Episodi di Storie di Donne
01. «È un lavoro che è stato un onore e un privilegio, ma non è un lavoro che lascia molto tempo per fare altro»
Così Sheryl Sandberg ha commentato le sue dimissioni da Chief Operating Officer di Meta, rassegnate nell’autunno del 2022. In Meta, Sheryl supervisionava tutte le operazioni commerciali dell'azienda, dalle vendite al marketing, dallo sviluppo all'ufficio legale, dalle risorse umane alle politiche pubbliche e alle comunicazioni. Sheryl è entrata in quello che allora si chiamava ancora Facebook nel 2008. Mark Zuckerberg non era formalmente in cerca di un COO ma dopo averla incontrata a una festa di Natale organizzata da Dan Rosensweig, ha deciso che Sheryl Sandberg sarebbe stata la persona perfetta per questo ruolo. In diverse interviste, Sheryl ha più volte dichiarato che quando ha accettato il lavoro, pensava di rimanere in azienda per un massimo di 5 anni. Invece, gli anni alla guida di Meta sono stati ben 14. Nel 2012 Sheryl è stata anche la prima donna a diventare membro del consiglio di amministrazione di Facebook. Un ruolo, questo, che ha mantenuto anche dopo le sue dimissioni da direttore operativo.
Nel post social che annunciava questa sua decisione di lasciare l’azienda, Sheryl ha scritto di volersi concentrare maggiormente sulla sua fondazione e sul suo lavoro filantropico, definendolo un impegno quanto mai importante oggi, visto il momento critico che le donne stanno attraversando quando si parla di leadership e business. L'empowerment femminile è da sempre il cavallo di battaglia di Sheryl. Nel 2013 ha pubblicato un libro che ha fatto molto parlare di sé. In poco tempo, infatti, Lean In: Women, Work, and the Will to Lead ha scalato le classifiche dei bestseller e ha venduto milioni di copie. Negli anni, però, ha ricevuto anche diverse critiche. Lean In(che in italiano significa “sii assertiva”) più che un libro è un vero e proprio manifesto per lanciare una nuova rivoluzione femminista. In queste pagine, infatti, si parla di leadership e dei problemi legati alla mancanza di donne in posizioni di rilievo all’interno delle aziende. Sheryl è convinta che non sia colpa solamente di barriere ben note quali discriminazione, sessismo e molestie. Ma anche di una sorta di interiorizzazione di questa discriminazione sistemica da parte delle donne. Secondo Sheryl le donne si ostacolano da sole. Un cambiamento vero, quindi, necessita di una presa di coscienza tale da abbattere quelle barriere sociali e personali che spesso le donne si autocreano. Le donne non devono avere paura delle proprie ambizioni. È necessario trasformare la propria mentalità e abbracciare senza riserve le sfide del mondo del business. La stessa Sheryl in Lean In scrive che «un mondo veramente equo sarebbe quello in cui le donne gestiscono metà dei nostri paesi e aziende, mentre gli uomini metà delle nostre case».
Nello stesso anno in cui ha lanciato il suo libro, Sheryl fonda la Lean In Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro il cui obiettivo è «offrire alle donne l'ispirazione e il sostegno necessario per aiutarle a raggiungere i propri obiettivi». Nel 2016, questa fondazione cambia nome in Sheryl Sandberg & Dave Goldberg Family Foundation, diventando un’organizzazione ombrello in cui fa confluire la vecchia LeanIn.Org e un'altra organizzazione che ruota attorno ai temi del suo secondo libro Option B: Facing Adversity, Building Resilience, and Finding Joy.
È indubbio che nel tempo Lean In e il movimento che si è costruito attorno a questo libro abbiano contribuito alla nascita di quella che alcuni hanno definito l’era del "femminismo girlboss”. Girlboss è un neologismo creato da Sophia Amoruso, fondatrice del marchio di abbigliamento Nasty Gal. Neologismo che, qualche anno dopo, la stessa Amoruso ha chiesto di non usare più, a riprova del fatto che la questione dell’empowerment femminile nei ruoli dirigenziali è tutt’altro che semplice.
I critici di questo movimento hanno sottolineato come questo programma di empowerment femminile potesse essere applicato solamente a chi già godeva di una posizione privilegiata perché sostanzialmente non inclusivo. Il movimento Lean In ha cominciato a mostrare segni di debolezza pochi anni dopo la sua esplosione. Nel 2015 Nasty Gal è stata citata in giudizio per il presunto licenziamento illegale di alcune dipendenti incinte e, l’anno successivo, l’azienda ha dichiarato bancarotta. Nello stesso periodo, Sheryl Sandberg e altre leader sono state criticate per alcuni loro comportamenti potenzialmente vessatori all’interno delle aziende che guidavano. Poi è arrivato il movimento #MeToo a rivelare come numerose situazioni tossiche sul posto di lavoro vanno ben oltre la volontà delle singole donne di farsi avanti. Si tratta di questioni sistemiche generalizzate e come tali devono essere affrontate. La pandemia di Covid-19, infine, ha esacerbato problemi e riflessioni. Anche perché la Gen Z sembra avere oggi altre priorità rispetto a chi nel 2013 ha sostenuto questo movimento. La filosofia alla base del "lean in" necessita di due elementi chiave per funzionare. Il primo è che le donne considerino la loro carriera come una priorità. Il secondo è che credano nel sistema in cui vogliono affermarsi.
02. Ma nonostante le critiche ricevute, Sheryl continua questa lotta alle disparità attraverso la sua fondazione
In particolare, nel 2023 ha lanciato un programma di leadership dedicato alle ragazze delle scuole medie. Si tratta di portare nella scuola la possibilità di parlare di pregiudizi di genere, dando alle ragazze, e agli adulti che si occupano della loro educazione, anche alcuni utili strumenti per contrastarle. In particolare, questo programma vuole insegnare alle giovani donne a non nascondere la propria voce e a valorizzare il proprio potenziale. Solo in questo modo, infatti, si potrà avere una società più equa. E una società più equa rappresenta un beneficio per tutti.
In un’intervista con Marianne Schnall, Sheryl sviscera bene i problemi che stanno attorno alla diffusa mancanza di leader donne. «Penso che le donne nella leadership soffrano di stereotipi, e quando le persone si aspettano uno stereotipo e viene loro ricordato uno stereotipo, questo in realtà rende lo stereotipo più forte. Si chiama minaccia dello stereotipo ed è il motivo per cui quando le donne spuntano "signorina" o le ragazze spuntano "femmina" prima di fare un test di matematica, le ricerche dimostrano che in realtà fanno peggio. Ciò che è accaduto è che non ci sono donne in ruoli di leadership, quindi la gente non si aspetta che ci siano donne in ruoli di leadership e, di conseguenza, non ci sono donne in ruoli di leadership.»
Sheryl questo lo sa bene, l’ha provato sulla sua pelle. Sheryl si laurea in economia con lode ad Harvard, e poi consegue un Master in Business Administration presso la Harvard Business School. Inizia la sua carriera alla Banca Mondiale per poi diventare capo dello staff del Segretario del Tesoro degli Stati Uniti durante l'amministrazione Clinton. È in questa occasione che Sheryl si rende conto del fatto che, in questo ambiente, le persone più anziane sono tutte uomini. Non c’erano allora donne in posizione di potere. Come altre persone della sua generazione, pensava che questo sarebbe cambiato in poco tempo, grazie anche all’ingresso in questi ambienti di donne come lei. Purtroppo, però, ai vertici poco è cambiato.
Finita questa sua esperienza a Washington, Sheryl entra in Google e diventa vicepresidente delle vendite e delle operazioni globali online di Google. Qui crea e gestisce le vendite online per la pubblicità e l’editoria, e le operazioni per i prodotti consumer in tutto il mondo. Sheryl è stata anche determinante nel lancio di Google.org, il braccio filantropico di Google. Nel tempo Sheryl ha fatto parte di diversi consigli di amministrazione, tra cui quello di The Walt Disney Company, Women for Women International, V-Day e ONE.
03. Nella vita privata Sheryl ha dovuto superare una prova importante che l’ha profondamente cambiata
Nel 2015 suo marito, Dave Goldberg, muore improvvisamente per un attacco di cuore mentre si trovano in Messico. Sheryl è distrutta. Da un giorno all’altro si ritrova da sola, senza la persona che per lei rappresentava un porto sicuro, a crescere due bimbi piccoli. È un periodo di profonda sofferenza, questo, ma anche l’occasione per riscoprire la sua resilienza. È lei stessa a dirlo durante il discorso per i neolaureati di Berkeley nel 2016. «La sua morte è stata improvvisa e inaspettata. Eravamo alla festa per il cinquantesimo compleanno di un amico in Messico. Io ho fatto un pisolino. Dave è andato ad allenarsi. Quello che seguì fu l'impensabile: entrare in una palestra e trovarlo steso sul pavimento. Tornare a casa per dire ai miei figli che il loro padre era morto. Guardare la sua bara che veniva calata nella terra. La morte di Dave mi ha cambiato in modo molto profondo. Ho imparato a conoscere la profondità della tristezza e la brutalità della perdita. Ma ho anche imparato che quando la vita ti risucchia, puoi scalciare contro il fondo, emergere in superficie e ricominciare a respirare» ha detto Sheryl di fronte alla platea di giovani laureati. «È la più grande ironia della mia vita che la perdita di mio marito mi abbia aiutata a trovare una gratitudine più profonda: la gratitudine per la gentilezza dei miei amici, l'amore della mia famiglia, le risate dei miei figli. La mia speranza per voi è che possiate trovare questa gratitudine non solo nei giorni belli, come oggi, ma anche in quelli difficili, quando ne avrete davvero bisogno» ha concluso.
Pur non dimenticando, la vita va avanti. Ed è giusto così. Sheryl oggi ha un nuovo compagno, Tom Bernthal, e insieme crescono i loro cinque figli, avuti dai precedenti matrimoni, impegnandosi per dare loro esempi positivi. Proprio a questo proposito, nell’aprile del 2023 Sheryl e Tom hanno investito nella National Women's Soccer League per creare una nuova squadra di calcio femminile nel nord della California. Grazie a loro, il campionato di calcio femminile statunitense ha oggi ben quattordici squadre. «Si tratta di sport, ma anche di donne in posizione di leadership e di uguaglianza, e siamo davvero entusiasti di combinare tutte queste cose insieme» ha dichiarato Sheryl in un’intervista esclusiva al magazine People.
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