Rivoluzione tecnologica e business: il sodalizio del futuro
Come la digitalizzazione sta cambiando il mondo grazie a macchine sempre più intelligenti
14min
Come la digitalizzazione sta cambiando il mondo grazie a macchine sempre più intelligenti
14min
Episodi di Pianeta soldi
Immaginiamo per un istante di fare un salto nel tempo all'indietro di 20-30 anni. Abbiamo appena acquistato la nostra prima auto: contratto presso il concessionario, acconto versato e alla fine di una più o meno lunga attesa l'auto è lì che ci aspetta. Resta solo da fare l'ultimo passaggio, ovvero la ricerca della polizza assicurativa RC auto più conveniente. Non resta altro che armarsi di pazienza e iniziare il pellegrinaggio presso le filiali delle varie compagnie presenti in zona dove, dopo una trattativa serrata, riusciamo a strappare il preventivo migliore (o almeno così crediamo). A questo punto confrontiamo le offerte e, alla buon'ora, torniamo alla filiale dell'assicurazione scelta, sottoscriviamo il contratto, paghiamo il premio, per poi passare infine a ritirare l'auto.
Torniamo all'oggi. Nella stessa situazione potremmo anche procedere nello stesso identico modo ma, disponendo di un PC o di uno smartphone, avremmo a disposizione un'alternativa decisamente più comoda. Possiamo infatti aprire il nostro browser preferito, puntare su uno dei siti che offrono un servizio di preventivi on line, inserire i dati necessari e ottenere in pochi secondi (e senza esserci spostati di un millimetro) i preventivi di polizza offerti da tutte le compagnie assicurative operanti in Italia. Una volta effettuata la scelta paghiamo, sempre on line, con la carta, attendiamo la copertura provvisoria e andiamo a ritirare l'auto.
Lo stesso esempio, con le stesse modalità, sarebbe stato applicabile al caso della ricerca del mutuo per l'acquisto di un immobile. Ma restando al settore immobiliare, qualcosa di simile è accaduto anche nelle situazioni di ricerca di case e fabbricati. Un tempo c'erano poche alternative: o ci si rivolgeva a uno o più agenti immobiliari oppure ci si armava di pazienza e si iniziava a passare in rassegna le pubblicazioni di annunci per individuare qualcosa di interessante. Infine ci si doveva muovere per andare a fare un sopralluogo. Oggi tutto questo è possibile senza spostarsi dalla propria abitazione o mentre siamo seduti su una panchina al parco o sdraiati in riva al mare. Molti siti specializzati offrono infatti la possibilità di effettuare tour virtuali in case, appartamenti e immobili commerciali, il tutto grazie alle sempre più performanti prestazioni di connessioni e dispositivi (pc, tablet, smartphone).
Ma pensiamo anche a qualcosa di più frivolo, come le vacanze. Prima o si andava in posti conosciuti oppure si chiedeva consiglio a parenti e amici o a un agente di viaggio. Ora tutto è gestibile in autonomia, dalla scelta della meta alla prenotazione. Per non parlare poi del mondo degli articoli di consumo: se vogliamo acquistare qualcosa e riceverlo presso la nostra residenza basta scegliere l'oggetto, pagare on line e attendere l'arrivo del corriere. Se poi l'articolo non ci dovesse soddisfare lo possiamo restituire senza spese (o con un contributo minimo). Non occorre andare oltre per rendersi conto che la rivoluzione tecnologia ha cambiato probabilmente per sempre il modo con cui svolgiamo molte attività, soprattutto quelle che implicano la ricerca e raccolta di informazioni.
Tutto ruota sul concetto di informazione e sul modo in cui viene conservata e resa disponibile. In un mondo analogico l'informazione era solida e pesante: spostarla, trasferirla richiedeva sforzi e costi.
Non solo: poteva anche essere difficile da scovare. La rivoluzione digitale ha permesso di trasformare l'informazione, rendendola liquida, malleabile, facilmente rintracciabile e trasferibile. In pratica con la digitalizzazione si assiste a un processo di "vaporizzazione" di tutto ciò che è possibile trasformare in informazioni, appunto, digitali. Pensiamo alla musica: fino a pochi anni fa era immagazzinata in supporti solidi e ingombranti. Oggi con uno smartphone connesso alla rete è possibile accedere a qualsiasi produzione musicale del mondo. Stessa cosa per i libri.
La trasformazione che stiamo attraversando è ben descritta da Robert Tercek in "Vaporized". L'autore mette in evidenza che tutti quegli oggetti che esistono in quanto contenitori di informazioni digitalizzabili sono destinati a scomparire: in un primo momento si trasformano in forma liquida, in modo tale che le informazioni che contenevano potessero essere veicolate verso i pc collegati alla rete via cavo. Successivamente, con il progredire della tecnologia e la miniaturizzazione, le informazioni sono state "vaporizzate" nell'etere, e sono diventate disponibili praticamente ovunque grazie agli smartphone. Particolarmente efficace la metafora coniata da Tercek per rappresentare questi passaggi. Nel primo le informazioni sono passate dallo stato solido a quello liquido come un iceberg che, sciogliendosi, dà vita a un fiume. Nel secondo le informazioni sono passate dallo stato liquido a quello gassoso, diffondendosi ovunque nell'aria e diventando disponibili per essere captate dai dispositivi di cui ormai tutti disponiamo (smartphone e tablet).
Comprendere la digitalizzazione per evitare di evaporare 17 minVaporized
L'accesso pressoché illimitato e continuativo a informazioni di ogni tipo ha causato un cambiamento epocale anche a livello economico-commerciale. I consumatori sono ora molto più informati, hanno la possibilità di confrontare prodotti e prezzi su un orizzonte globale. Questo offre alle aziende molte opportunità ma le espone anche a una serie di rischi. Società che fino a ieri potevano trarre vantaggio da asimmetrie informative o dallo sfruttamento di segmenti di nicchia oggi si possono trovare, per così dire, allo scoperto. Secondo Tercek il consumatore con lo smartphone in mano acquisisce dei superpoteri: ha la possibilità di tenere sotto controllo tutto il panorama mondiale dell'e-commerce. Se nel suo girovagare nella rete trova un prodotto o servizio che lo soddisfa maggiormente non ci penserà un secondo ad abbandonare il negozio (reale o virtuale) che aveva utilizzato fino a quel momento e passare al nuovo.
Questo significa che il consumatore è diventato la parte "forte" nel gioco domanda-offerta? Non esattamente perché a fronte della possibilità di avere accesso ad informazioni di ogni tipo, non solo commerciali, il consumatore cede a sua volta informazioni (più o meno consapevolmente). Che tipo di informazioni? Essenzialmente informazioni su se stesso, sulle sue abitudini, sulle sue preferenze, sui suoi spostamenti. A prima vista potrebbero sembrare elementi di poco conto ma a ben vedere pongono alcune questioni di grande rilevanza. Per prima cosa c'è un problema di privacy: è vero che prima di installare e utilizzare app e siti l'utente viene invitato a prendere visione delle politiche di privacy adottate dal proprietario, ma quanti lo fanno davvero? E se lo fanno, sono in grado di comprendere fino in fondo complesse formulazioni legali?
L'altro problema è rappresentato dal rischio di monopolio che app e piattaforme potrebbero realizzare. Il sempre più elevato ricorso alle informazioni veicolate tramite questi sistemi sembra in grado di favorire una sorta di dipendenza da parte degli utenti e questo fornisce ai cosiddetti OTT (Over-The-Top, soggetti che offrono servizi forniti via Internet senza sottoscrizione di canoni, ad es. Google, Facebook, Amazon) un potere enorme, al punto tale da escludere altri potenziali concorrenti dal mercato. Come far fronte a questi interrogativi? Per Tercek la soluzione è l'istruzione. È necessario formare i giovani affinché diventino persone preparate a gestire la digitalizzazione, ad avere un pensiero critico e ragionare per astrazioni e analogie, a saper analizzare e gestire dati applicando la statistica in qualsiasi settore.
Quello del monopolio e del controllo delle informazioni e dei dati personali resta comunque un tema centrale nella trasformazione digitale. Ma forse c'è un modo per disinnescare questo rischio ed è proprio la rete a fornircelo: la blockchain. Di cosa si tratta? Traducendo dall'inglese significa "catena di blocchi" e fa parte della famiglia dei "distributed ledger" (registri distribuiti). I distributed ledger sono sistemi informatici basati su registri, archivi, database distribuiti, ovvero non concentrati in un unico "deposito" ma su una molteplicità di nodi, su ognuno dei quali esiste una copia del registro identica alle altre. Da ogni singolo nodo il database è consultabile e modificabile. A prima vista un sistema del genere non sembra poter stare in piedi: la possibilità di modificare il registro da parte di ogni nodo apre le porte a un possibile saccheggio del registro stesso.
Invece no perché le modifiche per poter essere effettive devono superare il vaglio di un algoritmo di consenso: quest'ultimo è probabilmente l'elemento essenziale delle blockchain in quanto riesce nell'impresa di mantenere la coerenza tra i nodi e il registro quando le versioni di quest'ultimo vengono aggiornate in maniera indipendente dai partecipanti della rete. Senza l'algoritmo di consenso l'intero sistema si sgretolerebbe. Ma c'è anche un altro sistema posto a garanzia dell'integrità dei distributed ledger. Si tratta della crittografia, ovvero il sistema che converte i dati da un formato leggibile in un formato codificato. La lettura o l'elaborazione dei dati codificati può essere effettuata solo dopo che questi sono stati decriptati. La blockchain aggiunge alle caratteristiche dei distributed ledger due elementi: le transazioni e gli asset. Ogni blocco della rete contiene transazioni relative ad asset univoci.
Le peculiarità della blockchain è che si autodetermina e autoregola, non necessita di soggetti esterni (Stati, governi, istituzioni) che ne garantiscano la sicurezza e quindi creino le condizioni perché i partecipanti si fidino del sistema, o intermediari (come le banche) che forniscano le strutture per agevolare le transazioni. In questo senso, sostiene Mark Gates in "Blockchain", la catena di blocchi consente di eliminare gli intermediari e fare a meno dei loro database centralizzati. Questo risulta particolarmente importante in Paesi problematici dove banche o addirittura le stesse strutture statali e governative non possono garantire la sicurezza delle transazioni o della conservazione dei dati. Ma il concetto può essere esteso e applicato anche ai soggetti OTT.
La blockchain oltre a fornire uno strumento per disintermediare e contrastare i monopoli offre anche altre opportunità. Parliamo infatti di "smart contract", ovvero contratti intelligenti. Si tratta di contratti utilizzati (in forma molto basica) già negli anni '70 per gestire l'attivazione o la disattivazione di una licenza software mediante una chiave digitale che consentiva l'accesso e il funzionamento del programma, ma solo se il cliente aveva pagato la quota stabilita. Riducendo all'osso il concetto possiamo dire che uno smart contract altro non è che la traduzione in un codice informatico di un normale contratto giuridico steso su carta da un legale e registrato presso un notaio. L'esecuzione del contratto viene affidata alle parti contraenti e, in caso di controversie, la gestione passa ad avvocati e giudici che verificano i fatti e le eventuali inadempienze.
Gli smart contract si basano sullo stesso supporto giuridico-legale ma sono scritti in un codice che è in grado, una volta attivato, di verificare ed avvalorare automaticamente il contratto. In parole povere il codice legge e riconosce i termini del contratto, verifica il verificarsi delle condizioni operative stabilite e si auto esegue quando i dati e le situazioni reali corrispondono ai termini e condizioni inseriti nel codice. Tutto ciò escludendo interventi terzi di avvocati, notai e giudici. La disintermediazione operata dagli smart contract riporta direttamente a quella della blockchain. Proprio quest'ultima fornisce il supporto di sicurezza e fiducia reciproca atto a fornire le condizioni di garanzia per i contraenti degli smart contract.
Criptovalute, contratti intelligenti e il futuro del denaro 19 minBlockchain
In questa formulazione gli smart contract appaiono un'ottima soluzione per snellire e velocizzare processi e operazioni commerciali basati sulla rete, a patto però che i processi siano rigidamente compresi e incanalati nelle specifiche del codice. Una minima deviazione potrebbe essere non riconosciuta e bloccare l'esecuzione del codice stesso o, nella peggiore delle ipotesi, considerata come inadempienza contrattuale. Per questo motivo si è iniziato a lavorare sul concetto di contratto semantico. Il contratto semantico è fornito di una sorta di automatismo intelligente che permette al contratto stesso di imparare dagli input che riceve e auto-modificarsi in funzione delle nozioni acquisite. Si entra quindi direttamente all'interno di una branca dell'informatica che fino a qualche decennio fa faceva parte non della scienza ma della fantascienza: il machine learning, ovvero l'apprendimento automatico.
Andrew McAfee Erik Brynjolfsson in "Machine Platform Crowd" analizzano i meccanismi che regolano lo sviluppo delle piattaforme di e-commerce e le interazioni con il pubblico dei consumatori. Alla base di tutto per gli autori c'è la tecnologia, in particolare la blockchain e gli smart contract integrati nella stessa. Per sostenere una realtà complessa come quella delle relazioni tra una moltitudine di individui e una piattaforma servono macchine capaci di eseguire transazioni e catene di transazioni adattandosi, mediante processi di auto-apprendimento. Per rincorrere la complessità anche il machine learning è stato costretto ad accelerare e cambiare strada. I primi progetti sperimentali sull'intelligenza artificiale erano basati sul sistema simbolico, ovvero su regole da apprendere progressivamente, similmente a quanto accade all'adulto che vuole imparare una seconda lingua: inizia dalle basi della grammatica e quindi costruisce sulle stesse i progressi successivi. Più tardi gli studiosi si sono accorti che il sistema basato sul riconoscimento dava risultati nettamente migliori. È il metodo utilizzato dai bambini per imparare a parlare: niente regole di base ma solo ascolto degli adulti, esperienza, ripetizione e correzione.
Le opportunità nascoste della tecnologia per il nostro business 26 minMachine Platform Crowd
di 5