Episodi di Storie di Donne
01. Un antico proverbio arabo dice “non arrenderti mai perché potresti farlo un’ora prima del miracolo”
Donatella Sciuto lo sa bene. In un’intervista ricorda come il suo primo anno di ingegneria sia stato per lei un mezzo disastro. Si studiava solo fisica e matematica, due materie di cui non era particolarmente innamorata. Aveva scelto la facoltà di ingegneria non per passione, come tanti suoi compagni, ma per curiosità. Le piaceva l’idea di imparare «come funzionano le cose». E durante l’ultimo anno di liceo, ingegneria le era sembrata la scelta più coerente per soddisfare questo suo irrefrenabile desiderio. Figlia di un ingegnere, grazie a suo padre aveva imparato la manualità. Insieme, passavano il tempo a inventare oggetti e poi a costruirli.
Le cose cambiano radicalmente durante il secondo anno di università. La giovane inizia a lavorare in laboratorio con un gruppo di compagni che saldavano chip e scrivevano programmi. È così che è iniziata la sua avventura con l’elettronica e l’informatica. Ma non solo. Donatella impara anche una cosa fondamentale per la vita e la professione: il valore della collaborazione e del confronto. Impara presto anche a gestire il fallimento. Fallire non è un dramma. Anzi, da un fallimento si può imparare molto di più che da un successo. Non arrendersi mai, diventa il suo motto. Questo è anche il consiglio che Donatella si sente di dare agli studenti e alle studentesse della sua università: crescere nel confronto, lavorare sodo, non rinunciare mai a quello in cui si crede e avere come compagni di viaggio determinazione e impegno. Donatella Sciuto oggi è alla guida di uno dei più prestigiosi istituti universitari scientifici e tecnologici europei. Simbolo della città di Milano e della ricerca italiana. Ed è la prima volta dalla sua fondazione che a guidare il Politecnico di Milano c’è una donna.
Donatella nasce nel 1962. La multiculturalità ce l’ha nel sangue. I suoi genitori si sono conosciuti a Bruxelles, quando entrambi lavoravano per la Commissione Europea. Suo padre italiano, sua madre francese. Donatella frequenta la scuola europea prima di tornare con la famiglia in Italia. Questo tipo di educazione l’ha forgiata nel carattere, permettendole di avere un approccio molto più aperto dei suoi coetanei. Donatella ricorda come mentre alcuni suoi compagni di corso erano più concentrati a seguire un determinato professore, lei desiderava capire come si facevano le cose altrove. Voleva andare all’estero. Voleva scoprire cose diverse. E così, dopo la laurea in ingegneria elettronica presso il Politecnico di Milano, va negli Stati Uniti grazie a una borsa di studio. Qui, presso l'Università del Colorado - Boulder, ottiene il suo dottorato di ricerca in Electrical and Computer engineering. Su suggerimento del professore con cui aveva scritto la tesi, prova a partecipare a un concorso per diventare ricercatrice presso l'Università degli Studi di Brescia. E lo vince. Così, finito il dottorato, lascia gli Stati Uniti e torna in Italia. Mentre è a Brescia, pensa anche a un piano B. Non è sicura di poter vincere un concorso da professore e non vuole lasciare niente al caso. Decide così di costruirsi un’alternativa frequentando un Master in Business Administration presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi, a frequenza serale. Ancora prima di finire il master, però, vince il concorso per diventare professore associato al Politecnico di Milano. In un’intervista, Donatella ricorda come questa sua formazione, in cui competenze tecniche e informatiche si fondono con altre di tipo manageriale, sia poi stata una sua carta vincente. Per esempio, quando è stata scelta per il Consiglio Superiore della Banca d’Italia.
Nel 2000 Donatella Sciuto diventa professore ordinario presso il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. La sua attività di ricerca si concentra principalmente nell’ambito delle architetture dei sistemi di elaborazione, prendendo in esame anche problematiche relative a prestazioni, consumo energetico e sicurezza. Di recente, si è dedicata anche ai problemi derivati dall’utilizzo delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, applicate a diversi ambiti, in particolare alle smart cities e al settore fintech. Per il suo contributo scientifico alla progettazione di sistemi integrati, è stata nominata IEEE Fellow. Si tratta di uno dei riconoscimenti più prestigiosi conferiti dall’Institute of Electrical and Electronic Engineers, l'associazione internazionale di scienziati professionisti che ha come obiettivo la promozione delle scienze tecnologiche.
Quando in un’intervista le viene chiesto se essere una donna in un mondo ancora molto maschile come quello tecnologico è stato per lei uno svantaggio, Donatella risponde «no, non ha mai rappresentato un particolare svantaggio». Per quanto riguarda il modo di lavorare, nel mondo della ricerca non ci sono differenze di sesso. La differenza sta nelle visioni, ma questo dipende solo dalla propria esperienza, non da altro. Ci sono stati però dei pregiudizi che ha dovuto combattere. Come quello di aver raggiunto determinati traguardi in anticipo rispetto ai suoi coetanei. Donatella, infatti, si è laureata prima del tempo, a 22 anni, complice il fatto di aver frequentato le scuole all’estero e aver iniziato con un anno d’anticipo. Si è così trovata a essere una ricercatrice prima, e una docente poi, molto più giovane della media. Ma, per quanto sia “più facile spezzare un atomo che un pregiudizio” – come diceva Albert Einstein – Donatella non ha mai smesso di provarci e il tempo le ha dato ragione.
Nel 2018 Donatella è stata inserita da Microsoft tra le Inspiring Fifty italiane, cioè le cinquanta donne più influenti nel mondo della tecnologia. Per lei questo riconoscimento ha un sapore diverso dal sentirsi influente. Per lei significa che “si può fare”. È la dimostrazione che anche le donne possono studiare le materie scientifiche, avere successo e fare carriera, proprio come gli uomini. È un messaggio molto importante, questo, che Donatella cerca di trasmettere alle giovani studentesse e alle ricercatrici quando racconta la propria esperienza. Essere consapevoli di avere le stesse opportunità degli uomini, anche in questo campo, è quello che può portare a una maggiore parità.
02. «Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi»
È un frase che Donatella ripete spesso a se stessa e a chi le sta intorno. Una sorta di mantra che la guida nel rendere il Politecnico un luogo migliore dal punto di vista delle pari opportunità. Perché solo attraverso la conoscenza si batte la diffidenza e la paura. Nel 2017 nasce il progetto POP, Pari Opportunità Politecniche. L’obiettivo è valorizzare le diversità e promuovere l’inclusione in tutte le sue forme. Non solo nei confronti dell’identità di genere, ma anche rispetto a cultura, nazione e religione, orientamento sessuale, abilità diverse e benessere psicologico. Per ognuna di queste cinque linee guida, l’ateneo promuove e organizza iniziative formative e servizi.
Il Politecnico di Milano è una realtà dove ogni giorno si incontrano circa 50.000 persone tra studenti, docenti e personale amministrativo. Ed è fondamentale poter garantire per ognuna di queste persone un ambiente libero da pregiudizi e da restrizioni. Un ambiente in cui poter esprimere liberamente il proprio talento, senza il timore di essere giudicati. In particolare, l’iniziativa Gender Pop si rivolge al mondo femminile. Si va dalle ragazze delle scuole medie e superiori, perché scelgano di avvicinarsi alle materie STEM senza preconcetti; alle giovani donne che hanno deciso di intraprendere un corso di studio in ambito scientifico, perché siano supportate in aula così come all’ingresso nel mondo del lavoro; fino alle giovani ricercatrici che, a fatica, riescono a combinare le ambizioni professionali con le scelte di vita privata.
Secondo Donatella è questo il momento di osare, di essere coraggiosi, di adottare un approccio articolato e profondo su questi temi in modo da poter fare davvero la differenza. Perché «l’ingegneria è tutto tranne che arida e la scienza ha infinite possibilità».
Per raggiungere traguardi importanti è necessario occuparsi di genere e di inclusione con continuità. Deve essere un obiettivo primario, un percorso da affrontare a piccoli passi ma con una visione ben chiara nella mente. E non da soli. Da soli non si va da nessuna parte. Ci deve essere un terreno fertile per far fiorire questi semi. C’è bisogno del coinvolgimento di diversi attori della nostra società civile. Imprese e istituzioni che condividono questi obiettivi e credano nella loro realizzazione. Tra le misure già attive al Politecnico di Milano, c’è il progetto Girls@Polimi, una serie di borse di studio volute dall’Ateneo, in collaborazione con le imprese, volte a sostenere le studentesse che intendono iscriversi ai corsi di ingegneria con una bassa presenza femminile. Ma ci sono anche incentivi economici per riprendere il lavoro dopo la maternità, asili nido, e altri strumenti per far sì che siano le donne, per prime, a riconoscersi come dei modelli positivi. A credere in loro stesse, eliminando la paura e facendosi guidare dall’entusiasmo.
Oltre a Gender Pop, poi, c’è Pride Pop, un’iniziativa dedicata al mondo LGBTQ+ e che si concentra soprattutto nelle collaborazioni con aziende inclusive. Multichance Pop, invece, si occupa delle tematiche relative alle diverse abilità, mentre Wellbeing Pop punta a garantire il benessere psicologico degli studenti. Infine, Multicultural Pop ha come obiettivo far sentire accolti e integrati gli oltre seimila studenti stranieri provenienti da 180 paesi diversi.
03. Ma chi è Donatella Sciuto nel privato?
È una donna che da bambina avrebbe voluto fare la sportiva e che continua a essere molto amante dello sport, in particolare la bicicletta. Ogni estate, Donatella si ritaglia del tempo per poter viaggiare su due ruote con un gruppo di amici e scoprire così posti nuovi e assaporare la cultura locale, immergendosi in essa. Donatella ama anche leggere romanzi, libri di storia e gialli; andare a teatro e alle mostre d’arte. Donatella è anche una donna che ha cresciuto una figlia da sola dopo il divorzio. Una donna che ha affrontato i sensi di colpa tipici delle madri che lavorano e che passano molto tempo lontano da casa. Una donna che sa quanto sia complicato conciliare vita privata e carriera ma che ha deciso di non rinunciare alla sua realizzazione professionale, perché sarebbe stata una madre infelice per sua figlia. Di indole razionale, Donatella ammette che nelle situazioni difficili tende a essere riflessiva e a non farsi prendere dal panico. E se le si chiede chi è la sua eroina, Donatella risponde senza indugio Amalia Ercoli Finzi, la “signora delle comete”, la prima donna a laurearsi in Ingegneria Aeronautica, tra l’altro, proprio al Politecnico di Milano.
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