Samantha Cristoforetti
Astronauta e prima comandante donna della SSI
13min
Astronauta e prima comandante donna della SSI
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Episodi di Storie di Donne
Fuori dalla Stazione Spaziale Internazionale, poco prima di rientrare dalla sua prima attività extraveicolare, Samantha Cristoforetti si prende qualche minuto per contemplare tutta quella bellezza. È il 21 luglio 2022 e, insieme al collega russo Oleg Artemyev, ha passato circa 7 ore nello spazio a compiere diversi task, tra cui rilasciare in orbita dieci CubeSat e predisporre la struttura destinata a ospitare il Braccio robotico europeo sul modulo Nauka. Concentrata sulle mani – perché si chiama passeggiata spaziale ma in realtà per muoversi si usano le mani, non i piedi – e sulle procedure da eseguire, non aveva ancora avuto l’occasione di ammirare la Terra. Il nostro pianeta, visto da lassù, è uno spettacolo unico, difficile da descrivere a parole.
Minerva è la missione dei record, quella delle prime volte. Samantha è arrivata sulla SSI a bordo della capsula Crew Dragon, costruita da SpaceX e denominata Freedom. Prima del recente accordo tra la NASA e il colosso di Elon Musk, per raggiungere la SSI si partiva dal Kazakistan e si usava la capsula russa Soyuz, l’unico mezzo per portare gli astronauti in orbita da quando lo Space Shuttle venne dismesso. Insieme a lei ci sono tre astronauti americani: il comandante della Crew-4 Kjell Lindgren, Bob "Farmer" Hines, e Jessica "Watty" Watkins. Una volta a bordo, Samantha assume il ruolo di leader del Segmento Orbitale Americano (USOS). Ha cioè la responsabilità delle operazioni che si svolgono nei moduli e nei componenti statunitensi, europei, giapponesi e canadesi della Stazione Spaziale Internazionale. Questa è divisa in due parti, il Segmento Orbitale Americano e il Segmento Orbitale Russo, costituito dall’insieme dei moduli gestiti dall’agenzia spaziale russa Roscosmos. Il 28 settembre 2022 lo scambio della chiave di ottone tra Oleg Artemyev – fino a quel momento comandate della SSI – e Samantha Cristoforetti segna un’epoca. È lei adesso a ricoprire la massima posizione di leadership a bordo della SSI. In qualità di comandante, Samantha è responsabile del lavoro e del benessere dell'equipaggio in orbita. Inoltre, è suo il compito di mantenere una comunicazione efficace con i team a terra e coordinare le azioni dell'equipaggio in caso di emergenza. La missione Minerva è durata in tutto 170 giorni. Samantha batte così un altro record diventando l’astronauta donna ancora in attività con il maggior numero di giorni passati in orbita. Un totale di 369 giorni trascorsi a bordo della SSI, contando anche i 199 giorni della sua prima missione nello spazio.
Fare l’astronauta è sempre stato il suo sogno, il suo obiettivo fin da bambina. Ma come lei stessa ha dichiarato in diverse interviste, questo sogno l’ha spinta a cercare opportunità di crescita che, a loro volta, l’hanno fatta appassionare alla scienza, al volo e alla tecnologia, permettendo così al sogno di rimanere in vita e diventare realtà. E poi, ci tiene a precisare, c’è stato anche un po’ di quel fattore fortuna, quella cosa che ti permette di essere al posto giusto nel momento giusto.
Nata a Milano il 26 aprile del 1977, Samantha cresce a Malé, un paesino della Val di Sole. A Trento frequenta il liceo scientifico e nel 1996, dopo aver trascorso un anno negli Stati Uniti grazie a un programma di scambio culturale, si diploma. Nel 2001 consegue la laurea magistrale in ingegneria meccanica presso l'Università Tecnica di Monaco di Baviera. La specializzazione scelta è propulsione aerospaziale e strutture leggere. Samantha sa che per realizzare il suo sogno possedere una solida formazione non basta: è necessario anche conoscere le lingue, il russo in particolare perché dopo il pensionamento degli Shuttle si va nello spazio solo grazie alle navicelle Soyuz, in partenza dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Oggi Samantha parla correttamente cinque lingue – italiano, inglese, tedesco, francese, russo – e studia il cinese per passione. Durante l’università passa diversi periodi all’estero. Per quattro mesi lavora a un progetto sperimentale di aerodinamica presso l’Ecole Nationale Supérieure de l'Aéronautique et de l'Espace di Tolosa, in Francia, e scrive poi la tesi a Mosca, durante un soggiorno di ricerca durato dieci mesi presso l'Università di Tecnologie Chimiche Mendeleev. Quando l’Italia decide di estendere alla donne la possibilità di arruolamento nelle forze armate, Samantha entra in aviazione realizzando così il suo sogno di volare. Dopo anni di studio e oltre 500 ore di volo su sei tipi di aerei militari, Samantha diventa pilota da combattimento con il grado di capitano.
Nel 2009 il sogno di diventare astronauta si realizza. Il 18 maggio l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) le manda un'email: è stata selezionata. Le domande inviate all’ESA per potenziare l'European Astronaut Corps sono state oltre 8000. Samantha è l'unica donna ad aver superato questo difficile processo di selezione durato un anno. L’emozione è forte. La stessa Samantha lo ricorda in un passaggio del suo Diario di un’apprendista astronauta: “Stento a credere di essere arrivata veramente qui. Con un misto di talento, duro lavoro e tanta, tantissima fortuna ho potuto realizzare ciò che è quasi impossibile.” Samantha entra così a far parte della l'European Astronaut Class 2009, insieme a cinque compagni di viaggio: Luca Parmitano, Alexander Gerst, Andreas Mogensen, Tim Peake e Thomas Pesquet. Ma la strada per lo spazio è ancora lunga.
Per i primi 18 mesi Samantha, insieme ai suoi compagni, si dedica all'addestramento di base. Si esercitano per migliorare le proprie abilità di sopravvivenza, fanno immersioni subacquee presso il Centro Astronauti Europeo di Colonia, in Germania, per imparare a muoversi in un ambiente simile a quello dello spazio, studiano la meccanica orbitale e il pilotaggio. Nel 2011, in qualità di Reserve Astronaut per ESA, Samantha inizia il suo addestramento per conoscere nel dettaglio i sistemi che compongono la Stazione Spaziale Internazionale, in particolare il modulo di ricerca Columbus. Nel 2012 Samantha viene scelta per la missione 42/43 sulla Stazione Spaziale Internazionale, che partirà nel 2014. Dal 2009, a bordo della stazione spaziale si alternano sei astronauti. I diversi turni a bordo sono chiamati expedition, o missione. Così quattro volte all’anno, tre astronauti arrivano e tre ripartono – il numero tre dipende dal fatto che le capsule Soyuz possono trasportare solo tre astronauti per volta.
L’addestramento di Samantha prosegue a ritmo serrato. Si tratta di un programma intensivo costruito su misura, in base alle abilità di ciascun astronauta e alle necessità specifiche della sua missione sulla Stazione Spaziale Internazionale. Samantha va così a Montreal, in Canada, per apprendere come si fa a controllare il braccio robotico della Stazione Spaziale Internazionale. Nel Centro Spaziale di Tsukuba, in Giappone, impara a lavorare nel modulo di laboratorio giapponese. A Houston, negli Stati Uniti, si immerge sott'acqua per esercitarsi nelle EVA grazie a un modello a grandezza naturale della SSI, situato in una piscina lunga 62 metri, larga 31 metri, profonda 12 metri e con una capacità di 22,7 milioni di litri d’acqua. Al Centro Cosmonauti Yuri Gagarin di Star City, in Russia, supera tutte le prove di guida nel simulatore Soyuz, diventando così ingegnere di bordo.
Il 23 novembre 2014, Samantha parte per lo spazio. Inizia così Futura, la seconda missione di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), la prima di Samantha. Samantha trascorre 200 giorni in orbita, tra esperimenti di fisica, biologia e fisiologia umana condotti in condizioni di microgravità. I risultati di questi esperimenti serviranno a migliorare le condizioni di vita e di salute degli astronauti che devono affrontare lunghe missioni spaziali – nello spazio, il processo di invecchiamento risulta accelerato – ma saranno utili anche per chi vive sulla Terra. Da lassù la Terra appare bellissima, uno spettacolo unico. E girandoci attorno sembra quasi di poterla abbracciare.
Astronauta, ingegnere, aviatrice, divulgatrice, ambasciatrice dell’UNICEF, Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Al Merito della Repubblica Italiana, madre, grande fan di Star Trek e appassionata lettrice di fantascienza, amante delle immersioni e dello yoga. Difficile racchiudere in poche parole chi è Samantha Cristoforetti.
Una delle priorità di Samantha è condividere con gli altri quello che accade quando è nello spazio e rispondere alle domande dei più curiosi. Grande comunicatrice, fin dalla sua prima missione ha usato i social media per arrivare alle nuove generazioni e ispirarle. Durante l’addestramento per la missione Futura e mentre era nello spazio, Samantha ha tenuto una sorta di diario sul sito Avamposto42 – eh sì, se sei appassionato di fantascienza questo numero ti dirà qualcosa, altrimenti il consiglio è di leggere il libro Guida Galattica per autostoppisti. Qui, oltre a raccontare com’è vivere in assenza di gravità, Samantha ha condiviso alcune delle ricerche condotte in orbita, approfondendo temi come il benessere psicofisico, l’importanza di nutrirsi correttamente e di avere uno stile di vita sano. Usando l’hashtag #ChiediloaSamantha si potevano anche farle direttamente delle domande. Sono state tantissime, e lei ha risposto a moltissime di queste domande, da com’è avere le mestruazioni nello spazio a come si diventa astronauti, passando per come si fa il bucato nella Stazione Spaziale Internazionale, come ci si sente quando si torna sulla Terra precipitando in una palla di fuoco e cos’è il “vomit comet” – spoiler: non è quello che credi. Più di recente si è appassionata a Tik Tok e nel suo canale condivide video di divulgazione scientifica realizzati durante la missione Minerva.
Su Avamposto42 Samantha ha raccontato anche di quanto possano essere importanti i cosiddetti “role models”, persone in grado di ispirare le nuove generazioni e aumentare la fiducia nei più giovani. La sua speranza è che lei, come astronauta, possa essere un modello positivo per tutti, a prescindere dal genere. Samantha infatti non se la sente di dare consigli specifici dedicati solo a giovani donne – ed è una domanda che le fanno spesso. Secondo lei rischiano di essere controproducenti perché possono dare l’impressione che realizzare una determinata cosa sia più complesso di quello che invece è nella realtà. C’è però un consiglio che Samantha ama dare a tutti, giovani donne e giovani uomini. Scegli sempre la strada più difficile. La cosa importante, infatti, è formare il carattere e coltivare così la fiducia in se stessi e nella propria forza.
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