediti cosa ti fa battere il cuore? Cosa consideri importante? Cosa ti fa emozionare o arrabbiare? Questi di solito sono degli ottimi punti di partenza per trovare il tuo scopo.
E parallelamente deve partire anche una ricerca esterna. Chiedi aiuto a amici, colleghi e familiari per farti dare dei feedback su come ti percepiscono loro da fuori. A volte gli altri riescono a vedere in noi delle qualità in modo molto più chiaro di noi. I tuoi genitori possono raccontarti di quell’aneddoto da piccolo di cui non ricordavi assolutamente nulla. La tua più cara amica ti può sottolineare un aspetto del carattere che tu davi per scontato. Quel tuo collega storico può ricordarti di come te la sei cavata bene in quella difficile situazione. Tutti questi elementi sono utilissimi nella ricerca del tuo perché.
Sempre nella ricerca interna, Sinek ci ricorda quanto è importante l’ispirazione che possiamo prendere da vari modelli nella nostra vita. Le gesta di grandi uomini e grandi donne della storia possono dare il là a un nostro profondo cambiamento interiore. Ma spesso queste gesta arrivano da persone che sono intorno a noi, non famose, ma altrettanto importanti. Dei mentori, delle guide, dei punti di riferimento che con il loro esempio ci hanno spinto a fare meglio e a capire quale fosse il nostro scopo.
Attenzione però, perché il lavoro non finisce qui. Una volta che l’abbiamo trovato, l’autore ci ricorda quanto è importante vivere e agire in linea con il nostro perché. Non basta trovarlo e urlarlo ai 4 venti, dobbiamo costruire una vita che sia coerente con esso.
Dobbiamo prendere decisioni e azioni che riflettano il nostro scopo personale. Solo così possiamo arrivare a quella realizzazione e soddisfazione di cui abbiamo parlato all’inizio.
Hai ascoltato un episodio di Domande per crescere. Io sono Raffaele Gaito, fondatore del Growth Program, l'academy che ti aiuta a far crescere il tuo business e il tuo mindset. Ti do appuntamento nel prossimo episodio nel quale parleremo di passioni. Che succede se nella vita abbiamo tante passioni e non abbiamo un’unica vocazione? Lo scopriremo insieme nel prossimo episodio.