Perché crediamo alle Fake News?
Quali sono le ragioni per cui a volte cadiamo nella trappola delle fake news
10min
Quali sono le ragioni per cui a volte cadiamo nella trappola delle fake news
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Episodi di Sociologia Pop
Scienziati e scienziate della società, ben tornati a tutti ad un nuovo episodio 4books di Sociologia Pop. Sempre Paolo Petrucci di Giovani Sociologi Crescono che parla, spero stiate tutti bene. Nell’episodio precedente, abbiamo parlato di immigrati e di migrazioni, vedendo come sono classificati i migranti e i tipi esistenti e osservando quindi come gli scenari nell’immigrazione possano essere vari e diversi tra loro. Molto spesso come in tutti i fenomeni complessi, nel tema migrazioni si trovano molte fake news. Nella puntata di oggi parliamo di questo argomento altrettanto importante. Più che un argomento è un problema, anche grande.
Spesso in TV su internet sui nostri social network ci capitano sotto gli occhi notizie palesemente false, palesemente assurde, eppure quella parte di persone che ci crede, sbuca sempre. La domanda è: perché? Allora voi qui avete due strade: la prima, è la via non sociologica, ovvero “perché la gente è tonta, noi siamo quelli intelligenti e bravi”. È la via più facile? Si. È quella ci porta a comprendere meglio il problema? No. Qui entra in aiuto la seconda strada, ovvero quella sociologica, perché anche qui la sociologia ci viene in aiuto. Prima di andare a vedere i meccanismi sociali che ci portano a credere alle fake news però, vi racconto una storia. Facciamo un balzo indietro di qualche decennio e spostiamoci anche di qualche kilometro. È il 1938 e ci troviamo negli USA. Che in quel periodo sono caratterizzati da un esplosione eccezionale della radio: la radio è ovunque, nei luoghi pubblici, nei bar, nelle case e così via.
È un mezzo di comunicazione che moltissime persone hanno e soprattutto con cui i cittadini si informano. Più precisamente è il 30 ottobre 1938 e c'è un Emittente Americana radiofonica, la CBS che manda in onda una puntata del programma Mercury Theatre, un programma che andava di moda in quel periodo. Quel giorno è prevista una puntata dal titolo, La Guerra dei Mondi, condotta da Orson Welles. L’idea di Wells, consiste nel prendere spunto dall'omonimo romanzo pubblicato 40 anni prima e simulare in diretta radiofonica un'invasione aliena da parte dei marziani, raccontandola con lo stesso tono di una cronaca, con lo stesso linguaggio di un programma d’informazione, e quindi ovviamente con un modo di parlare tipico di una diretta. Wells inizia a raccontare a sei milioni di radioascoltatori che gli extraterrestri hanno invaso il territorio statunitense, che ci sono degli scontri in atto, che stanno facendo fuoco sui civili. Ovviamente il programma, era è puro scopo di intrattenimento. L'annuncio, che conferma e ribadisce che è tutto finto passa più volte. Quella sera americana del 1938 Accade però qualcosa di davvero particolare e anche un po' agghiacciante.
Su sei milioni di ascoltatori circa un milione crede per davvero di essere nel bel mezzo di un'invasione e che gli Stati Uniti d'America siano sotto attacco di dischi volanti, raggi laser di qualche tipo, fasci di luce, armi fantascientifiche........insomma: oggi diremo un'invasione aliena degna di un film di Spielberg. Si verificano anche degli assalti alle stazioni degli autobus, code di automobili in fuga nelle strade, vengono presi d’assalto i supermercati. E voi probabilmente starete ridendo di questa storia starete a prendere in giro quelle persone considerare stupido chi ha assaltato i treni ed è andato nel panico e allora io vi invito a ragionarci sopra. Facciamo mente lucida e analizziamo sociologicamente e anche psicologicamente l'accaduto. C'è uno psicologo, Hadley Cantril, che poi ha deciso di studiare questo avvenimento assurdo e ha messo in atto una ricerca, una ricerca da cui sono emerse robette interessanti. Dunque Cantril notò delle caratteristiche dell'evento quella sera avevano contribuito enormemente a far sembrare vera la notizia dell’invasione e sono caratteristiche che possiamo ritrovare in generale in tutte le fake news anche quelle di oggi online e quindi sono caratteristiche che contribuiscono a fare in modo che le fake news esistano e si diffondano. Vediamole.
La prima è l’uso di luoghi realmente esistenti. Mentre Wells quella sera raccontava tutte quelle sciocchezze con lo scopo di intrattenimento faceva riferimento a luoghi che esistevano veramente, magari nominando una città, una montagna. Cantrill arriva alla conclusione che psicologicamente, condizionano di più. Se io dico: “Sono arrivati gli alieni” su mille, una ci casca. Se io dico “Sono arrivati gli alieni, c’è un ufo che sta fluttuando sopra il duomo di Milano” su mille persone....ce ne cascano dieci. Perchè psicologicamente il fatto che io vi metta nella testa un luogo che conoscete veramente, che avete presente, vi condiziona perché vi aiuta a farvi immaginare quella notizia come vera. I numeri ovviamente non sono reali sono per fare esempi.
Caratteristica numero due: utilizzo di esperti che danno opinioni. Quindi nel caso della guerra dei mondi in quel momento in diretta quella sera stavano recitando. Per esempio il famoso astronomo Richard Pierson di un osservatorio del New Jersey stava recitando chiunque fosse. Però veniva presentato come astronomo e quindi esperto. Prendiamo l’esempio di prima: se io dico sono sono arrivati gli alieni convinco come prima una persona su mille. Ma se io dico “sono arrivati gli alieni, lo ha detto questo esperto qui, questo astronomo qui”, facendo nome e cognome, io ne convinco dieci su mille. Punto numero 3: uso di uso di tono realistico, in questo caso stiamo parlando, quindi Wells utilizzava un linguaggio narrativo, cronistico, giornalistico. Se applichiamo il concetto alle fake news di oggi che principalmente girano su internet uso di un linguaggio giornalistico scritto. Ma il concetto è lo stesso: se la fake news è comunicata verbalmente o in modo scritto, ma con tono tipico dei professionisti di quel mezzo di informazione la gente di crederà di più. Quel giorno Wells non comunicava in modo informale tipo una chiaccherata, parlava in modo giornalistico, con quel ritmo, con quel taglio. In questo modo secondo la sua ricerca, di Cantril, aveva convinto più persone.
La quarta caratteristica è la più affascinante di tutti. Perché è una cosa che ci portiamo dietro sempre e non ce ne libereremo mai: l’incertezza e la paura delle persone. In quel momento era tanta perché siamo nel 1938 e il popolo americano ha paura a causa della grande depressione e dell’ascesa del nazismo oltreoceano, però in generale applicabile sempre soprattutto nei giorni di oggi dopo due anni di pandemia. Cantril capi che le fake news si diffondono meglio quando sfruttano i periodi di paura di incertezza delle persone che le ricevono.
Adesso facciamo questo gioco: mettiamole insieme tutte e quattro queste caratteristiche e guardate cosa succede. Guardate improvvisamente come la fake news assuma un aspetto molto più realistico. Voglio farvi credere che siano arrivati gli alieni. Spielberg sarebbe orgoglioso di me. Ok.
Come vi raccontavo prima, se io vi dico “sono arrivati scappate!” io convinco quel famoso uno su mille. Ma se io invece ve la dico così? Il colonnello dell’aereonautica Mario Rossi, esperto di oggetti volanti non indentificati non ha dubbi: quello che si trova sopra il duomo di Milano è un Ufo alieno in rapido spostamento. Il presidente del consiglio ha immesso lo status di allerta nazionale. Raccomandiamo a tutta la popolazione di trovare un riparo e mantenere la calma. Adesso ha tutto un altro sapore la fake news, quindi su mille persone non ce ne cascherà uno non ce ne cascheranno nemmeno più dieci. Mettendo insieme tutte quelle caratteristiche io ne convincerò cento su mille stavolta.
Adesso noi abbiamo applicato questo ragionamento a qualcosa di palesemente assurdo come gli alieni, era un esempio solo per farvi capire, ma applicate queste caratteristiche a qualcosa di verosimile, a qualcosa che potrebbe accadere. Applicatelo per esempio a qualcuno che vuole mettere in giro la fake news di una nuova variante, che PIL è calato, a qualcuno che vi vuole far credere dell’esistenza di qualche complotto. Quindi situazioni verosimili, e capite come sia più facile di quello che credevate all’inizio della puntata, cascare nelle fake news. Questa ovviamente non è una scusa, usiamo sempre la testa quando incappiamo in siti o giornali che non conosciamo. Cerchiamo di verificare la fonte, cerchiamo di porci delle domande mentre siamo li e ogni giorno dopo pranzo scrolliamo la home di instagram e di facebook. Usiamo la testa, e dico usiamo perché lo dico soprattutto a me. Anche a me è capitato qualche volta purtroppo di caderci. Nel frattempo anche per oggi siamo arrivati alla fine di questa puntata , spero vi sia piaciuta. Come sempre grazie per avermi ascoltato. Nella prossima puntata parleremo di un mito diffuso che sentiamo in continuazione, ovvero il fatto che le persone e le loro vite in passato fossero più semplici di oggi.
Quando parliamo dei nostri nonni, bisnonni sentiamo sempre dire: “erano persone più semplici di noi. Una volta era così”. La sentiamo sempre ma nessuno sa spiegare cosa vuol dire. Come il passaggio dalla modernità ad oggi ha plasmato le nostre vite. Nella prossima puntata ve lo spiegherò. Intanto vi saluto. Grazie ancora per avermi ascoltato Io sono Paolo Petrucci di Giovani Sociologi Crescono e questa: è sociologia Pop.
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