Come ci influenza la nostra cultura
Le linee guida invisibili della società
9min
Le linee guida invisibili della società
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Episodi di Sociologia Pop
Scienziati e scienziate della società bentornati a questa nuova puntata 4books di sociologia Pop, sempre Paolo Petrucci di Giovani Sociologi Crescono che parla. Nell’episodio precedente abbiamo analizzato come il lavoro sia cambiato e si sia specializzato così tanto rispetto al passato, perché gli individui del mondo occidentale sono stati influenzati dalla società, che si era industrializzata. Questo perché la società in cui siamo ogni giorno immersi ci influenza.
Ma in che modo? Attraverso la cultura: il contesto culturale in cui viviamo, ogni giorno ci dà delle linee guida da seguire, modelli di comportamento da seguire. Oggi parliamo di questo. Partendo in modo diretto: ma che cos’ è la cultura? Noi sentiamo la parola cultura, la usiamo ogni giorno. Noi sentiamo dire “quella persona è rozza e maleducata è una persona senza cultura” diciamo “quel tipo mangia questo cibo perché ha una cultura diversa dalla nostra”. E quindi? Sono domande apparentemente scontate, ma che nei fatti non lo sono. Diamo una definizione di cultura.
Ce ne sono tante, oggi visto che siamo in un podcast che parla di sociologia, daremo una definizione sociologica: la cultura è un insieme di valori, definizioni della realtà, modi di comportarsi, modi di parlare tipici di un determinato gruppo sociale, che li condivide. Quindi è un insieme di costruzioni sociali. Significa che quei modi di parlare, quei modi di fare, quei valori non sono sempre e comunque assoluti e non sono esistenti in natura: ce li inventiamo noi. Siamo noi a crearli. Faccio un esempio molto semplice ma pratico: per un Italiano, è normale avere uno stretto contatto fisico con gli amici e con i parenti. Un Giapponese in una situazione del genere si sentirebbe a disagio perché non hanno la nostra stessa cultura di vicinanza fisica che abbiamo noi. Non c’è un bene e un male: sono solo costruzioni sociali differenti.
C’è una caratteristica molto importante della cultura che dobbiamo tenere a mente, ovvero la bi-direzionalità: è particolare il rapporto che c’è tra noi e la cultura perché noi umani costruiamo le costruzioni sociali in cui viviamo. Siamo noi a costruirle, però poi ci influenzano, spesso senza che ce ne accorgiamo. Per questo motivo la sociologia ci insegna una caratteristica fondamentale della cultura da tenere a mente, ovvero il rapporto bi-direzionale: la cultura in cui viviamo influenza noi e noi influenziamo la cultura in cui viviamo.
Contemporaneamente. Non è scritto da nessuna parte che quando andiamo a cena da un amico si porta una bottiglia di vino, è una convenzione sociale che abbiamo creato noi e contemporaneamente tendiamo a preoccuparci di bussare coi piedi a casa di un amico senza effettivamente pensare al perché ci stiamo preoccupando. Il rapporto cultura-individuo è bidirezionale.
Possiamo arrivare alla conclusione che la cultura in cui ogni giorno viviamo, incontriamo persone, lavoriamo e studiamo, ci influenza. Questo perché tutte quelle costruzioni di cui abbiamo parlato modellano la nostra personalità e il nostro comportamento talmente tanto che Clifford Geertz definisce la cultura come: “Un insieme di meccanismi di controllo, schemi, regole e istituzioni per governare il comportamento”. Freud la definisce addirittura come istanza repressiva nel senso che reprime le pulsioni. A questo punto ci chiediamo se la cultura ci limiti o ci guidi soltanto.
È una domanda da un milione di dollari, potremo rispondere come per tante cose che la verità è nel mezzo oppure entrambe le affermazioni sono vere. Questo perché da un lato regge la società, definisce gli individui che la compongono, da un senso di appartenenza agli individui che ne fanno parte e da dei modelli di comportamento. Dall’altro mette anche i limiti che abbiamo visto, perché se il nostro contesto culturale ci dice “porta una bottiglia di vino se vai a cena da un amico”, da un lato ci sta dando una guida su come apparire bene alle persone.
Ma allo stesso tempo da un altro punto di vista ci sta dicendo “non puoi entrare a mani vuote se vai a cena invitato da un amico o sarai malvisto”. E questa cosa, tanto astratta in apparenza, ci farà ritrovare davanti ad uno scaffale di vino di un supermercato, al reparto rossi, al reparto bianchi, e a sborsare 40 euro per il padrone di casa oppure 8 euro se gli vogliamo male.
Ad ogni modo, la situazione del portare qualcosa a casa di un amico è ovviamente solo un esempio, si potrebbero citare un'infinità di esempi di costruzioni sociali che guidano, ma al contempo ci limitano. Possiamo concludere dicendo: la cultura svolge entrambe le funzioni. Adesso Vi faccio fare un collegamento interessante. Vi siete mai chiesti come nasce il dibattito e lo scontro politico tra conservatori e progressisti? Perché capita spesso che siamo a pranzo accendiamo la televisione e sentiamo: ”il politico la politica X che dice dobbiamo rimanere ancorati alle nostre tradizioni e proteggerle. Il politico la politica Y invece dice dobbiamo abbracciare il progresso ed evolverci smontando parte delle costruzioni sociali della nostra società”. Siamo abituati a sentirlo ogni giorno ma vi siete mai chiesti qual è la spiegazione sociologicamente parlando di questo dibattito? Questo scontro esiste essenzialmente perché la società si divide tra quelli che vedono le costruzioni sociali come paletti che reggono la baracca e coloro che vedono le costruzioni sociali come paletti che limitano gli individui che vivono dentro la baracca.
Questa è una possibile spiegazione da un punto di vista sociologico. Hanno ragione i primi? Hanno ragione i secondi? Questo sta a voi deciderlo. Sarebbero entrambe chiavi di lettura valide della società per vederla sociologicamente e in modo oggettivo, quindi da tutti i punti di vista differenti degli individui. Perché questo è ciò che la sociologia e i sociologi fanno: si mette a guardare diverse idee e punti di vista dalla parte di chi li vive. E in modo oggettivo. Proprio questo punto, ci porta all’ultimo argomento della puntata. La questione dell’etnocentrismo. Tutti lo abbiamo praticato almeno una volta nella vita. Che cos’è l’etnocentrismo? è la tendenza a osservare, trarre conclusioni, giudicare una cultura differente dalla nostra mettendola a confronto con la nostra. Il risultato è che l’analisi sarà ovviamente fuorviante, perché se io per conoscere una persona di altra nazionalità e cultura uso come metro di paragone la mia, per forza quella persona risulterà “strana e cattiva”. La verità è che la mia cultura è valida in quanto tale certo.
Ma non è valida per essere usata come metro di giudizio. Perché ogni cultura è fatta di costruzioni sociali differenti. Viceversa invece, il relativismo culturale è sostanzialmente l’opposto: osservare una cultura senza giudicarla, senza fare paragoni con la mia per trarre conclusioni. Quindi la domanda “come mi influenza?” è da un milione di dollari ma con questo episodio, avrete degli spunti in più per muovervi meglio nel rispondere. È un limite e una guida contemporaneamente, è una costruzione sociale quindi ogni gruppo può avere la sua, ma soprattutto, è qualcosa di molto più concreto di quello che pensiamo perché ci influenza clamorosamente.
Pensateci in futuro quando vi troverete davanti a modi di fare o di dire di un altro gruppo sociale, e osservate il modo in cui le costruzioni culturali si manifestano in ognuno di noi. Soprattutto quando vi troverete davanti a persone di altri paesi quindi di altre etnie. A proposito di altre etnie, nel prossimo episodio parleremo di immigrati e di migrazioni e vedremo come, anche se non sembra in apparenza, gli immigrati non siano tutti uguali. Ci sono infatti tante situazioni nelle migrazioni, e sono una più interessante dell’altra. Intanto vi ringrazio moltissimo di avermi ascoltato anche in questa puntata, spero vi sia piaciuta. Io sono Paolo Petrucci di Giovani Sociologi Crescono e questo è Sociologia Pop.
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