Infotainment: il lato pop del progresso
Quando essere informati diventa una priorità rispetto ad apprendere: origine ed evoluzione di un format moderno
18min
Quando essere informati diventa una priorità rispetto ad apprendere: origine ed evoluzione di un format moderno
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L’origine del termine infotainment non è sicuramente un mistero per i più avvezzi alla lingua inglese. Questa nuova locuzione nasce dalla fusione di due termini molto eloquenti: information ed entertainment, ovvero informazione e intrattenimento. Che cosa definisce questa espressione? Negli ultimi anni questo vocabolo viene frequentemente associato a sistemi e device tecnologici in grado di trasformare la guida in una vera e propria esperienza di realtà aumentata. Un mix di utility e applicazioni permette al pilota di gestire facilmente una serie di operazioni complesse, come l’accesso a dati e informazioni da cloud, l’avvio di call telefoniche, l’accesso alla playlist preferita di Spotify direttamente dal proprio dispositivo mobile.
Il termine Infotainment è però meno recente di quanto lasci presupporre, tanto da essere già utilizzato non solo in ambito di UI Design e sistemi operativi, ma a corredo di un intero filone della comunicazione broadcast legato a ogni tipo di media tradizionale. Il concetto della “filosofia infotainment” è esemplificare al massimo la complessità di un’informazione per renderla non solo accessibile, ma facile da ricordare. Oggi l'infotainment descrive scorciatoie rapide a risorse prima inaccessibili; divulgazione scientifica a prova di deficit d’attenzione; il sacro fuoco della scienza finalmente a portata di click.
Platone sosteneva che si può conoscere di più in un’ora di gioco che in un anno di conversazione. Il divulgatore scientifico Josh Kaufman ha esteso all’eccesso la portata di questa intuizione, sostenendo che siano sufficienti 20 ore per apprendere qualsiasi competenza. Quali sono le reali potenzialità dell’infotainment? Cerchiamo di scoprirlo indagando sulle sue origini.
La definizione di infotainment nasce negli Anni ‘80. La larghissima diffusione della televisione spinge le emittenti ad ottimizzare i contenuti delle trasmissioni, in modo di attrarre la più ampia audience possibile. Nascono nuovi format votati alla spettacolarizzazione dei contenuti. Le notizie non sono esenti da questa trasformazione: parte del loro compito è quello di intrattenere gli spettatori, scendendo a compromessi con la qualità dei contenuti. Nel frattempo, la capacità del pubblico di mantenere viva l’attenzione è andata ad assottigliarsi di pari passo con l’evoluzione dei media. É grazie all’affinamento dei processi di infotainment se oggi siamo in grado di trovare interessanti argomenti di politica, economia, salute e sociologia. Ne sono una riprova i trend topics di Twitter, dove notizie di cronaca e cultura dividono il podio con temi più frivoli di sport e spettacolo.
L’offerta dell’informazione è esponenzialmente cresciuta sui media, sia in termini di format di fruizione che di canali, su ogni mezzo di comunicazione. Eppure possiamo osservare caratteristiche analoghe per ogni tipologia di contenuto, affini per strategia divulgativa e modalità di presentazione. Le notizie che ci colpiscono maggiormente non sono quelle che ci offrono un contenuto migliore, ma quelle che riescono ad attirare maggiormente la nostra attenzione. È un accorgimento valido per qualsiasi tipo di contenuto mediatico, dal servizio di cronaca presentato al telegiornale all’anteprima di un post di Facebook o la copertina di un filmato YouTube.
Una presentazione di successo risponde a canoni di infotainment assodati, osservati in modo omologato da tutti i player di settore. Anteprime d’effetto, sensazionalistiche, coincise, di tendenza, audacemente in bilico tra documentazione attendibile e fake news: la nostra attenzione è conquistata dalla sensazionalità della notizia e sopraffatta dalla sua facilità di assimilazione. Con l'infotainment l’accento si sposta dal contenuto al contenitore, dal messaggio al titolo, o comunque all’anteprima
A cosa si deve la spettacolarizzazione dell’informazione? Dobbiamo fare un passo indietro e cambiare prospettiva. L’inconsapevole sviluppo dell'infotainment corre di pari passo con la storia dei media, risalendo alla stampa. Nel 1830 negli Stati Uniti nascono i Penny Press, piccoli giornali acquistabili per un penny che alternavano le ultime notizie a intriganti cronache di strada, con l’intento di vendere più copie possibili. Il format viene esportato in Europa con il nome di Yellow Press, gettando le basi per i futuri tabloid.
La consapevolezza di questo orientamento arriva il secolo successivo, con lo sviluppo dei cinegiornali e radio. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale l’informazione si piega a un fine ideologico: miscelando aggiornamenti e intrattenimento, i programmi diventano propaganda. Sono i filologi Max Horkheimer e Theodor Adorno a puntare per primi i riflettori su questo aspetto socio-culturale del Novecento, coniando il termine caustico e calzante “Industria culturale” nell’opera “Dialettica dell’Illuminismo”.
“Film, radio e settimanali costituiscono un sistema. Ogni settore è armonizzato in sé e tutti fra loro […] Film e radio non hanno più bisogno di spacciarsi per arte. La verità è che non sono altro che affari, serve loro da ideologia, che dovrebbe legittimare gli scarti che producono volutamente”.
Sviluppo e rafforzamento dei media trasformano informazione e cultura in una merce di scambio, sfruttando gli archetipi dei desideri collettivi per impacchettare contenuti in modo accattivante, standardizzato, semplice da fruire. Il filosofo tedesco Walter Benjamin - nel saggio “L’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica” - è fra i primi a sottolineare come l’avvento della tecnologia abbia finito col privare i contenuti di parte della loro magia, rendendo ogni opera facilmente riproducibile.
Lo stesso John Reith, primo direttore dell'imminente network britannico BBC, sottolinea come il compito della televisione e della radio sia informare, educare, intrattenere, indicando però solo nell’ultimo fattore la carta vincente per un successo commerciale.
L’esigenza di rendere ogni informazione sempre più fruibile e pacchettizzata subisce un’accelerazione negli Anni ‘90, con la proliferazione dei canali televisivi e lo sviluppo di Internet. Riuscire a condensare in modo efficace i contenuti diventa una vera e propria necessità a fronte di spazi ridotti, economia dei network e ineludibili requisiti tecnici. Limiti legati alla realizzazione dei contenuti e la loro ottimizzazione commerciale ha quindi definito precisi standard di produzione. La necessità di offrire informazioni sempre più veloci e sintetiche è un connotato ineludibile dell’infotainment, la spettacolarizzazione dei contenuti finisce inevitabilmente col compromettere la loro qualità.
Gli anni 2000 sono quelli del sorpasso: il pubblico generalista desidera essere prima intrattenuto e poi informato. L’interesse del singolo spettatore diventa un obiettivo prioritario rispetto a quello del collettivo, una rivoluzione copernicana che coinvolge tutto il mondo dell’informazione.
Il sensazionalismo ha il sopravvento su riflessioni dal tono pacato; la leggerezza ha la precedenza sull’impegno; gli sviluppi delle vicende che coinvolgono i personaggi pubblici vengono trattati alla stregua di telenovelas, rubando spazio ad aggiornamenti più importanti. Alla soglia degli anni 2000 la metamorfosi dell’informazione in infotainment è completa.
La caccia ai trend e la compressione dei contenuti ha portato allo sviluppo di un mercato informativo contraddittorio. La proliferazione di canali e piattaforme audiovisive non ha visto nascere una conseguente diversificazione di offerte e format, standardizzando le modalità dell'infotainment in ogni sua declinazione. L’alta competizione dettata dalla spettacolarizzazione dei contenuti ha spinto i redattori a rendere più accessibile e amichevole il linguaggio, trasformando anche la monotona figura dell’esperto in quella di un affabile divulgatore.
L’intento dell’infotainment è coinvolgere un pubblico più ampio possibile. La semplificazione degli argomenti più impegnativi diventa una priorità dettata dal calo di attenzione del fruitore medio, sempre più immerso in un ambiente saturo di informazioni superficiali, intriganti e di facile consumo. L'infotainment sfrutta a massimo i temi già familiari e popolari tra le masse, attirando l’attenzione del pubblico, edulcorando ogni apprendimento. Non serve tirare in ballo il celebre pubblicitario britannico David MacKenzie Ogilvy: le parole magiche in grado di accendere la nostra curiosità sono evidenti. Amore, sesso, crimine, morte, tragedia, cordoglio, ricchezza, sogni, divertimento, concetti semplici e primigeni come il bene e il male. Titoli sintetici e contenuti sensazionalistici hanno finito col contraddistinguere le produzioni dell’infotainment moderno.
Esistono metodi efficaci per rendere un contenuto di infotainment non solo efficace, ma virale? Ne parla l’esperto di di marketing e comunicazione Jonah Berger nel suo best seller "Contagious".
Come rendere virale un prodotto o un'idea 17 minContagious
L'infotainment moderno è caratterizzato da loghi accattivanti in movimento; visual d’effetto in grado di richiamare l’attenzione del pubblico; titoli roboanti pieni di enfasi. L’importante proliferazione dei canali di comunicazione è responsabile di un incremento della competizione su ogni tipo di media, online e tradizionale.
L’obiettivo principale dell'infotainment è quello di attrarre e intrattenere, decretando il trionfo dello stile sulla sostanza, della facciata sul contenuto. Il focus dell’informazione si sposta sulla risposta emotiva che è in grado di generare, l’efficacia della grafica, la scelta di un bravo comunicatore in grado di conquistare la simpatia del pubblico di riferimento. L’importanza attribuita ai divulgatori è palesata nella cura riposta alla scelta del loro abbigliamento, il taglio di capelli, le caratteristiche fisiche, il tono della voce e la cura della dizione, tratti che contribuiscono a definire e rafforzare il loro appeal. Il pubblico finisce così per affezionarsi ai conduttori, attribuendo a un volto l’aspettativa riposta nella bontà dei contenuti del canale. Questo comportamento è evidente nel mondo dei social, dove i follower rimangono in attesa di nuovi aggiornamenti da parte dei loro beniamini iscrivendosi ai canali degli influencer di turno.
L’infotainment è bramoso di nuove storie da consumare. Ogni contenuto ha il suo lato eccitante, sorprendente o divisorio. Questa chiave di lettura è in grado di rendere ogni produzione più interessante e coinvolgente. Si assiste a un frequente uso di espressioni linguistiche ricche di eccessi e iperboli, come la predilezione di parole chiave simili a “orrore”, “terrore”, “catastrofe”, anche al di fuori del loro contesto naturale (basti pensare all’espressione “terremoto finanziario”).
L'infotainment sfrutta le divergenze di opinione del pubblico attraverso la presentazione di contenuti controversi. I temi divisori più scottanti sono in grado di attirare l’attenzione, vengono condivisi più facilmente, generano numerosi commenti da parte delle persone.
I contenuti fanno spesso riferimento a celebrità e influencer, anche indirettamente. L'infotainment regala al pubblico l’illusione di far breccia tra i segreti di un mondo esclusivo e inaccessibile, permettendo a ciascuno di ergersi per un momento ad arbitro di ogni situazione. Attenzione rivolta all’estetica delle rubriche e sensazionalismo dei contenuti rimangono i tratti più distintivi di un ibrido in equilibrio tra informazione e intrattenimento. Sottilissimo equilibrio.
Trasformarsi in un bravo comunicatore è un aspetto fondamentale per il successo di un canale infotainment. Scopri come perfezionare le tue capacità con Five Stars, il libro dell’esperto di comunicazione di Forbes Carmine Gallo
Come diventare da buon a grande comunicatore 20 minFive Stars
Agli occhi di un giovane millennial appassionato di serie televisive, l’intelligenza artificiale di Supercar deve essere sembrata molto più vicina ai sistemi di infotainment moderno che a una potentissima autoradio. Non a caso l’acronimo KITT indicava Knight Industries Two Thousand (Industrie Knight 2000), in riferimento a un futuro non troppo lontano dove l’automobile sarebbe stata in grado di rispondere alle richieste del pilota in modo naturale, futuristico, perfino empatico.
Sono passati decenni dalla storica serie americana degli anni ‘80, e l’infotainment è riuscito a rivoluzionare il settore automotive cambiando per sempre le nostra esperienza di guida. I sistemi di infotainment per le auto sono oggi molto più di un semplice optional, plasmano la nostra percezione di viaggio al volante, influiscono in modo rilevante sulla nostra predisposizione all’acquisto di una vettura.
Se negli anni ‘90 il sogno di ogni appassionato d’auto era trasformare la macchina in una discoteca su ruote, l'infotainment moderno ci regala le potenzialità di un vedo computer a portata di cruscotto.
I servizi di infotainment disponibili sulle auto
Come suggerisce il nome, informazione e all’intrattenimento trovano spazio all’interno dell’esperienza di guida attraverso una vasta gamma di optional. Elenchiamo alcuni dei servizi più diffusi.Come interagire con un sistema di infotainment
Esiste uno standard o una metodologia migliore per interagire con i sistemi di infotainment per le macchine? Non proprio: ci sono due principali correnti di pensiero.
La maggior parte delle interfacce si basa su un display touchscreen, a volte supportato da qualche bottone esterno che permette di accedere alle funzioni di base più rapidamente.
Qual è il vantaggio principale de di un’interfaccia infotainment display? Indubbiamente la facilità di aggiornamento dell’ambiente di navigazione e un’operatività più intuitiva. Lo svantaggio principale di un sistema touchscreen non passa in secondo piano: per qualche secondo siamo costretti a distogliere lo sguardo dalla strada. Anche solo una frazione di secondo di distrazione può essere fatale.
Un’altra strada intrapresa da Audi e BMW è quella di puntare su raffinate manopole rotanti, collocate vicino ai comandi del cambio. Le manopole fisiche consentono un maggior grado di dettaglio nella calibrazione delle opzioni, a discapito della navigazione dell’interfaccia grafica.
I sistemi più avanzati si stanno spostando sui comandi vocali e il riconoscimento dei gesti, favorendo un approccio più immediato ma spesso approssimativo e macchinoso.
Esiste anche la possibilità di unire i quadranti della macchina e il display in un’unica grande schermata widescreen, per passare a un’esperienza di infotainment ancora più totale e immersiva.
Valutare i costi dei sistemi di infotainment per auto
Non esiste una risposta assoluta. Solitamente i costi per l’auto-infotainment sono relativi alla classe della vettura e il prestigio del brand che la monta. Da un lato ogni nuovo modello di macchina prevede un sistema nativo di infotainment, dall’altro compagnie di prestigio come Porsche e Mercedes richiedono un investimento aggiuntivo in virtù di standard più elevati e un’interfaccia maggiormente curata.
Il futuro dell'infotainment è legato a doppio filo allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e del machine learning, in modo da garantire flessibilità adattiva e maggiore indipendenza a ogni tipo di sistema.
Il nuovo traguardo di ingegneri e sviluppatori è raggiungere un livello di sicurezza elevato, in grado di prevedere ogni inconveniente dovuto a imprevisti o fattori esterni, come nel caso delle macchine in grado di viaggiare senza pilota.
Commercio e trasporti saranno sempre più interconnessi, arrivando a coprire ogni momento chiave della buyer experience con ambienti di fluidi pronti ad accompagnarci su ogni tipo di dispositivo. Le distanze tra la promozione del prodotto, l’acquisto e la sua consegna sono sempre più vicine e immediate. Da infotainment a infocommerce il passo è breve: ci separano pochi gesti.
Cosa ci riserva il futuro? Prova a darci una risposta Tim O’Reilly, uno dei più grandi sostenitori dell’open source nel suo bestseller "WTF?”
Cosa ci riserva il futuro e perché dipende da noi 31 minWTF?
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