Esiste la fortuna?
In cosa consiste la fortuna e come diventare fortunati
8min
In cosa consiste la fortuna e come diventare fortunati
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Episodi di Domande per Crescere
Immagino la tua faccia quando hai letto il titolo di questo primo episodio? “Esiste la fortuna?”. Probabilmente avrai pensato “e che c’entra la fortuna con il tema della crescita?”
Lo so, lo so, così a primo impatto potrebbe spiazzare un po’ leggere la parola fortuna. E mi rendo anche conto che è un argomento abbastanza divisivo.
Ma seguimi fino alla fine e capirai perché ho scelto di aprire questo podcast con un argomento del genere.
Io di lavoro faccio l’imprenditore e la fortuna, in un modo o nell’altro, è qualcosa con la quale mi sono spesso scontrato. E ho usato la parola “scontrato” volutamente.
Sono sempre stato uno di quelli che crede nel rimboccarsi le maniche. Nel darsi da fare. Nel lavoro duro. Insomma, nell’essere artefici del proprio destino.
Per me questo vale nell’ambito lavorativo, ma anche nella vita privata.
Però lungo il mio percorso ho incrociato tantissime storie dove la fortuna sembrava avesse avuto un ruolo fondamentale.
Non solo tra le persone che conoscevo personalmente (amici, colleghi, studenti e clienti), ma anche nelle storie di persone famose di successo.
Da lettore vorace di biografie, mi capitava di continuo di leggere della classica “persona giusta al momento giusto”.
L’imprenditore che riceve l’investimento poco prima che la sua azienda fallisca. La sportiva che per caso incontra l’allenatore che le cambia la vita. Il cantante squattrinato che viene notato nel pub di provincia.
Storie del genere sono all’ordine del giorno, sono certo che anche tu ne avrai incrociate diverse. I media impazziscono per questi aneddoti e, diciamoci la verità, spesso li gonfiano volutamente.
Inevitabilmente, a un certo punto, nella mia vita è arrivata la domanda che da il titolo a questo primo episodio: ma la fortuna allora esiste o no?
Sono io a decretare il mio futuro o deve succedere qualcosa di imprevisto?
Posso effettivamente lavorare per il mio successo o devo sperare nel colpo di scena?
Mi rendo conto che questa domanda non ha lo stesso peso per tutti.
Però mettiti nei miei panni, se uno decide di fare l’imprenditore quando ha 20 anni, è quasi inevitabile che si chieda quanto controllo ha sul suo successo e quanto invece è totalmente casuale.
E quindi, come sempre, ho provato a cercare la risposta nei libri.
E sia chiaro, non mi interessava trovare una risposta mistica. Sono una persona molto razionale ed ero alla ricerca di una risposta altrettanto razionale.
Durante questa ricerca ho scoperto, tra le tante cose, il bellissimo concetto di serendipità.
Se non hai mai sentito prima questo termine, la serendipità indica la scoperta di cose in modo più o meno casuale mentre si è alla ricerca di altro.
Attenzione, la parte finale di questa definizione è fondamentale: mentre si è alla ricerca di altro.
Il tema è trattato in molti libri che parlano di invenzioni e di scoperte scientifiche. Taleb, per citarne uno tra i più famosi, ne parla spesso anche nei suoi libri.
Cristoforo Colombo che si imbatte nelle americhe mentre cerca l’India. Arthur Fry che inventa il post-it mentre cerca di creare la colla più resistente di sempre. Pfizer che inventa il Viagra mentre sperimenta un medicinale per i dolori al petto.
Ecco, tutti questi episodi, e le altre migliaia che si trovano nella storia, non sono episodi di fortuna ma di serendipità. Proprio per quella parte finale della definizione “mentre si è alla ricerca di altro”.
Cristoforo Colombo, Arthur Fry e Pfizer stavano effettivamente cercando qualcosa. Si erano tirati su le maniche e si erano messi al lavoro.
Ecco, questa parte di proattività fa tutta la differenza del mondo per me.
E tra le tante letture fatte in quel periodo il libro che mi ha aiutato a trovare la risposta alla domanda “la fortuna esiste?” è l’almanacco di Naval Ravikant, scritto da Eric Jorgenson, che trovi anche qui su 4books.
Naval Ravikant è una delle menti più brillanti della nostra epoca. È un’icona della Silicon Valley, ha fondato diverse aziende di successo e ha investito in realtà che poi sono diventate dei colossi come Twitter e Uber.
Definirlo un imprenditore è riduttivo. Per me lui è a tutti gli effetti un filosofo.
Una persona che riesce a coniugare i temi della crescita, della felicità, del successo e della ricchezza, senza scadere mai nel banale o nel motivazionale.
In questo almanacco, c’è un paragrafo dal titolo “come diventare fortunati”.
Quando lessi il titolo ti confesso che rimasi un bel po’ spiazzato. Proprio perché Naval è una persona pragmatica e con una formazione imprenditoriale, mi sembrava strano che ci fosse spazio per la fortuna in mezzo a quegli argomenti.
E invece mi sbagliavo di grosso.
Innanzitutto Naval prova a classificare i diversi tipi di fortuna.
Eh sì, ho scoperto che ci sono diversi tipi di fortuna. Non una sola, ma sono ben quattro.
Il primo tipo di fortuna è quella che lui definisce “fortuna cieca” ed è fondamentalmente quella che un po’ tutti nel linguaggio comune definiamo fortuna.
Si tratta di quei casi nei quali qualcosa fuori dal tuo controllo capita in maniera totalmente casuale. Ad esempio, stai camminando in strada, trovi a terra un biglietto della lotteria e quel biglietto ti fa vincere un milione di euro.
Per Naval questa è la fortuna cieca. Ma la parte interessante arriva adesso, con gli altri tre tipi.
Il secondo tipo di fortuna è quella che otteniamo grazie alla costanza, alla perseveranza e al lavoro duro.
Questo è il caso nel quale sei continuamente in movimento, conosci persone, frequenti posti, partecipi a progetti e iniziative e prima o poi, grazie a questo movimento continuo si generano delle opportunità.
Opportunità che possono sembrare casuali, ma sono invece frutto del lavoro di preparazione che c’è a monte.
Il terzo tipo di fortuna è quello nel quale sei tu a scoprire la fortuna.
Cosa significa scoprire scoprire la fortuna? Significa individuarla, riconoscerla prima degli altri.
Questo solitamente avviene a chi è super esperto in un determinato campo. Avere conoscenze approfondite del tuo campo ti permette di osservare i cambiamenti intorno a te con occhi diversi dalle altre persone.
Ed è proprio questo accumulo di competenze che genera quella sorta di sesto senso che ti consente di cogliere occasioni che altri non hanno nemmeno notato.
Il quarto e ultimo tipo di fortuna è quello un po’ più strano, se così vogliamo definirlo.
È quello che si verifica quando sei capace di costruire qualcosa di unico e riconoscibile al punto tale che è la fortuna a individuarti e non vicecersa.
Niente di magico, non preoccuparti. Ora mi spiego subito.
Mettiamo ad esempio che nella tua città sei la persona più famosa per le immersioni. I tuoi record storici sono imbattuti e tutti sanno che nessuno fa immersioni subacquee come te.
Sempre nella tua città un giorno un tizio trova un tesoro in fondo al mare, ma non ha le competenze per andare a recuperarlo. Questo tizio chiede in giro e il passaparola lo porta da te. E così si affida a te per recuperare il tesoro e decide di dartene la metà.
Ecco, il tizio in questione è stato coinvolto dalla fortuna di primo tipo (quella che Naval chiama fortuna cieca), mentre tu hai appena avuto un caso di fortuna del quarto tipo: è stata la tua unicità a permetterti di ricevere metà del tesoro.
Nel tempo hai costruito le basi affinché la fortuna ti trovasse in quell’occasione.
Se volessimo riassumerli potremmo dire che i quattro tipi sono:
L’autore riassume le ultime tre con questa espressione bellissima: costruisci il tuo carattere in un certo modo, fino a che il tuo carattere diventi poi il tuo destino.
Se iniziamo a pensare alla fortuna in questo modo, diventa qualcosa di molto deterministico e di molto poco casuale.
Le tue competenze sono qualcosa su cui hai controllo. Lo stesso vale per la tua reputazione, il tuo carattere, la tua indole e tanto altro.
E sono proprio queste caratteristiche a permetterti di avere occasioni che altri non avranno. In alcuni casi perché te ne accorgerai prima di loro, in altri perché ti verranno proposte prima di loro.
Se vuoi, in maniera meno poetica, ma altrettanto valida, è quello che il terzo presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, disse con la sua famosa espressione “Ho scoperto che più lavoro duro e più sono fortunato”.
Hai ascoltato un episodio di Domande per crescere. Io sono Raffaele Gaito, fondatore del Growth Program, l'academy che ti aiuta a far crescere il tuo business e il tuo mindset. Ti do appuntamento nel prossimo episodio nel quale parleremo di talento. Secondo te si nasce persone di talento oppure lo si può diventare? Metti in play l’episodio 2 per scoprirlo.